Notifiche Instagram e prime incertezze.

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"Thomas Stanley Holland, vieni subito qui."
Urlo in modo da farmi sentire.

Sono le undici della mattina e siamo a casa da soli, dal momento che i miei coinquilini sono all'Opera già da qualche ora.
Dopo qualche secondo la porta della mia stanza si apre e rivela la figura del mio fidanzato che si appoggia allo stipite della porta, ancora con addosso solamente un paio di pantaloni della tuta grigi che ha usato per dormire.
Cerco di non concentrarmi sulle sue gambe muscolose perfettamente fasciate dalla tuta e cerco di non concentrarmi nemmeno sui suoi addominali scolpiti, che mi creano sempre parecchi scompensi.

"Che succede?"
Mi domanda Tom con fare innocente.

Incrocia le braccia al petto e questo gesto non fa altro che mettere in risalto i suoi bicipiti: deve assolutamente smetterla di essere sempre così sexy.
Scuoto la testa e mi risveglio dai miei pensieri poco innocenti, tornando a focalizzarmi sul perché io sia incredibilmente incazzata con il mio fidanzato.

"Sei arrivato ieri mattina e guarda in che condizioni sta la mia camera. Ti sei portato dietro vestiti per un mese intero quando domani sera partirai e sono tutti sparsi per la stanza. Quando smetterai di essere così disordinato?"
Rispondo con tono di rimprovero.

Il disordine è una delle cose che odio di più al mondo.
Sono una maniaca dell'ordine, adoro vedere ogni oggetto al proprio posto e non appena qualcosa non rispetta questo ordine impazzisco letteralmente.
Forse tutto questo è dovuto al fatto che ho bisogno di avere ogni cosa sotto controllo, perché odio anche solo il pensiero di trovarmi impreparata davanti a qualsiasi situazione.
Vivere a Los Angeles per mesi interi insieme a Tom e Harrison non è stato affatto semplice per il mio autocontrollo e per la mia pazienza, perché entrambi sono davvero le persone più disordinate presenti sulla faccia di questo mondo.
Ho perso decisamente il conto delle scenate che ho fatto ad entrambi e altrettante sono state le volte in cui loro due mi hanno presa in giro per questo lato del mio carattere, facendomi arrabbiare ancora di più.
E anche adesso succede la stessa cosa, dal momento che Tom scoppia a ridere davanti a me.

"No, non ridere perché non è divertente. Insomma, guarda che casino c'è in giro in questa stanza ed è tutta colpa tua."
Esclamo indicando un punto qualsiasi della mia camera da letto.

Per fermarsi qui a Parigi solamente tre giorni, Tom si è portato dietro una valigia carica di vestiti che probabilmente neanche una modella durante una sfilata indossa.
Tutti questi vestiti sono sparsi sul pavimento, ammucchiati sulla sedia della scrivania o sparsi ancora sulla superficie di essa.

"Dai Sophia ma che importa, tanto domani devo partire."
Afferma Tom sbuffando.

"Non mi interessa, ora tu metti a posto tutto quanto o giuro che l'ultima notte qui a Parigi la passerai sul divano."
Dico puntandogli il dito contro.

Il mio fidanzato trattiene ancora una risata ed io lo fulmino con lo sguardo, mentre lui subito dopo si avvicina lentamente a me non staccando i suoi occhi dai miei.

"Non lo faresti mai."
Esclama Tom ridacchiando.

"Non sfidarmi."
Sentenzio incrociando le braccia sotto al seno.

Lui muove ancora qualche passo verso di me e si blocca davanti alla mia figura, circondando poi i miei fianchi con le sue possenti braccia.

"Vuoi davvero farmi passare l'ultima notte qui, sul divano? Potremmo fare altro, non credi? Qualcosa di un po' più piacevole."
Sussurra avvicinandosi al mio volto.

"Prima l'ordine, poi il sesso."
Rispondo alzando le spalle.

"Ma non puoi dire sul serio."
Esclama Tom scrollando le spalle.

You bring me home. || Tom Holland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora