Capitolo 3

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"Dobbiamo parlare"

Questa frase si ripete nel mio cervello continuamente.
Non so cosa pensare o solo immaginare.

Si sa che quando si udiscono le parole 'dobbiamo parlare' dette con sguardo serio, nella tu mente cominciano a susseguirsi i peggio scenari.

"Beh,allora parla" mi appoggio con la schiena al muro incrociando le braccia al petto.

I suoi occhi verdi mi scrutano con attenzione,non lasciando trapelare alcuna emozione.
Mi fissa come a cercare qualche traccia di insicurezza e paura, le quali non troverà.

Non ho passato 19 anni della mia vita a puntate in alto per farmi buttare giù dal primo ostacolo.

Sono un Evans.

Papà sospira passandosi una mano tra i capelli.

"Dobbiamo partire."

"In che senso 'dobbiamo partire'?
Non ho intenzione di andare da nessuna parte" non ora che c'è Evandel vorrei aggiungere.

"Non tu Kyle.
Io e tua madre.
Dobbiamo partire, dobbimo tornare a Madrid" gira lo sguardo fissando la tv, spenta.

"Papà che succede?" Lascio andare le braccia lungo i fianchi.

"Vedi -scuore la testa lentamente- i tuoi nonni non stanno bene.
Mio padre è ricoverato in ospedale da due mesi e io l'ho scoperto solo stamattina,poiché le sue condizioni si sono aggravate.
Mamma non è in grado di reggere tutto da sola, ha bisogno di me e io ho bisogno di Amber.
Non ce la farei a sopportare tutto senza di lei."

Vedo i suoi occhi frasi lucidi.
Papà ha sempre avuto un buon rapporto con i nonni.
Siamo le classiche famiglie che si chiamano ogni settimana e vanno a farsi visita anche se non c'è alcuna festività ricorrente.

I nonni sono probabilmente il modello di genitori di chiunque, e devo ringraziare loro se la mia famiglia è quella che è.

"Io- mi dispiace papà" sussurro avvicinandomi piano.

Se c'è una cosa che accomuna me e mio padre oltre ai nostri occhi verdi smeraldo, è la delicatezza nei momenti sensibili.
Quando stiamo male tendiamo a cercare affetto ma nella sua forma più silenziosa, senza chiedere nulla direttamente.

"No, dispiace a me.
Avrei dovuto dirtelo prima e non sfogarmi urandoti contro come poco fa.
Sono assolutamente sicuro che saresti un ottimo capo,con o senza aiuto so che lotteresti con le unghie e con i denti per salvare ciò che ti aspetta di diritto.
Per trovare sempre una scelta."

Sorrido alle sue parole aumentando la stretta sulla sua spalla.

"Ti voglio bene papà" mormoro mentre mio padre mi stringe in un abbraccio.

"Anch'io Ky e so che non c'è nessuno migliore di te a cui affidare il comando" mi lascia una pacca sulla spalla.

Annuisco facendogli intendere che sono felice delle parole pronunciate.

Sembra capire perché subito passa all'attacco.

"Allora...chi è quella ragazza?" Sorride malizioso.

"Papà" sorrido falsamente a denti stretti.

"Si?"

"Vaffanculo."

[...]

Entro in cucina riponendo nella tasca posteriore il telefono che tenevo tra le mani.

Trovo mia madre ed Eva sedute sul tavolo intente a mangiare biscotti mentre guardano un album di foto.

Quell'album di foto.

"Guarda qui tesoro, qui Kyle aveva appena fatto la pipì nel letto e per non farsi beccare ha finto di aver rovesciato il succo di limone.
Era un bambino furbo." Ride seguita dalla risata della ragazza dagli occhi di fumo.

Mi schiariaco la voce avvicinandomi.

"Mamma?" Sorrido falsamente mettendomi  fianco di Evandel.

"Si tesoro?" Ricambia il sorriso guardandomi con aria di sfida.

Sorrido perfido per l'idea che mi è venuta in mente.

"Mi sembra di aver visto papà andare in ufficio.
E poco dopo l'ha seguito una  certa Carolina, sembrava molto di fretta." le faccio l'occhiolino

"Brutta figlia di una..." si alza di scatto facendo cadere l'album, che provoca un tonfo a contatto con la superficie del tavolo.

Carolina era un' 'amica' di letto di mio padre prima che conoscesse la mamma.
Ora io ho tirato un stronzata per farla allontanare, ma questo chi lo dice alla mamma...?

Mi giro verso la ragazza al mio fianco anche ora mi guarda tra il divertito e l'accusatorio.

"Non guardarmi così raggio di sole, dovevo pur levarmela dalle palle" mi lascio cadere sulla sedia.

Sorride e automaticamente sorrido anche  io.

Subito dopo torna seria fissandomi con una nota di preoccupazione, inclinando la testa di lato.

La guardo fisso negli occhi,poi sospiro distogliendo lo sguardo.

"È okay. Non abbiamo litigato e io sto bene"  taglio corto.

Annuisce insicura e prende a torturarsi le dita.

Guardo il suo meraviglioso viso, ripetendo per la milionesima volta quanto sia bella.

Chissà cosa l'ha portata ad essere cosi, sono sicuro che se parlasse la sua voce sarebbe simile al canto degli angeli.

"Ho intenzione di leggerti,raggio si sole.
Dalla prima pagina fino all' ultima." Sussurro attirandola tra le mie braccia.

***
Salve a tutti gente!
Mi scuso per il ritardo, ma è stato un periodo difficile e io sentivo la necessità di staccare un po' d tutto.

Cercherò di tornare come prima a pubblicare.

Grazie a tutti per la pazienza.
Spero il capitolo vi piaccia, lasciate un commento

P.s. fatemi sapere cosa ne pensate.

𝙎𝙞𝙡𝙚𝙣𝙘𝙚 𝙞𝙨 𝙉𝙤𝙞𝙨𝙮 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora