he... he knows me

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Mi ero addormentata sul divano. Quando mi svegliai mi alzai e scivolai sopra una cartolina che fino al giorno prima non c'era; mi alzai in piedi e la lessi

"Sono mortificato per l'accaduto, avvenuto ieri sera nel vicolo. So dove abiti, ma non allarmarti, per favore. Vorrei solo parlare, se possibile. Vieni nel vicolo... non mancare, o ti troveremo" e una firma tutta caotica. Era il tipo che mi aveva salvata!! Ma... che voleva da me? E soprattutto... come sapeva dove abitavo?! Comunaue... strappai la lettera e la buttai nel cestino dell'immondizia. Non mi faceva di certo paura. Andai al lavoro e uscì ancora più stanca del solito. Evitai il vicolo e tornai a casa. Stavo per aprire la porta ma la trovai socchiusa. Entrai guardandomi intorno, e appena accesi la luce urlai. Lui era lì, seduto sul mio divano che mi guardava con interesse

"Ebbene, eccomi qua. Non sei venuta, quindi sono venuto io" disse poggiando i gomiti sullo schienale del divano. Sbattei la schiena contro la parete, ancora priva di fiato per lo spavento

"C-che diavolo ci fai tu qui?! Vuoi uccidermi, vero?" Chiesi. Lui scosse il capo

"No, non voglio ucciderti."

"Vuoi...vuoi rapirmi?" Continuai. Scosse la testa

"Tenta di nuovo" rispose con calma

"Vuoi...vuoi solo... parlare..." dissi infine, capendo che non se ne sarebbe andato finché non avesse ottenuto ciò che voleva. Sospirai e poggiai la borsa a terra, poi chiusi la porta

"Desideri qualcosa da bere?" Chiesi. Scosse il capo

"No, ti ringrazio." Andai in cucina, consapevole di avere uno sconosciuto seduto sul mio divano che aspettava di parlare con me. Tornai con una camomilla fumante per me. Gli porsi la mano

"Mi chiamo (t/n) (t/c)" dissi prima di sedermi davanti a lui. Fece un lieve cenno del capo ma non strinse la mia mano

"Overhaul" rispose. Era un villain... di sicuro. Sospirò poggiando i gomiti sulle ginocchia

"Sono a capo della Yakuza, dello Shie Hissaki, non so se ne hai mai sentito parlare... comunque, questi sono solo dettagli... sono venuto qui per sapere sul tuo conto. Sei una senza quirk, non è vero? Ieri ho notato con interesse che non hai potuto proteggerti da quel merdoso... quindi?" Chiese impaziente. Annuì stringendomi nelle spalle

"Si, sono una senza quirk... ma perché ti interessa tanto?" Chiesi con rinnovato interesse. Mi intrigava sempre di più

"Semplice: io odio i quirk in generale, reputo malato chi ne possiede. Lo so, ti starai chiedendo ora del perché io non mi reputo malato.. perché io utilizzo questi fardello per il mio interesse, ovvero quello di riportare il mondo al suo vecchio splendore, senza super poteri. Al giorno d'oggi tutto ruota intorno a questi maledetti eroi, e si sono create le due fazioni: Heroes e Villains. E io li odio entrambi. Di sicuro conoscerai appunto la lega dei villains, no? Ecco... per me sono tutti dei semplici malati che si montano la testa. Ormai fanno affidamento solo sul quirk, no? Tu... tu sei più unica che rara... e beh, voglio chiederti se vuoi unirti al mio gruppo. Vivere in un appartamento squallido come questo direi che non è il massimo... io ho una casa molto più grande. Non voglio abbandonare la mia certezza" disse guardandomi negli occhi. Io... io ero la sua certezza? I-in che senso certezza?! Comunque... non sapevo come rispondergli, ma parlò prima che potessi fornirgli una risposta

"Ti do tempo fino a domani." E uscì dalla finestra. Mi affacciai di corsa ma era scomparso. Lui... lui mi aveva offerto una nuova vita. Potevo lasciare il mio lavoro... ma i ragazzi? Ah, fanculo! Sospirai andando in camera. Presi la scatoletta di antidepressivi e ingoiai l'ultima pasticca. Andai a letto e caddi in un sonno profondo. Il giorno seguente mi svegliò una voce. Trasalì alzandomi di scatto e mi ritrovai davanti sempre Overhaul

"Mi spieghi come cazzo riesci a entrare?!" Esclamai furibonda. Poi mi accorsi di essere in reggiseno di fronte a lui. Ma non guardava quelle, fissava i miei occhi. Sospirò

"La risposta è...?" Chiese come se non volesse sentire altro

"Si, vengo con te" risposi alzandomi dal letto. Capì che stava sorridendo leggermente sotto la maschera. Presi dei vestiti e presi una valigetta, cominciando a infilarceli dentro. Overhaul mi fissava nel mentre, ma non ci feci caso

"Perché vuoi portarmi a casa tua?" Chiesi senza distogliere lo sguardo dalla valigetta piena di vestiti

"Perché sei l'incarnazione del mio ideale, non ti lascerò più andare credimi" disse. Sentendo quella frase sentì un brivido percorrermi la schiena, ma annuì decisa. Ormai era fatta, non potevo più tornare indietro. Prima di andare via chiusi la porta e lasciai la chiave al portinaio. Entrai nella mia agenzia, e appena il capo mi vide mi corse incontro cominciando a urlare

"Sei in ritardo di mezz'ora!! Mi spieghi che problemi hai, (t/c)?!" Gridò. Sorrisi scrollando le spalle

"Mi licenzio, capo. A mai più rivederci!" E uscì, noncurante delle sue urla. Mi stava supplicando di tornare, ma io lo mandai direttamente a fanculo. Entrammo nel vicolo dove ci eravamo conosciuti e mi fece entrare in una porta, coperta dall'ombra. Entrando ci si pararono davanti dei tizi, che mi fecero spaventare. Indossavano delle maschere della peste, tutti. Uno, aveva un cappuccio bianco. Un altro era basso e piccolo, sembrava più un corvo spennacchiato. Overhaul li fece spostare

"Woah!! È lei l'incarnazione del vostro ideale, capo?" Chiese quello piccolo. Il castano annuì girandosi verso di me

"Esatto, Mimic. Lei si chiama (t/n) (t/c). Dovete trattarla con il massimo rispetto, intesi? Se osate sfiorarla vi uccido direttamente con le mie mani... vieni, ti mostro la stanza"

《ℕ𝕠𝕟 𝕡𝕠𝕤𝕤𝕠 𝕒𝕧𝕖𝕣𝕖 𝕡𝕒𝕦𝕣𝕒 𝕕𝕚 𝕥𝕖》Overhaul x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora