𝙼𝚊𝚏𝚒𝚊 𝚗𝚎𝚟𝚎𝚛 𝚏𝚊𝚕𝚕𝚜 𝚊𝚜𝚕𝚎𝚎𝚙 •••ˢʰⁱⁿ ˢᵒᵘᵏᵒᵏᵘ•••

Chapter three

Hinata's pov

Se devo essere sincero, non avevo ben chiaro il perché quello stronzo di Golzine volesse la tigre mannara, solo che devo sottostare ai suoi ordini, quindi se lui dice così devo farlo.
Punto e basta.
Devo anche sbrigarmi, sta notte arriva Bakugou e devo andare a prenderlo.

Devo ricordarmi di non fare il nome di Kirishima, il migliore amico del mio target che seguo ormai da un paio di giorni, davanti a lui, vorrei che lo incontrasse una volta finito tutto ciò.

Ho ancora un paio di ore per rapire Jinko, come lo chiama sempre Akutagawa. Lui ne parla un po' troppo, di come sta impazzendo per via della promessa e di quanto non veda l'ora di ucciderlo. Giurerei di averlo sentito ogni tanto riflettere su quanto fosse carino, e che gli stava fottendo il cervello.
Poverino deve ancora capire tutto.

Adesso io ed il mio ragazzo lo stiamo seguendo fino ai dormitori, sembriamo solo una tranquilla coppia di innamorati che passeggiano, in parte è vero stiamo assieme, però lo vedo che Atsushi non è molto tranquillo.
È come se si aspettasse qualcosa.

Mentre camminiamo mano nella mano Atsumu mi tira verso di lui cingendomi i fianchi e appoggia la sua fronte alla mia, abbassandosi, dato che sono molto più basso di lui.
Alzo lo sguardo ritrovando, due magnifici occhi blu, magnetici e timidi, che da un paio di giorni a questa parte mi hanno completamente catturato.

Ma che diamine mi prende? Atsumu non ha gli occhi blu, quelli li ha Kageyama, Hinata ripigliati.

Mi bacia, un semplice bacio a stampo, da cui mi stacco, sorprendendo me stesso.

Hinata:- ohi, ma che ti prende?

Atsumu:- la tigre si stava girando, e dato che ti ha visto prima al bar in faccia grazie al suo amichetto del cuore non volevo rischiare che ti riconoscesse, piuttosto a te che ti prende Sho?! Non hai mai rifiutato un mio bacio-, lo dice con tono inquisitore, sembra quasi che voglia studiarmi a fondo, non sopporto quando fa così. Solo ora riconosco i suoi occhi ambrati, piccoli e taglienti, gli occhi di chi gioca con la furbizia e sa di poter intimorire chiunque, ma ecco, io non faccio parte di quelli.

Hinata:- Atsu non ho nulla, mi è solo sembrato strano il tuo comportamento, stai tranquillo. Ora però andiamo a fare il nostro lavoro, ormai dovrebbero essere quasi arrivati ai dormitori, spero solo che quei due non siano nei paraggi-.
Fa un cenno con la testa in risposta e mi riprende per mano, iniziando a camminare sempre più veloce, mi sta praticamente trascinando!

Ma insomma Atsumu, ho le gambe più corte delle tue brutto stronzo, rallenta.

Una volta arrivati alla strada del dormitorio ci mettiamo dietro un angolo a guardare cosa fanno, e stupendomi, Atsushi rimane da solo, quei due se ne stanno davvero andando via.

Meno male, almeno mi rendono le cose più facili.

Il capo ci ha avvertito di quello che fa con la sua abilità, di cosa può diventare, quindi dobbiamo prestare massima attenzione.

Il piano è questo: Atsumu con la sua abilità farà crescere dei rami da suo collo fino ad arrivare alla tigre ed intrappolarla fra essi; una volta fatto ciò entro in gioco io, gli sparo un tranquillante e poi lo isolo in uno subspazio grazie alla mia abilità.
Se tutto andrà secondo i piani alla fine lasceremo un pacchetto sulla spoglia della sua porta, come avvertimento, penso che Miya voglia tagliargli qualcosa, tipo un orecchio, tanto poi si rigenera, e lasciare un bigliettino da parte del boss:

provate solo a venire a riprenderla e vi ammazzeremo tutti, dal primo sino all'ultimo.

Questo gesto mi lascia a bocca aperta, sa benissimo che nell'agenzia c'è Kageyama che ha l'abilità di ultra-deduzione e c'è Dazai, quindi non mi spiego il perché, è come lasciargli un indizio, una prova, così finiranno per trovarla subito.
Faccio a Miya il segno di iniziare, vedo i rami spuntare dal collo e dalle sue mani, allungandosi fino ad intrappolare Atsushi, che si dimena e cerca di liberarsi attivando la sua abilità, ma è troppo lento, io ho già sparato il tranquillante e lui, nel giro di 5 secondi si è già addormentato.