I - 1977

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- Sei in ritardo!

Il tipo l'aspettava appoggiato a una kadett dorata, le gambe allungate davanti a sé e le braccia incrociate. I lunghi capelli castani incorniciavano il viso sottile e le labbra piene erano atteggiate ad una smorfia annoiata. Brenda guardò l'orologio e aggrottò le sopracciglia: erano le 10 e non le sembrava di essere affatto in ritardo. Anzi quella mattina si era svegliata ancora prima del solito per preparare tutte le sue cose e ripassare il suo discorso. Era stata ad ascoltare le raccomandazioni di Richard e della madre, due tipi di raccomandazioni molto diverse tra loro in effetti. Era persino riuscita a fare colazione con suo padre che di solito usciva sempre molto prima di lei per andare alla banca dove lavorava. Poi aveva dovuto prendere la tube e arrivare fino lì a Fulham. Si scostò i lunghi capelli neri dal viso e rispose con un sorriso, senza lasciarsi intimidire:

- Tu devi essere Malcom, l'amico di mio fratello, giusto? Ti ringrazio per il passaggio ... con questo sciopero dei treni non so proprio come avrei fatto ad arrivare fino a York!

Anche se lui fosse stato maleducato, lei non avrebbe rinunciato alle buone maniere!

- Si si, prego. Dai, sali in macchina che la strada è lunga!

L'auto era piena di pannolini e altre cose per bambini. Brenda posò le proprie borse davanti a sé tra i piedi, sconcertata.

- Scusa per il casino dietro. Richard non te l'ha detto? Maggie è quasi un termine e mi ha pregato di portarle tutte queste cose. E non pensare di toglierti le scarpe qui dentro!

Brenda alzò gli occhi al cielo, come se lei andasse in giro a togliersi le scarpe nelle macchine altrui! Non erano ancora partiti e già era pentita di aver accettato quel passaggio. Cercò di mettersi comoda, l'impermeabile appoggiato sulle gambe. Aveva optato per un abbigliamento confortevole per quel viaggio: i soliti jeans a zampa e un maglioncino corto a righe rosse e bianche. Per la premiazione si era portata un vestito di ricambio. Aveva già calcolato tutto come sempre. L'unica cosa che non era riuscita a prevedere era che i ferrovieri proprio il giorno prima avessero indetto quello sciopero e che nessuno potesse accompagnarla a York. Finché Richard non se n'era uscito con quel suggerimento: un suo amico doveva andare a Leeds così gli aveva proposto di darle un passaggio e quello aveva accettato.
Nel frattempo Malcom aveva messo in moto e si era immesso nel caos londinese. Festoni di bandierine colorate decoravano le strade gremite di mezzi e persone affrettate e i grossi autobus rossi ronzavano come calabroni nel traffico. Quell'anno era il giubileo d'argento della Regina e ovunque Londra portava i segni dei festeggiamenti. Il cielo non prometteva niente di buono e infatti qualche gocciolina iniziò un picchiettare sul parabrezza. Dall'autoradio si diffuse la voce di Donna Summer.

- Mi dispiace piombarvi in ​​casa così, se avessi saputo che tua sorella era incinta avrei detto a Richard di non chiedervi questo favore.
- Dickie Richie mi dovrà ben più di un favore, tranquilla.
- Dickie Richie ... mio fratello sa che lo chiami così?
- Oh si ... e lo detesta!

Brenda scoppiò in una risatina, Richard poteva essere davvero pedante a volte, era sempre così serioso. Ci voleva che qualcuno gli abbassasse la cresta ogni tanto. L'irriverenza di Malcom la divertì e si rilassò. Proseguirono un'oretta nel traffico con Malcom che imprecava e suonava il clacson nervoso. Avevano attraversato la zona di Earl's Court e ora stavano passando per Kensington.

- Che palle, ci metteremo una vita così! Comunque, cosa vai a fare a York?
- Una premiazione.

Rispose Brenda in tono sussiegoso. Non poteva farne a meno, aveva lavorato così a lungo che pensava di non meritare nulla di meno, in effetti.

- E se posso chiederlo per cosa vieni premiata?
- Per un saggio breve sulle guerriglie semiotiche tra i poeti delle nuove avanguardie.
- Mmmh, sembra abbastanza palloso, no?

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