Puoi essere chiunque tu voglia.

3.6K 124 293
                                    

Apro l'armadio e tiro fuori un paio di pantaloni corti grigi, una canottiera bianca e poi chiudo le ante davanti a me.
Levo la maglietta che uso sempre come pigiama e poi indosso i vestiti che ho selezionato, per poi andare in bagno e legare velocemente i miei capelli in una coda alta.
Sono le sei della mattina e ormai ero sveglia già da un pezzo, così al posto di rimanere a letto a riflettere sui problemi esistenziali della vita ho deciso di andare a fare una corsetta in spiaggia.
Non sono mai stata una tipa mattiniera ma, una volta trasferita a Parigi, ho dovuto cambiare anche questo aspetto della mia vita per rimanere dietro a tutti gli allenamenti che iniziavano sempre molto presto per poi durare tutto il giorno.
Esco da camera mia e, con la casa ancora immersa nel silenzio, scendo le scale ma mi blocco subito quando Tom esce dalla cucina.
Anche lui è vestito in maniera sportiva: indossa un paio di pantaloni corti fino al ginocchio neri, una canottiera bianca abbastanza larga e ai piedi porta delle scarpe da ginnastica leggermente consumate.

"Da quando sei così mattiniera?"
Mi domanda curioso.

"Sono cambiate tante cose da quando hai deciso di sparire dalla mia vita."
Rispondo come sempre acidamente.

Lui alza gli occhi al cielo, mentre una piccola parte di me si pente di avergli risposto così male.
Se prima il nostro rapporto non era dei migliori, dopo la cena di due giorni fa sembriamo a tutti gli effetti degli sconosciuti.
Degli sconosciuti che, però, hanno passato una vita intera insieme.
Degli sconosciuti che, però, sono cresciuti insieme.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a percepire il suo sguardo analizzare ogni centimetro del mio corpo, che era fasciato da un semplice tubino nero.
Quando ripenso a quel momento il mio stomaco va sempre in subbuglio e il mio cuore batte sempre fortissimo.
Come riesce, Tom, a provocarmi tutte queste sensazioni solamente guardandomi?
È proprio questo quello che mi spaventa, sono queste sensazioni così forti che mi mandano fuori di testa perché non posso provarle.
O almeno, non posso provarle a causa sua.

"Per un'oretta riesci a mettere da parte l'odio che provi per me e venire con me, a correre?"
Mi chiede Tom incrociando le braccia al petto.

Questo suo gesto non fa altro che mettere in risalto i suoi bicipiti super allenati ed io devo metterci tutta la mia buona volontà per distogliere lo sguardo, portandolo poi altrove.
Vorrei tanto dire a Tom che, quello che provo per lui, non è odio ma solo rabbia.
Rabbia per non aver parlato con me, per non essersi aperto con me, per non avermi detto quanta paura stesse provando vedendomi partire.
Gli avrei detto che anch'io avevo paura, che ero terrorizzata a ricominciare una nuova vita e forse avremmo potuto affrontare tutto insieme.
Le nostre paure sarebbero state più leggere, se portate sulle spalle di entrambi e chissà forse saremmo ancora qui insieme invece che in questa situazione.

"Va bene, vengo a correre con te ma andiamo sulla spiaggia."
Affermo categorica.

"E spiaggia sia."
Esclama Tom sorridendo.

Abbasso lo sguardo per cercare di nascondere il piccolo sorriso che è nato sul mio volto e poi esco di casa, seguita poi da Tom mentre mi ripeto che nulla potrà andare storto durante quest'ora insieme.
O forse sì.






I colori dell'alba colorano il cielo e si riflettono nelle acque dell'oceano, creando un'atmosfera che non può far altro che lasciare tutti quanti senza fiato.
L'oceano avvolge la spiaggia come se fosse un grande abbraccio, mentre qualche gabbiano vola alto nel cielo.
La grande spiaggia è praticamente deserta dato l'orario e questo non fa altro che aumentare la pace che sto provando in questo momento: niente può battere l'odore del mare, il rumore delle onde e la leggere brezza che scompiglia quelle poche ciocche di capelli che sono scappate dalla mia coda.
Ormai io e Tom stiamo correndo da mezz'ora e le gocce di sudore hanno iniziato a scendere lungo le fronti di entrambi, mentre i nostri respiri hanno iniziato a diventare un po' più pesanti.
Però, all'improvviso, un dolore lancinante al ginocchio destro rompe il senso di pace che ho provato fino ad ora e non riesco a non trattenere un gemito di dolore.
Smetto di correre e mi accascio su me stessa, attirando l'attenzione di Tom che era qualche passo più avanti di me.
Mi raggiunge a grandi falcate e si abbassa, per essere così alla mia altezza.

You bring me home. || Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora