V. Still don't know where you're going You're still just a face in the crowd

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- Omar, passa quella palla, Leo vai alto sulla fascia. Dai ragazzi, muovete quelle gambe! Veloci!


Malcom fischiò un paio di volte e i ragazzi in campo ripresero a muoversi con più vigore, si voltò verso il suo vice, un ragazzone con una corta zazzera di ricci neri e occhiali dalla spessa montatura rossa che spiccava sulla pelle bruna e gli fece annotare qualcosa su un portablocco.
Era l'ultimo allenamento importante prima della partita di domenica. Gli Effra Eagles dovevano giocare con i Clapham Cardinals che era la squadra a capo del loro girone. Era la partita di ritorno e loro avevano due punti di svantaggio.
Malcom aveva deciso di lavorare soprattutto sul possesso palla, perciò aveva diviso i ragazzi in tre squadre, di cui una a rotazione in appoggio di sponda. Quando una delle due squadre riusciva a compiere un numero di passaggi predefinito doveva scattare in avanti e verticalizzare nel modo più veloce possibile.

- Allen, sta attento alla tua destra, su, su, su!


I ragazzi correvano passandosi la palla e cercando di rubarsela a vicenda. Uno di loro, più mingherlino, scattò sulla fascia sinistra, saltò un paio di avversari, mantenne la palla in uno scontro uno contro uno e con un calcio potente la piazzò in rete da tre quarti.
I compagni di squadra esultarono e corsero ad abbracciarlo. Malcom fischiò e batté le mani un paio di volte per richiamare i ragazzi intorno a sè:

- Bravissimo Nazim, vedi di fare sti numeri anche in campo! Allora, ragazzi: Domenica è una partita importante, i Cardinals saranno più arroganti del solito, non fatevi provocare. Usate la testa e attenetevi alle tattiche che abbiamo studiato, ok? Adesso seguite gli esercizi che abbiamo preparato con Jamal.


Brenda si era avvicinata alla rete che delimitava il bordo campo e poteva osservare Malcom che preparava i suoi ragazzi, indossava pantaloni della tuta grigi e una felpa nera con un logo giallo. Era un po' che lo guardava e fu colpita dalla sua autorità. Si muoveva sicuro avanti e indietro incitando i propri calciatori senza mai essere aggressivo, ma dando loro lo stimolo giusto per fare del loro meglio. Si vedeva che i ragazzi lo avrebbero seguito con dedizione qualsiasi cosa avesse chiesto loro. Malcom si voltò e appena la vide la gratificò di un sorriso estasiato a cui lei rispose con un saluto della mano.

- Mister, hey Mister, è la tua fidanzata quella?


Berciò uno dei ragazzi, un biondino dall'espressione furbetta dando di gomito a un compagno, che replicò:

- Complimenti Mister: è proprio un bel bocconcino!


Altri ragazzi risero di nuovo.

- Ancora no e ora forza: altri tre giri di campo, così smettete di dire cavolate.- Ma Mister!- Un'altra parola e i giri diventano cinque! - strizzò un occhio all'assistente - Jamal tienili in riga. Mi prendo qualche minuto.

Raggiunse Brenda, che non aveva seguito tutto lo scambio tra allenatore e giocatori.

- Come mai sei qui?


Le chiese, spostandole una ciocca di capelli dalla fronte:

- Mi sa che i tuoi ragazzi mi daranno la colpa per questo.- Non preoccuparti per loro, tanto dovevano correre comunque.


Le lanciò un'occhiata d'apprezzamento: indossava dei semplici jeans, stivaletti senza tacco e un maglioncino morbido color fragola che le metteva in risalto i capelli neri lasciati sciolti. Brenda aveva deciso di vestire sportiva per l'occasione, anche perché era venuta con i mezzi e voleva essere comoda ed evitare di cadere, prendere storte o fare altre figure altrettanto barbine.
C'era un baracchino di cibi e bibite calde poco più avanti sulla strada e Malcom le propose di prendere un caffè insieme, era sorpreso e gratificato che lei si fosse presa la briga di arrivare fin là solo per vederlo. Brenda accettò, le stava risultando difficile iniziare la conversazione che aveva in mente: si era preparata tutto un discorso super efficace, ma ora avrebbe dato qualsiasi cosa per procrastinare ancora un po' e accettò volentieri di bere qualcosa con lui. Il cielo era di un celeste limpido, ma tirava un vento freddo che la faceva rabbrividire. Ordinarono un caffè e un the e li andarono a bere seduti a una panchina poco discosta. Brenda soffiò sul caffè bollente, godendo del tepore che le scaldava le mani. Malcom bevve subito un sorso e si scottò la lingua col the rovente. Lei rise mentre, senza pensare, gli asciugava con un dito una piccola goccia di liquido dal mento. Malcom allargò le labbra in un sorriso tenero e Brenda improvvisamente imbarazzata non seppe più dove guardare e mettere le mani. Adorava vederla così vulnerabile e fece veramente uno sforzo su se stesso per non attirarla a sé e baciarla lì su due piedi. Ma si rese conto che Brenda era in difficoltà non tanto per il gesto appena compiuto, quanto perché c'era qualcosa che l'agitava e questo lo mise sul chi vive. Aveva un certo sesto senso ormai per percepire i guai arrivare e il tanfo che sentiva era proprio quello. Perciò attese che lei parlasse, in silenzio, senza metterle pressioni. Brenda prese il coraggio a due mani:

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