3. My Name Is Louis

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HARRY'S POV

Mi indicò una porta a me totalmente estranea di funzione, mi incamminai lentamente e trovai un altro bagno, nel candido bianco della stanza spiccavano due capi dalle tonalità scure appesi accanto al lavandino; indossai solo la camicia di colore più scuro, era di circa due taglie più grande di quella che indossavo prima (ma perlomeno adesso non avevo i capezzoli al vento).

Uscì dalla stanza, ricevendo da parte delluomo uno sguardo vagamente compiaciuto e mi indicò con una mano il posto a sedere dallaltro lato della sua scrivania e scivolai lentamente sulla sedia di pelle rigorosamente nera, ero molto imbarazzato per la situazione e le condizioni nelle quali mi ero presentato, ma almeno non mi aveva mandato via a calci nel sedere come avevo previsto nella mia testa.

Mi sistemai meglio sulla sedia, spostandomi un po' a disagio, non riuscendo a trovare una posizione corretta per stare seduto.

L'uomo iniziò a squadrarmi e in quel momento, e oltre che a sentirmi in soggezione, percepivo il mio corpo diventare sempre più debole e pronto a qualsiasi cosa il mio cervello si stesse aspettando. Era una sensazione che non avevo mai provato, il mio corpo dimostrava un desiderio di eseguire qualcosa, senza che il mio cervello desse segnali, era come se fosse andato in sten-by.

Intanto luomo che si dovrebbe chiamare Louis iniziò a spostare fogli e firmare carte, senza prestarmi più la minima attenzione; abbassai lo sguardo imbarazzato attendendo una sua possibile mossa, mi fece aspettare circa dieci minuti che passai in silenzio a guardare regolarmente lorologio, fino a quando un colpo di tosse mi distrasse e lo guardai negli occhi.

Incontrai due pietre di un blu particolare e mai visto prima, lo potevo quasi comparare con gli occhi di quello strano lupo, a proposito dell'animale, avrei dovuto fare delle ricerche su di lui (ma era un lupo o una lupa?); ma era comunque un argomento differente.

'' Allora Signor Styles, abbiamo ricevuto il suo curriculum pochi giorni fa e ci ha veramente colpito per le sue doti e la sua malleabilità in quanto a lavoro, ha ottenuto e portato avanti vari impieghi in differenti ambiti lavorativi e considereremmo un grandissimo acquisto per la nostra società e per il personale, la sua presenza qui. Ha le qualità giuste per questo lavoro'' disse con lo sguardo puntato nel mio e aria convinta, aveva più fiducia lui nelle mie abilità che io stesso.

'' uhm... si, in questi ultimi anni ho svolto molti lavori differenti per necessità, questa per me sarebbe un'ottima opportunità per imparare'' dissi molto meno sicuro di lui di essere capace di portare a termine questo lavoro nel migliore dei modi, non avendo l'esperienza necessaria.

'' Mi assicurerò personalmente che lo sia, adesso passiamo ad alcune domande e precisazioni riguardo al tuo curriculum; innanzitutto vorrei saperne di più riguardo ai tuoi studi nella West-'' lo stavo ascoltando con attenzione quando venne interrotto bruscamente dalla porta d'ingresso sbattuta con violenza contro il muro. Mi girai spaventato a guardare la donna, che precedentemente mi aveva accolto, sulla soglia della porta che iniziò subito a parlare

'' Signor Tomlinson, il capo della società giapponese ha appena chiamato e non è daccordo con alcuni termini del contratto, vorrebbe riformularlo nei paragrafi 5,10 e 12 di pagina-'' parlò velocemente non prendendosi tempo né per delle pause né per riprendere fiato, con il capo chino sui fogli, fino a quando non diventò tutto più confuso.

Mister Tomlinson si alzò in piedi, sbattendo il pugno sulla scrivania di legno pregiato, aveva uno sguardo molto arrabbiato, tanto che i suoi occhi si erano avvicinati ad un blu scuro e l'iride era quasi totalmente oscurata dalla pupilla

'' Ti avevo detto che tutti gli impegni della giornata dovevano essere annullati e che per nessuna ragione dovevi entrare nel mio studio, figuriamoci se potevi farlo in questa maniera così irrispettosa''

'' Ma il capo-''

'' Non mi interessa assolutamente ciò che hai da dire''

Forse vi sarete chiesti perché non mi sono espresso in questo amabile dialogo, beh in realtà perché ero troppo occupato a preoccuparmi delle mie orecchie che avevano iniziato a fischiare in una maniera dolorosa; abbassai immediatamente la testa sentendo che il mio corpo mi implorava di farlo e di certo non avevo la forza, in quel momento, di contrastarlo.

Mi rannicchiai sulla poltrona, mettendomi le mani sulle orecchie e sentendo un liquido caldo su di esse, guardai le mie mani tremanti con le dita ricoperte del mio stesso sangue, mi spaventai talmente tanto da cercare di alzarmi e andare via.

L'idea del capo era sicuramente diversa, perché si era avvicinato e aveva messo una mano sulla mia spalla ed aveva iniziato ad accarezzarla; iniziai a fare dei suoni molto simili a delle fusa (era una cosa che avevo sempre fatto, ma da quando non c'erano più i miei, non era mai capitata l'occasione) mentre luomo mi parlava, nonostante sembrava stesse gridando, non riuscivo a capirlo e continuavo a sentire questo fischio riempirmi le orecchie e ad avere la vista sfuocata.

Ad un certo punto tutto il rumore si affievolì e notai che le sue mani si erano spostate sul mio petto e le sue vene erano diventate più scure, tendenti quasi al nero, ma appena si accorse che lo stavo guardando si allontanò.

Quando lo fece, il mio corpo sembrò tornare ad appartenere a quel panico che lo attanagliava fino a pochi secondi prima; perciò tornò verso di me e si abbassò all'altezza della mia testa

"stai tranquillo, sei stato un bravo ragazzo, è tutto okay" mi disse proprio affianco al mio orecchio; quelle parole tranquillizzarono tutto il mio corpo senza che pensassi razionalmente a cosa significassero e al perché le avesse dette.

Si sedette di nuovo sulla poltrona e riprese i fogli in mano, come se tutto ciò che fosse fatto fosse completamente normale

'' Allora per quanto riguarda le domande sul suo conto, potrò aspettare di sentire le risposte sul posto di lavoro da domani'' disse ammiccando leggermente in modo decisamente ironico. Evidentemente misi su una faccia piuttosto confusa, tanto da portarlo a chiedermi cosa fosse successo

'' n-no, n-niente assolutamente niente'' cercavo di celare nel miglior modo possibile la stupefazione dellaver ottenuto quel lavoro senza neanche tanti sforzi

'' va bene, come dici tu, l'orario di lavoro è quello pomeridiano dalle quindici alle diciotto, con una pausa alla sedici'' disse tranquillamente, rimasi sinceramente colpito dalle ore molto ridotte

'' perché questo orario? Ho letto sul contratto che lorario lavorativo full-time prevedeva un minimo di sei ore, pensavo il lavoro non fosse part-time'' chiesi avendo paura di una possibile fregatura, molto probabile date le capacità intellettuali che luomo sembrava possedere con grande abilità, non sarebbe stato difficile per lui raggirarmi

'' non mi aspettavo lo notassi, svolgerai un orario part-time e verrai pagato per un full-time'' lo disse come se fosse una cosa sensata da fare e gli chiesi ansiosamente il perché di questa scelta, ci rimetteva l'azienda stessa con questa proposta

'' è un lavoro molto faticoso seguire il capo ovunque, non vorrei ti stancassi troppo'' disse guardando ancora sui fogli, mi chiedevo cosa avesse tanto da guardare, ormai li avrà letti come minimo cinque volte per foglio

'' okay, le credo''

'' puoi darmi del tu come faccio io''

"certo, come vuole-vuoi'' prevedevo non sarebbe stato un grande sforzo svolgere quel lavoro con efficienza

"e comunque mi puoi chiamare Louis'' rivelò così il suo nome, lo stesso che poi era inciso sulla targhetta.

Dopo quest'ultima affermazione, mi alzai e tesi la mano per salutarlo nella maniera più formale possibile, lui si alzò dalla poltrona in pelle e mi strinse la mano; appena lo fece, notai come la sua mano fosse calda, sembrava quasi bollente o semplicemente ero io quello congelato tra i due.

Mi voltai di spalle e uscì dallo studio, diretto di nuovo verso la fermata dellautobus; aspettai come al solito più di trenta minuti, ma alla fine riuscì finalmente a rimettere piede in casa.

Trovai un post-it attaccato sulla lampada posta nel tavolino accanto al divano, mi ricordava delle ricerche che dovevo fare sul lupo, ma ero troppo stanco, quella giornata era stata fin troppo pesante; rimandai perciò alla mattina dopo.

Conteggio parole: 1347

Data aggiornamento: 01/08/2020

Wolf's Princess - a Larry Stylinson's story 🐺 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora