Il trenta maggio mi sveglio e noto che Alec non c'è, così mi alzo e guardo in camera di Lucy, dove c'è solo lei.
Scendo sotto e vado in cucina: Max e Alec stanno parlando con la colazione davanti.
"Buongiorno." Dico sbadigliando e sedendomi al mio posto. Già abbiamo parlato a Max e Lucy del pensiero di avere figli e Lucy si è ripromessa di fare meno shopping per guadagnare per il bambino. In breve sono assolutamente d'accordo.
"Non mangi?" Chiede Alec.
"No, oggi ho le analisi."
"Analisi?" Fa Max.
"Del sangue. Un semplice controllo. Quando si fanno le analisi non si deve fare colazione."
"Ahh." Max prende un po' d'acqua.
"Devo andare." Mi alzo e vado verso la porta, dove Alec mi raggiunge.
"Vuoi che ti accompagni?" Mi chiede. Sorrido.
"Ciao." Lo saluto, sfiorandogli le labbra con le mie e esco, prendo la macchina e vado all'ospedale.
Comincio ad aspettare e finalmente mi chiamano: entro, saluto e mi siedo sul lettino corciandomi la manica. La dottoressa si avvicina, infila la siringa e spinge lo stantuffo. Dopo pochi secondi caccia la siringa e comincia a controllare il mio sangue.
Ad un certo punto sbarra gli occhi, esce in tutta fretta e ritorna subito dopo con un dottore, indicandogli il computer. Il dottore legge, si siede e si strofina la fronte, poi si leva gli occhiali, chiude gli occhi e sospira.
"Signorina...?"
"Lightwood. Lily Barks in Lightwood."
"Signorina Lightwood, lei è sposata?"
Mi stupisco della domanda, ma rispondo tranquilla:
"Sì. Mi sono sposata a marzo."
"Auguri."
"Grazie."
Ha ancora gli occhi chiusi. Poi li apre e mi guarda.
"Signorina Lightwood, lei è incinta."
Sono così stupita che quasi cado.
"C - cosa?"
"Lei aspetta un bambino. È incinta di due mesi."
Annuisco debolmente. Prendo la borsa, pago e mi danno una copia delle analisi. Me ne vado e torno a casa alla velocità della luce.
Max e Alec sono ancora in cucina e hanno finito di mangiare, mentre Lucy sta ancora a metà.
"Ciao... che hai? Sei pallida..." mi chiede Max.
"Stai bene?" Continua Alec.
"Ti devo parlare." Gli dico guardandolo. Lui si alza e andiamo in camera.
Mi accascio sul letto, lui si siede accanto a me e mi stringe.
Non avendo la forza di aprire bocca caccio la copia delle analisi e gliela dò. Lui la scorre velocemente con gli occhi e poi mi guarda.
"Scusa. Ora... telefono all'ospedale..." Gli dico singhiozzando.
"Per fare cosa?"
Mi giro verso di lui. Sto piangendo come una cretina. "Per a - abortire..."
"Vieni qui." Allunga la mano e mi tira verso di lui, poi mi fa stendere e si mette accanto a me, stringendomi. "Non ci pensare nemmeno. Il figlio è di tutti e due e questa cosa l'affronteremo insieme. È nostro figlio. Perché hai detto che vuoi abortire?"
Non credo alle mie orecchie. "Credevo che tu non lo volessi..."
"Probabilmente è successo la notte del matrimonio, ricordi? Io un figlio lo voglio. Avevo paura che tu non fossi pronta."
"Quindi lo terremo?" Gli chiedo guardandolo e tirando su col naso. Continuo a piangere senza riuscire a fermarmi.
"Certo, amore mio, certo." Mi asciuga le lacrime e mi abbraccia.
Tutta la paura scompare, perché se staremo insieme ce la faremo.
"Però lo dobbiamo dire a tutti." Dice lui. Annuisco. "Però sorridi. Odio vederti piangere." Rido poco convinta e scendiamo giù.
Quando arriviamo tutti si girano.
"Noi vi dobbiamo dire una cosa." Dice Alec. Mi guarda e annuisco: vuole che lo dica io.
"Noi... stiamo per diventare genitori."
Tutti ci guardano, poi Lucy si alza e mi viene davanti. La stretta della mano di Alec sulla mia si fa più forte. Lucy mi abbraccia forte, poi si stacca e abbraccia Alec, mentre Max abbraccia me e poi va anche lui da Alec. Invitiamo Mary, Mark e lo Gnomo a cena stasera per dirglielo.
Quando glielo diciamo Alex, come se ci avesse sentito, lancia un gridolino e comincia a ridere.
Nei giorni successivi sto sempre a controllarmi la pancia e verso il terzo mese comincia ad ingrossare. La nausea, le fitte... arriva così il quarto mese.
Stamattina mi alzo presto perché devo andare a fare l'ecografia per sapere il sesso.
STAI LEGGENDO
C'è una casa a Londra...
Fanfiction- Una donna - Un uomo - Una casa - Londra Questi sono gli elementi fondamentali che ho usato per questa storia. Ora sta a voi dirmi se bastano. Sta a voi dirmi che non so scrivere. O che so scrivere. Dipende da voi farmelo capire, perché io lo capi...