Sono Forti

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Il volto di Luke sbianca all'istante e si vede che cerca di non piangere.

Luke: C-cosa? Lui è...
Emma: Oh no, è successo qui vicino, è appena arrivato all'ospedale ma... Non si è ancora svegliato.
Luke: Devo andarci. Adesso.
Emma: Ti accompagno fuori, sai la strada, vero?
Luke: si.
Melody: Vuoi che venga con te?
Luke: No, no perfavore. Se volete venire, dopo le prove.

Luke corre fuori ed Emma lo segue.

Luke pov's
Non posso credere che stia succedendo. So che questo è un lavoro rischioso e che degli incidenti possono capitare, ma credevo che a mio padre non sarebbe mai successo. Sto correndo come non ho mai fatto, devo arrivare da lui subito, voglio essere lì se lui... Non voglio nemmeno pensarlo.

Luke arriva con il fiatone all'ospedale e un infermiere lo accompagna nella camera di suo padre. Accanto a lui c'è Quinn che gli tiene la mano mentre lui è addormentato. Cerca di essere forte davanti a Luke, ma si vedeva che aveva pianto. Appena lo vede, immobile davanti al letto e bianco come un fantasma, Quinn corre ad abbracciarlo.

Luke: Si sveglierà?
Dottoressa: Non possiamo saperlo con certezza, quello che potete fare è stargli vicino.
Luke: Posso stare da solo per un momento.
Quinn: Certo

Quinn e la dottoressa escono dalla stanza lasciando Luke da solo con Puck. Lui si siede accanto al letto e prende la mano del padre.

Luke: Papà, io non so se riesci a sentirmi. Dicono che quando qualcuno è il come riesce a percepire tutto quello che succede intorno a lui. So che non te lo dico mai e non te lo dimostro mai, ma io ho bisogno di te, ho bisogno di mio padre. Ti voglio bene, anche se non corro ad abbracciarti quando ti vedo come Chloe. Anche lei ha bisogno di te, sai? Quindi ti prego, sii forte e non andartene. Io sono qui.

Delle lacrime gli rigano le guance, ma questa volta non si trattiene e piange. Tira fuori tutte le emozioni che ha nascosto per tanto tempo. Poi entra Quinn e lui si asciuga in fretta le lacrime. La madre si avvicina a lui e gli accarezza piano la guancia.

Quinn: Va a casa, d'accordo? Chloe è lì con la babysitter e... Lei non deve saperlo, va bene? Non ancora. Io resterò qui tutta la notte, prenditi cura di lei e di te stesso. Puoi farlo?
Luke: Si, mamma certo.
Quinn: Grazie.

Quinn abbraccia Luke un'altra volta, poi lui esce dalla stanza.

Luke pov's
Prendo il mio telefono e vedo moltissimi messaggi da parte dei miei amici in cui mi chiedono come sto io e come sta mio padre, io rispondo che andrà tutto bene, ma è come se stessi cercando di convincere me stesso. Cosa mi inventerò con mia sorella adesso? Cosa le dirò se dovesse... Non risvegliarsi più?

Luke entra a casa e appena la babysitter lo vede saluta entrambi ed esce dalla casa.

Chloe: Ciao Luke!
Luke: Ciao piccola, che fai?
Chloe: Stavo facendo i compiti, tu perché sei così triste?
Luke: Io non sono triste.
Chloe: Si invece, si capisce, ma se non vuoi dirmelo va bene. Dov'è mamma?
Luke: Lei ehm... Tornerà molto tardi, deve fare un sacco di cose. Ti leggo io la storia sta sera.

Luke ordina due pizze con i soldi che le ha lasciato Quinn, mette a letto la sua sorellina e le legge una storia.

Chloe: *sbadiglia* tra due giorni è venerdì, deve venire papà, vero?

Luke pov's
Guardo i suoi occhioni verdi. Sono come quelli di qualsiasi bambino durante la vigilia che aspetta babbo natale. Non sapevo cosa risponderle, così ho spento la luce e le ho dato la buonanotte. Vado nella mia camera, ma non riesco a dormire. Guardo ossessivamente il telefono sperando in un messaggio di mia madre, ma nulla. Mi addormento con il telefono ancora in mano.

il giorno dopo

Luke: Professor Shue, le dispiace se oggi non vengo alle prove? Devo andare da mio padre.
Shue: Certo che no, Luke, vai pure.
Luke: Grazie mille...
Shue: Ehi, sii forte, devi crederci.
-
Melody: Qualche novità?
Luke: Nulla.
Melody: Sai, la mia famiglia non è molto religiosa, quindi non prego, ma spero davvero che tua padre si svegli e che stia bene.
Luke: Ah, non preoccuparti. Credo che mia madre abbia pregato abbastanza per ogni singolo paziente dell'ospedale.
Melody: Ricordi cosa mi hai detto quando ho scoperto di essere incinta? Andrà tutto bene. Ora sono io che lo dico a te.

Luke rimane in silenzio.

Melody: Tuo padre è forte, so che ce la farà.

Gli mette una mano sulla spalla e va in classe.

Luke pov's
Una volta suonata la campanella dell'ultima ora corro fuori dalla scuola senza pensarci due volte, appena entro in ospedale non riesco a credere a quello che vedo. Mio padre aveva gli occhi aperti, sembrava distrutto, ma era sveglio.

Puck: Ehi bello, come stai?
Luke: Come sto io?! Come stai tu?
Puck: Sto benone.
Luke: Non si direbbe.
Puck: Sto abbastanza bene da tornare a casa domani... E per sempre.
Quinn: Cosa vuoi dire?
Puck: Quello che mi è successo mi ha fatto capire che non posso più fare quel lavoro. Ho una famiglia adesso. Il pensiero di lasciare voi tre mi tormentava, ma adesso non c'è più nulla di cui preoccuparsi, troverò un lavoro e resterò in Ohio.

Quinn lo bacia e Luke corre ad abbracciarlo, poi si unisce anche Quinn.

Luke: Mi sei mancato.

nel frattempo

Le prove del glee erano appena finite e Valerie, Amy e Alec stavano uscendo dalla scuola insieme quando incontrano nel corridoio Jackson e i suoi amici.

Val: Che ci fate qui, Sam Evans vi ha cacciati dalla squadra di football.
Jackson: Abbiamo scoperto una vecchia tradizione della scuola e non vedevamo l'ora di provarla.

Prendono tre granite e glie le gettano in faccia poi si battono il cinque e se ne vanno ridendo.

Val: Brutti figli di...
Alec: Ho granita ovunque, OVUNQUE.
Amy: Andiamo a darci una pulita, ne ho bisogno.

I tre vanno a prendere delle tovaglie dagli spogliatoi e vanno in aula di canto per pulirsi.

Shue: Ragazzi, cosa diavolo vi è successo?
Amy: Ci hanno tirato delle granite.
Val: A quanto pare era una tradizione tirare granite in faccia ai ragazzi del glee club.
Finn: Mia madre me ne aveva parlato.
Alec: Quando ancora era da sfigati.
Luke: Purtroppo sarà sempre da sfigati.
Evan: Pensate che i nostri genitori sopportavano tutto questo ogni giorno.
Chanel: Da tutta la scuola. Per quattro anni.
Melody: Per Evan fare coming out non è stato facile, ma non immagino quanto lo sia stato per i miei papà.
Amy: O per mia madre.
Margot: O per la mia.
Jenn: Erano proprio forti.
Val: Lo sono.

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