- Buon lavoro e tenga pure il resto, grazie.
Brenda salutò il tassista che l'aveva portata a destinazione. Guardò il foglietto su cui aveva scritto l'indirizzo: Effra Road 25, Brixton. Il posto doveva essere quello: un edificio a due piani in uno stile ibrido, che voleva sembrare neoclassico, di mattoni marroncini su cui spiccava un'insegna bianca che diceva Effra Social. Si avvicinò un po' titubante, un gruppuscolo di adolescenti neri con i cappellini indossati alla rovescia e l'abbigliamento oversize era assiepato su una panchina intorno a una boom box da cui uscivano delle note di musica house. La guardarono con insistenza e Brenda si sentì fuori luogo con le sue scarpette dai tacchi alti e il soprabito elegante. L'asfalto bagnato rifletteva il cielo grigio piombo e infreddolita si strinse nel soprabito scostandosi i capelli dal viso.
Il giorno prima aveva ricevuto una telefonata in radio: era Malcom che chissà come era riuscito a recuperare il numero. Ancora turbata per quello che era successo al mercato, aveva tirato un lungo respiro e aveva risposto distaccata, ma gentile. Malcom, altrettanto educato, l'aveva informata di aver parlato con Sullivan che aveva accettato di conoscerla e che ci teneva ad invitarla alla festa d'Autunno che l'RHD organizzava tutti gli anni in quel periodo. Ed era stato tutto, le aveva dato quell'indirizzo di Brixton e l'aveva salutata. Non era riuscita a chiudere occhio per buona parte della notte, ma si era girata e rigirata nel letto senza sosta pensando a ciò che era successo a Camden qualche giorno prima, fino a che era piombata in un sonno agitato. Era una stupida: aveva deciso proprio lei che con Malcom avrebbe mantenuto solo un comportamento amichevole e invece averlo visto in quell'atteggiamento intimo con un'altra donna l'aveva fatta scappata via, di nuovo. Aveva gironzolato per un po' per il quartiere di cattivo umore, avendo sempre cura di non imbattersi nella coppia e alla fine si era infilata nella prima fermata della metro per andarsene in radio. Non riusciva a comprendere perché fosse così irrazionale nei confronti di quell'uomo. Ciò che le bruciava, intuì in maniera inconsapevole, era che fintanto che lei aveva il controllo della situazione andava bene, ma scontrarsi con la realtà era un altro paio di maniche. Tirò un sospiro e prese una decisione definitiva, quell'episodio l'avrebbe resa ancora più risoluta a rispettare la decisione già presa nei confronti di Malcom: si sarebbe mantenuta a distanza, avrebbe tenuto il suo cuore al riparo. Brenda rimase impalata ancora per qualche minuto davanti al palazzo tormentandosi una pellicina. Una stilettata di dolore la riscosse e si guardò contrariata l'indice da cui uscì una gocciolina di sangue.- Ti sei persa?
La voce di Malcom la fece sobbalzare: non si era accorta che nel frattempo l'aveva raggiunta. Per un momento rimase incantata ad osservarlo, forse non l'aveva mai visto così sexy: indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate sugli avambracci infilata nei jeans neri e i capelli appena lavati svolazzavano intorno al viso. Si riscosse appena in tempo per sentirlo dire:
- Senti, riguardo a quello che è successo l'altro giorno...
- Guarda che non mi devi nessuna spiegazione - s'irrigidì - Sono qui solo per lavoro: quello che fai nella tua vita privata è affar tuo e non mi interessa.Malcom ne fu snervato, lei non voleva neanche starlo a sentire. Piegò le labbra in una smorfia amara:
- Ma bene, vedo che mi hai già giudicato e condannato. Avrei dovuto farci l'abitudine, ormai.
- Non fare il melodrammatico. Ovvio che non ti giudico, perché dovrei?
- E invece magari dovresti, non sai niente di me. Niente! Dai, vieni dentro. Divertiti alla festa o lavora, fa come vuoi.Un'attonita Brenda lo seguì fin dentro all'edificio, ancora sorpresa da quello scoppio d'ira. Malcom aveva le labbra strette e imprecava internamente: magnifico, davvero magnifico, adesso se possibile aveva incasinato ancora di più le cose!
L'atrio del centro polifunzionale era decorato con zucche scavate e riempite di girasoli, gerbere, foglie gialle e rosse e lunghe spighe, dei festoni arancioni e gialli decoravano le mura coperte da volantini in cui si pubblicizzavano le varie attività del centro e delle associazioni che vi erano ospitate. Uno striscione più grande degli altri campeggiava sopra una porta a doppio battente e recitava 15° Festa d'Autunno dell'EFFRA SOCIAL. Una donna in carne di mezz'età si affacciò dalla porta e si illuminò non appena vide Malcom:
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Per arrivare al tuo sorriso
ChickLitBrenda, ragazza brillante e un poco goffa, deve per forza andare a quella premiazione a York. Ce la porterà un amico del fratello. Quel che Brenda non immagina è che Malcom sia così tremendamente sexy e sfrontato. Se quel giorno non ci fosse stato u...