Nel quinto mese cominciano le voglie. Ho voglia di tutto, un secondo prima ho voglia di dolci alla crema, un secondo dopo ho un barattolo di nutella davanti. La pancia cresce e comincia a sembrare un pallone da calcio.
Mi sento sempre più pesante, le nausee sono sempre peggiori e le fitte sono fortissime.
"Ho voglia di nutella." Dico una mattina scendendo in cucina.
Alec, appoggiato in piedi a un mobile, alza gli occhi al cielo e mi prende la nutella. Apro il barattolo, ci guardo dentro, lo richiudo e dico:
"Anzi no, voglio salato. C'è il prosciutto?"
"No." Dice Alec secco. Pure lui è nervoso e stressato, anche per via del lavoro. È intrattabile ultimamente.
"Non l'ho chiesto a te." Rispondo acida. "Non ho più fame." Ho le lacrime agli occhi, salgo le scale e mi butto sul letto.
Non è colpa sua se ho gli ormoni in subbuglio. Vorrei solo che mi dicesse cosa gli sta succedendo, per capirlo e magari anche per aiutarlo.
Comincio a piangere; ultimamente basta un niente per farmi cominciare a lacrimare.
Qualche minuto dopo si apre la porta e un peso inclina il letto. Girata dall'altra parte non vedo chi è, ma riconosco il suo tocco, il suo profumo che tanto mi rassicura. Dio, perchè lo amo così tanto?
"Scusami per prima." Mi sussurra, con una voce che mi fa venir voglia di abbracciarlo e di tenerlo stretto a me, chiedergli scusa...
Non resisto, mi giro e vedo Alec che mi guarda triste.
"Se hai qualche problema con il lavoro o cose così dillo. Magari sfogarti può aiutarti." Gli sussurro.
Lui sorride triste e una lacrima gli scivola lungo la guancia:
"È che sono nervoso, mi hanno anche diminuito lo stipendio. Non è colpa tua. Scusami."
Gli sorrido e lo abbraccio forte. La sua mano finisce sulla mia pancia e la piccola dà un calcio. Rido e Alec mi massaggia la pancia.
"È vivace la piccola, eh?"
"Proprio come te." Dico io ridendo.
"Perfetto, ora almeno sappiamo da chi ha preso." Risponde felice.
Il sesto mese è piu semplice, le nausee se ne vanno e rimangono solo le voglie. Sia lodato Gesù Cristo!
Anche per Alec le cose diventano più semplici: mi sta sempre vicino, anche quando usciamo per il paese, e cammina sempre davanti a me, come se volesse proteggere sia me che la bambina.
Il settimo e l'ottavo mese la piccola è vivacissima: scalcia e si muove come un cavallo.
"Sicura che non è maschio?" Mi chiede Max, mentre io sono chinata e messa completamente k.o. per il dolore.
"Sta zitto." Rispondo io tra i denti, quasi volessi mordere la risposta.
E arriva il nono.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ciao a tutti/e! Scusate per il capitolo corto, ma in questi giorni è sempre un macello aggiornare perché sono piena di compiti e di verifiche in classe. Poi ho anche poca ispirazione. Vi prometto che il prossimo capitolo sarà più lungo.
Come vi pare ls storia? Nel prossimo capitolo succederà un groviglio di roba che spero vi piacerà.
Ciso a tutti e grazie per le letture!
STAI LEGGENDO
C'è una casa a Londra...
Hayran Kurgu- Una donna - Un uomo - Una casa - Londra Questi sono gli elementi fondamentali che ho usato per questa storia. Ora sta a voi dirmi se bastano. Sta a voi dirmi che non so scrivere. O che so scrivere. Dipende da voi farmelo capire, perché io lo capi...