4: Il Giorno più Bello della mia Vita

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La mattina del 21 sono ansiosissima. Arriva Lucy che mi fa fare un bagno caldo per rilassarmi e mi fa mettere il vestito. Lei e Max faranno i testimoni, Mary porterà le fedi e Mark, che ha dimestichezza con la macchina fotografica, sarà il fotografo.

Lucy mi fa sedere e comincia ad acconciarmi i capelli, mettendoci quasi un'ora, poi mi trucca e mi mette il velo. Quando mi guardo allo specchio non mi riconosco più. Sono diversa. Provo a sorridere.

In quel momento qualcuno bussa, Lucy apre ed entra Max, vestito di tutto punto con lo smocking nero e un piccolo fiore all'occhiello. Appena vede Lucy gli si illuminano gli occhi, poi vede me:

"Wow."

Arrossisco. Scendiamo tutti e vediamo la limousine pronta, così entriamo e partiamo insieme a Mary. Max e Mark vanno con un'altra macchina.

Quando arriviamo scendo e mi liscio il vestito. Entra per prima Mary con le fedi, poi Lucy. Mark è già dentro. Max mi prende e mi sussurra:

"Andrà tutto bene. Sei bellissima."

Annuisco debolmente con un groppo in gola e cominciamo a salire le scale. Quando entro sono già tutti in piedi e in fondo, davanti all'altare, c'è Alec. È bellissimo.

Mi avvicino e comincia la cerimonia. Alla fine arriva Mary con le fedi che mi sorride leggermente. Alec ne prende una e dice con voce limpida, forte e chiara:

"Lily, io ti dono questo anello come simbolo del mio amore." E me lo mette al dito. Ora tocca a me. Prendo l'altra fede e dico, cercando di mantenere la voce ferma:

"Alexander, io ti dono questo anello come simbolo del mio amore." E glielo metto al dito, mentre lui sorride, quando il prete dice:

"Vuoi tu, Alexander Jace Lightwood, prendere in moglie la cui presente Lily Isabelle Barks?"

"Lo voglio."

"E vuoi tu, Lily Isabelle Barks, prendere in marito il cui presente Alexander Jace Lightwood?"

"Lo voglio" rispondo con voce tremante.

"Allora io vi dichiaro Marito e Moglie. Può baciare la Sposa."

Alec si avvicina e mi bacia come non mi ha mai baciato. Poi ci stacchiamo e ci giriamo verso gli invitati che battono le mani. Lucy si è commossa, Mary anche, Mark scatta foto all'impazzata e Max ci sorride.

Ora capisco perché si dice che il giorno del Matrimonio è il più bello della tua vita.

Fuori dalla chiesa veniamo letteralmente assaliti da una folla beneaugurante, primi fra tutti Lucy, Max, Mary e Mark. Vedo persone mai viste, probabilmente parenti di Alec. Saliamo in macchina e comincia il corteo: giriamo per le strade di Londra con circa cinquanta macchine che suonano i clacson come assatanati. Poi ci dirigiamo verso il ristorante e qui partono tutti gli invitati con le loro famiglie che vogliono farsi le foto con noi. Alla fine non sento più le guance.

Il ristorante ha una sola sala enorme e i tavoli sono messi a circolo, con il nostro al centro. Dato che nè io nè Alec abbiamo invitato i nostri genitori per vari motivi al nostro tavolo ci sono mia sorella, mio cognato, Mark e Mary. Ma è solo il tempo di levarmi il velo che arriva da mangiare. È tutto squisito. Quando finiamo arrivano i primi e mangiamo anche quelli, poi io e Alec ci dobbiamo alzare per girare fra i tavoli e brindare con ben quarantasette famiglie.

Quando torniamo a sederci ci sono già i secondi. Ora per circa mezzora dovranno stare tutti seduti mentre i camerieri sistemano il buffet alla piscina, così dico ad Alec:

"Mi devo sgranchire le gambe, vado un po' fuori."

"Ti seguo."

Usciamo e passeggiamo per il praticello che circonda il ristorante e, dato che è pulita l'erba, mi levo le scarpe con i tacchi che mi stavano uccidendo e rimango a piedi nudi.

Finalmente possiamo stare un po' soli!

Camminiamo mano nella mano e lui dice:

"Sai che sei bellissima?"

"Grazie. Anche tu."

"Oggi è il giorno più bello della mia vita. È tutto perfetto e vorrei che non finisse mai."

"Io mi sento la donna più felice di tutte."

Lui si ferma e mi fa girare, poi mi bacia.

"Tutto ieri senza di te è stata una tortura." Dice con il fiato corto tra un bacio e l'altro.

Io mi tengo a lui e mi sento in paradiso, come se stessi volando. Le mie mani salgono sui sui capelli e vi si aggrappano. Quando ci stacchiamo ritorniamo davanti al ristorante, mi rimetto le scarpe e Alec stava per rientrare, ma io lo fermo e gli levo il rossetto dalle labbra:

"Non vogliamo certo che pensino che abbiamo fatto cose brutte sull'erba."

Sorride e rientriamo. Alex piange in braccio alla mamma, così Alec ci si avvicina e Mary glielo lascia tra le braccia. Alec comincia a fare smorfie e il suo gnomonimo ride. Ha gli sbalzi d'umore?

Mentre guardo Alec che lo culla e lo fa ridere immagino che il piccolo sia nostro figlio, immagino tutti noi felici, e non posso fare a meno di pensare che padre meraviglioso sarebbe e che uomo straordinario avrei al mio fianco. Tra l'altro quattro giorni fa ho compiuto ventitré anni e il due aprile Alec ne compirà venticinque...

Arriva un cameriere che mi comunica che il buffet è pronto, così comincio a cercare di attirare l'attenzione:

"Scusate signori! Vi voglio dire che il buffet accanto alla piscina è pronto, possiamo cominciare a spostarci."

Tutti si alzano e io e Alec usciamo per primi, dirigendoci al buffet. Hanno veramente fatto uno splendido lavoro: tanti tavolini sono stati messi da un lato lungo della piscina rettangolare, dal lato opposto un tavolo lunghissimo presenta ogni tipo di cibo. Il nostro tavolo è il più grande e si trova sul lato corto.

"Aspetta qui." Mi dice Alec e scompare tra la folla. Poco dopo torna con due piatti e uno lo dà a me:

"Ci sono fragole e banane bagnate nel cioccolato e vari dolci."

Si siede e comincia a mangiare e io lo imito.

Il buffet dura circa un'altra ora e poi gli invitati cominciano ad andarsene, fermandosi a fare le congratulazioni.

In sintesi siamo a casa alle nove di sera.

Appena arrivata mi cambio e mi metto nel letto, sono stanchissima; cado in uno stato di dormiveglia e mi sveglio di colpo perché Alec è dietro di me e mi sta baciando la nuca. Mi giro verso di lui e lo bacio, poi gli sussurro nel buio:

"Sai, ora che siamo sposati dovremmo cominciare a pensare a una famiglia. Qui c'è posto per due bambini e fino all'età di cinque anni dormirebbero qui con noi, poi si sposterebbero nella terza camera."

"Lo so, ma devi tener conto che per dei figli servono soldi e pazienza."

"Lo so."

"Perfetto." Mi si mette sopra e mi fa sua.

C'è una casa a Londra...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora