Mi avete deluso entrambi.

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"Oh ma stai scherzando? Non è difficile mettere la palla dentro al canestro."
Esclama Harrison esasperato.

"Senti non sono capace a giocare a basket, tu mi hai costretta a giocare ed ora non rompermi le palle."
Affermo fulminandolo con lo sguardo.

È quasi mezzogiorno ed io sono stata trascinata giù dal mio letto per scendere in cortile a giocare a basket: io e Harrison contro Tom.
Inutile dire che, pur essendo in maggioranza, io e mio fratello stiamo perdendo perché io sono decisamente negata per qualsiasi sport che comprenda l'uso di un pallone.
Tom, vedendoci litigare, scoppia a ridere e così io decido di tirargli il pallone addosso che non riesce a schivare, colpendolo così sulla spalla.

"Ehi, non te la prendere con me se sei scarsa."
Dice Tom alzando le spalle.

Lui e Harrison si battono il cinque ed io alzo gli occhi al cielo, rientrando in casa e sedendomi sul divano mettendo il broncio neanche avessi tre anni.
Sono abbastanza competitiva, si ed odio non riuscire al meglio in qualcosa.
Per riuscire a sopravvivere alla vita dell'Opera di Parigi devi essere così: devi puntare ad essere sempre la migliore, altrimenti non vai avanti.
Altrimenti rimarrai sempre nell'anonimato e sarai una delle tante ballerine.
Vengo subito raggiunta dai miei coinquilini e Tom si siede alla mia destra, mentre Harrison alla mia sinistra.

"Te la sei presa?"
Mi chiede Harrison trattenendo una risata.

"No."
Rispondo incrociando le braccia sotto al seno.

"Non sai proprio nascondere le cose."
Esclama Tom ridacchiando.

Circonda le mie spalle con il suo braccio e mi lascia un bacio sulla fronte, che fa crollare ogni mio muro e mi ritrovo così a sorridere.
Questo gesto non mi spaventa, perché so che per Harrison non è niente di strano dato che io e Tom ancor prima della mia partenza per Parigi siamo sempre stati affettuosi l'uno verso l'altro.
Per Harrison è sempre stata amicizia, per noi due qualcosa di più.
Com'è qualcosa di più ora, anche se continuo a non saperlo definire.
Sono passati un paio di giorni dal compleanno di mio fratello e quindi anche dal discorso che ho fatto con Jacob, eppure sono ancora qui a non aver preso una decisione.
Le parole di Jacob, sul fatto che Tom sia innamorato di me, continuano a frullarmi nella testa e non fanno altro che rendere più difficile la decisione che devo prendere.
È più difficile perché so che anche dalla sua parte ci sono dei sentimenti, quindi vuol dire che spezzargli il cuore sarà ancora più facile.
Io, però, non voglio.
Non voglio allontanarmi ancora da lui, non voglio perderlo di nuovo, non voglio ritrovarmi a versare lacrime perché abbiamo chiuso nuovamente i rapporti.

"Sei troppo competitiva sorellina."
Dice Harrison scuotendo la testa.

"Visto che continui a prendermi in giro, dopo a fare la spesa ci vai tu capito?"
Esclamo puntandogli il dito contro.

Mio fratello, come risposta, afferra un cuscino dal divano e mi colpisce in faccia.
Io prendo un altro cuscino e rispondo con lo stesso gesto, dando via ad una battaglia di cuscini che coinvolge molto presto anche Tom.
Ci rincorriamo per casa, ridiamo e urliamo come se fossimo dei bambini ed è proprio in questi momenti che mi sembra che il tempo non sia mai passato.
Siamo sempre stati noi tre e lo siamo ancora, con gli anni passati e con i problemi che ci pesano sulle spalle.
La verità è che non saremmo gli stessi, se mancasse anche solo uno di noi.
Siamo noi proprio perché siamo in tre, a sostenerci e a crescere insieme come abbiamo sempre fatto.








Jack mi manda un bacio e poi chiude la videochiamata, lasciandomi così seduta davanti alla scrivania a fissare lo schermo del mio computer che oramai è nero.
Mi lascio andare sullo schienale della sedia e tiro un sospiro profondo, pensando alla proposta che mi ha appena fatto il mio fidanzato: raggiungerlo a Parigi per qualche giorno.
Tra una settimana rimarrò qui a Los Angeles da sola perché Harrison, Tom, Jacob e Zendaya partiranno per terminare le riprese del nuovo film di Spider-Man e forse raggiungere Parigi sarebbe un'ottima soluzione per non stare da sola qui a casa per un mese intero.
E anche per capire se davvero non provo più nulla per Jack.
Sono talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorgo neanche che Tom è appena entrato in camera mia.

You bring me home. || Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora