Finalmente ti conosciamo.

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"Hai preso tutto?"
Mi domanda Harrison entrando nella mia stanza.

O meglio, quella che è stata la mia stanza.
Ora non lo sarà più, per un bel po' di tempo.
Sono passate due settimane, ottobre è finito e ha lasciato così spazio ad un novembre abbastanza freddo e grigio.
Queste due settimane penso che siano state le più strane della mia vita, perché tutto ciò che facevo durante la giornata aveva il sapore che hanno addosso le ultime volte.
Mi sono trasferita qui a Los Angeles che era maggio e quindi sono rimasta qui sei mesi, eppure mi sembra di viverci da anni interi.
Questa città è stata la cornice dei sei mesi più intensi della mia vita, è stata la cornice di un cambiamento radicale che sono stata io a subire.
Sono seduta al centro di quello che è stato il mio letto e mi guardo intorno, analizzando con cura ogni dettaglio delle quattro mura di questa stanza.
Qui dentro c'è impresso tutto: i primi litigi con Tom, i nostri primi baci rubati in segreto, i pomeriggi passati con Zendaya a parlare del più e del meno mentre eravamo stese sul letto, i mille film visti in compagnia di Harrison seduti qui sopra, le notti passate a dormire abbracciata a Tom e quelle passate a fare l'amore.
Sono talmente immersa nei miei pensieri che nemmeno mi accorgo che mio fratello si è seduto di fianco a me, circondandomi le spalle con il suo braccio.

"Così parti un'altra volta."
Dice lasciandosi scappare un lungo sospiro.

Appoggia il suo mento sulla mia spalla ed io volto leggermente la testa, quel poco che basta per poterlo guardare negli occhi.

"Che c'è? Hai paura di sentire troppo la mia mancanza?"
Gli domando in tono ironico.

Harrison scoppia a ridere e poi fa scendere le sue braccia sui miei fianchi, trascinandomi davanti a lui e facendomi appoggiare la mia schiena sul suo petto.

"Sei tu quella che non resisterà neanche un secondo senza di me."
Risponde mio fratello prendendomi in giro.

Io alzo gli occhi al cielo e poi porto la testa indietro, appoggiandola sulla sua spalla.
Chiudo gli occhi e mi stringo più che posso al petto di Harrison, mentre le sue braccia mi stringono forte come se non volesse più lasciarmi andare.
Ci siamo presi in giro, abbiamo scambiato delle battute ma lo abbiamo fatto unicamente per non ammettere la tristezza che stiamo provando in questo momento.
Fra poco dovrò prendere l'ennesimo aereo della mia vita, che mi porterà dall'altra parte del mondo rispetto a lui.
Sono sempre stata terrorizzata all'idea di vivere lontano da lui, eppure questo mio sentimento ora è decisamente più amplificato.
In questi ultimi mesi, Harrison è stato la mia luce infondo ad un tunnel buio che mi sembrava senza uscita.
Rimaniamo fermi in questa posizione ancora per qualche minuto, finché il nostro silenzio viene interrotto dalla voce di Tom proveniente dal piano di sotto che ci dice che è arrivato il momento di andare, altrimenti arriveremo in ritardo in aeroporto.
Harrison si lascia scappare un sospiro e così si alza dal letto, seguito da me.
Lui recupera la mia valigia ed entrambi ci dirigiamo verso la porta di camera mia, anche se poi io mi blocco sulla soglia di essa per osservarla un'ultima volta.

"Mi mancherà tutto questo."
Ammetto con un filo di voce.

Parigi l'ho sempre considerata la mia vera casa: lì avevo la danza, avevo quello che credevo fosse l'amore della mia vita e non avrei mai voluto andarmene da quella città.
Avrei voluto stare lì, per sempre.
Ora, a Parigi, sarà solo la danza a tenermi in vita.
Dovrò aggrapparmi a lei, ancora di più rispetto a quello che ho fatto in tutti questi anni.
Sarà lei che mi permetterà di ritagliarmi un posto speciale per scappare da quello che ormai è diventata Parigi per me: una prigione, un posto da cui scappare, un posto in cui ogni angolo mi ricorda quella terribile notte.
Mi chiedo se riuscirò ancora a sentirmi al sicuro, lì.
Mi chiedo se riuscirò a stringere amicizia con qualcuno, senza aver paura di fidarmi.

You bring me home. || Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora