Chapter fourteen

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Kirishima's pov

Dopo aver parlato con Eiji mi sento ancora più rincoglionito e dolorante, come se mi avesse preso in pieno un tram.
Mi scoppia la testa e sento la mia abilità agire, permettendo alla ferita di cicatrizzarsi, fortunatamente il proiettile è uscito fuori, questo mi semplifica tutto.
Ora però devo affrontare un'altra rottura di palle: parlare con l'ex pazza del mio ragazzo che ha intenzione di torturarmi, molto probabilmente, con quel coltello.

Okay devo mantenere la calma...

COME FACCIO A MANTENERE LA CALMA, QUESTA VUOLE UCCIDERMI.

Sento il battito cardiaco accelerare e insieme ad esso anche il mio respiro, non posso andare nel panico adesso.
Sto cercando di regolarizzare il respiro pensando a qualcosa che mi faccia calmare, ma non è tutto, dinnanzi a noi si erge un muro di... rami?
Oh, deve essere parte del piano, c'è lo zampino di Miya, in questo modo non posso vedere come se la cava Kags e come sta Eiji.

Uraraka mi si avvicina lentamente con un ghigno disegnato sulla faccia e la sua arma nella mano, io sono ancora disteso per terra con le mani legate dalle corde.
Mi metto a sedere con le poche forze rimaste mentre lei si abbassa alla mia altezza e mi guarda negli occhi, nei suoi scorgo un luccichio, quello della pazzia, ormai deve aver perso completamente la ragione.

Poverina un po' mi fa pena, venire a conoscenza che quello con cui stavi è gay e si è messo con te solo perché obbligato dal patrigno deve essere stato orribile.

La sua voce mi riporta alla realtà, facendomi venire i brividi.

Uraraka:- allora vediamo, frocetto, come hai fatto a sedurre il mio ragazzo? Lo hai drogato o ricattato? Dimmi come e subito!-

Ma le manca qualche rotella? Lo ha ascoltato tutto il discorso di Katsuki rivolto a Golzine o si è foderata le orecchie col prosciutto?

Kirishima:- io non ho fatto nulla, Uraraka, lui mi ama da molto tempo, gli piaccio da quando eravamo piccoli, non ho fatto nulla per sedurlo perché i nostri cuori si appartenevano già da tempo, non puoi fare niente.
Come ho già detto lui è gay e mi ama-

Lei scatta come una furia e col coltellino preme sulla coscia sinistra, disegnando una linea sulla mia pelle abbastanza profonda, calcolata per farmi soffrire e non morire dissanguato.

Per dare tempo alla mia abilità di agire e potermi torturare per molto tempo.

Mi sento come se fossi una tela e lei la pittrice.

Al posto del pennello però c'è un'arma molto affilata a contatto con le mie carni.

Al momento provo solo dolore, quello che ti mozza il fiato, rendendo complicato anche un compito semplice e automatico come il respirare.
Non urlo.
Non voglio ancora darle questa soddisfazione, per ora è ancora abbastanza sopportabile.

Uraraka:- non è vero, non è vero niente, lui ama me. Solo me. Io sono stata il suo primo bacio-

Kirishima:- però non siete mai andati avanti giusto? Ti sei mai chiesta perché oltre ai bacetti a stampo e qualche limone non siete mai andati avanti? No perché a me lui ha raccontato tutto. Non ci sono segreti tra noi-

Stavolta non si limita al coltello, non avevo notato l'arsenale dietro di lei su un tavolino. Prende quello che sembrerebbe un batticarne e lo usa su di me, manco fossi una fettina di maiale da ammorbidire.

Mi arriva un colpo dritto sulla rotula, fratturandola probabilmente, stavolta però colpisce la mia gamba destra.
Il dolore che provo è indescrivibile, ci manca poco che svenga.
Lascio uscire un sospiro e trattengo un urlo.

𝙼𝚊𝚏𝚒𝚊 𝚗𝚎𝚟𝚎𝚛 𝚏𝚊𝚕𝚕𝚜 𝚊𝚜𝚕𝚎𝚎𝚙 •••ˢʰⁱⁿ ˢᵒᵘᵏᵒᵏᵘ•••Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora