CAPITOLO 11

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Sbuffando afferro Kj per il braccio trascinandolo via verso il punto in cui sono venute le ragazze...

Cole
"Ma non dovremmo prendere i guanti? Io così non lo tocco" dice mentre pianta i piedi per terra, cercando di fermarmi.

"Dio, probabilmente quella fifona di Camila avrebbe avuto meno paura. È una persona come noi" cerco di rassicurarlo.

"Con la sola differenza che è morta" risponde piccato.

"Vado da solo allora" mollando il suo braccio, cammino a passo svelto, anche perché sarebbe più facile tirarmi dietro un armadio piuttosto che lui.

Sorrido vittorioso quando lo sento sbuffare e seguirmi, come farebbe un agnellino con la mamma mucca.

Si perché ovviamente il cucciolo della mucca è un agnellino.

"Oh cazzo" sento Kj imprecare, e girandomi mi accorgo che, perso com'ero nei miei pensieri, avevo superato il cadavere.

In effetti chi è che non nota un cadavere mentre cammina.

Mi avvicino al corpo, che impiccato pende dal ramo di un albero, e prendo dalla tasca posteriore dei jeans il mio coltellino svizzero.

"Perché cazzo hai un coltellino svizzero?!" urla Kj come se stessi per ucciderlo.

"Dobbiamo tirarlo giù, non possiamo lasciarlo appeso come una pinata. Dai vieni, aiutami a tenerlo mentre taglio la corda" boh, certe persone non le capisco.

Appunto, chi è che non è abituato ad abbracciare cadaveri.

Lui si avvicina con esitazione per poi afferrare le gambe dell'uomo e sollevarlo leggermente sù, così che io possa tagliare la corda. Dalla faccia che fa sembra stia per mettersi a vomitare, e devo ammettere che il corpo ha un odore nauseante.

Ma perché non gli consigli un profumo di Chanel? Già che ci sei.

Mi avvicino alla testa, coperta da un sacco, e taglio la corda afferrandolo subito dalle spalle, mentre Kj lo trattiene dalle ginocchia e lo poggiamo per terra.

Tiro fuori dallo zaino lo scotch rosso che mi porto dietro e faccio una grande x sull'albero su cui era appiccato l'uomo.

Ci incamminiamo verso le ragazze e su ogni albero lascio un pezzo di scotch, per fare in modo che i guardiani possano trovare il corpo.

Guardo Kj con la coda dell'occhio, notando la sua faccia traumatizzata. Forse non aveva mai visto un cadavere in vita sua, a differenza mia.

Incerto allungo un braccio verso di lui dandogli una pacca sulla spalla, non mi sono mai piaciute le smancerie.

Lui sorride subito felice come se gli avessi appena proposto di sposarci.

"Ti voglio bene, amico" di risposta gli sorrido. Non ho mai detto ti voglio bene, anche se lui probabilmente è l'unica persona a cui ne voglia.

Una volta arrivati da Cenerentola e Biancaneve vedo quest'ultima con la testa appoggiata sulle cosce della bionda, mentre parlottano.

"Ora andiamo al fiume, lì potrete continuare questo vostro momento lesbo e se volete mi unisco anche io" senza farci troppo caso a quello che ho appena detto, si alzano raccogliendo le loro cose e non chiedendo nulla a proposito del cadavere.

Ormai anche loro come me hanno capito che la tua malattia è incurabile.

Kj prende lo zaino che potrebbe benissimo contenere sua nonna e sua zia messe insieme. Credetemi, loro non sono di certo di piccole dimensioni.

Prendo di nuovo il cordoncino che avevo lasciato per terra e che mi porto dietro da quando siamo partiti dall'accampamento, così poi da poterci ritornare per la notte.

Inizio a camminare e ad ogni tot di alberi lo faccio girare attorno un ramo e così via. Mentre i deficienti mi seguono dietro.

L'unico deficiente qui sei tu.

Mi giro e lancio un'occhiataccia a Kj invitandolo a raggiungermi, lui mi affianca subito e interrogativo alza un sopracciglio.

"Dimmi che non vuoi di nuovo parlare del cadavere" sembra ancora abbastanza provato, gli sorrido per calmarlo.

"In realtà volevo trattare sull'episodio di questa notte"

"Ah intendi il sogno di Lili?" dice il coglione gridando come se avesse un megafono in gola.

A me la sua voce sembrava del tutto normale, sei tu che appena senti QUEL nome perdi i pochi neuroni funzionanti.

Gli do uno spintone per poi girarmi verso le donzelle e verificare se hanno sentito qualcosa, perché se io dico che lui ha gridato allora ha gridato.

Le due sembrano talmente assorte nella loro discussione sussurrata che non si accorgono nemmeno del mio sguardo, probabilmente stanno parlando di noi. Che pettegole le donne.

Voi di chi state parlando invece?

Mi concentro di nuovo su Kj "Questa mattina ho detto una cazzata. Ricordo bene che ieri le scarpe della bionda erano pulite e poi...questa notte quando era il mio turno di sorveglianza può darsi che io mi sia leggermente appisolato"

"Ma sei coglione?! Perché non l'hai detto questa mattina?" mi interrompe bruscamente Kj.

"Non è questa la parte peggiore, mentre dormivo ho sentito le urla di una donna, ma quando mi sono svegliato non ho trovato nessuno, così ho creduto fosse solamente un sogno. Non so che dirti Kj, o lei è sonnambula o...."

"Ma non ti è passato per la mente l'idea di controllare che tutto fosse ok nella tenda?" mi domanda.

"Certo, così passavo per un depravato che spia le donne mentre dormono" lui si da una menata in testa da solo, come se in realtà volesse picchiare me.

"Stamattina l'abbiamo fatta passare per una pazza e ora invece credo che tutto fosse reale. Magari c'erano delle persone che si prendevano gioco di lei, di noi" la lampadina nella mia testa si accende.

"O magari erano gli yurei?" dico cercando di trattenermi dall'urlare.

"Loro usano le debolezze delle persone per portarle al suicidio, è questo che dice la leggenda"

"State cospirando contro di noi?" Camila interrompe il nostro discorso.

"Non potremmo mai" e non sono di certo io a dire questa frase con gli occhi a cuoricino. Dio, il mio amico è andato completamente.

"Posso appoggiarmi a te? Mi fa un po' male la caviglia" dice lei cinguettante e lui ovviamente le se affianca subito, lo sguardo che mi lancia prima però, mi fa capire che la conversazione non è conclusa....

Aokigahara (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora