Capitolo 3.

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La mattina seguente tornai a casa, anche se avrei preferito rimanere steso su quel tavolo di legno ancora per un po'.

"LOUIS DOVE CAZZO SEI STATO?" mi urlò Mark non appena varcai la porta.

"Ero in giro, rilassati" dissi scocciato avviandomi verso camera mia.

"Ragazzino senti, non fare la voce grossa con me. Che cazzo hai fatto stasera? Ti sei visto in faccia? Devi smetterla di andare a bere con i tuoi amici. Questa settimana è già la terza volta che non torni a casa a dormire. E siamo solo a giovedì Louis. Ieri sera c'è anche stata una rissa, scommetto che tu e i tuoi amici c'entrate, vero?" disse Mark.

Io mi limitai a tirare su il cappuccio della felpa e a tornare sui miei passi.

"LOUIS TI STO PARLANDO. Guardami in faccia quantomeno, cazzo. Hai preso parte a quella rissa ieri?" continuò Mark.

Era di una pesantezza assurda, non gli andava bene nulla di quello che facessi io.

"A te cosa importa? Tanto tu lo penseresti comunque" gli risposi scostando il braccio che mi aveva appoggiato sulla spalla per fermarmi.

"Ringrazia il cielo che ho promesso a tua madre che, fino a quando non sarebbe tornata, mi sarei preso cura di voi. Sennò ti avrei già mandato fuori di qui a calci nel culo. Cazzo di ragazzino insolente, pensi che Jay sarebbe felice di sapere come stai crescendo?"

Come al solito aveva detto quella cosa di troppo.

Io mi fermai e tornai dietro di scatto.

"TU NON SAI UN CAZZO MARK. NON PARLARE DI MIA MADRE, MAI PIÙ. NON TI DEVI AZZARDARE CAZZO. SE LA MAMMA FOSSE QUI IO NON SAREI COSÌ. INIZIA A PENSARE CHE FORSE LA COLPA È TUA. FORSE SEI STATO TU A CRESCERMI MALE. A CRESCERMI SBAGLIATO" sbottai contro il mio patrigno, avvicinandomi sempre di più a lui.

Realizzai subito che non ne sarebbe valsa la pena, quindi tornai nei pressi della porta da cui ero entrato poco prima.

"Dove stai andando?" mi chiese Mark.

"Lontano da te, così almeno potrai stare tranquillo per un altro po'" risposi sbattendo la porta di casa.

Chi cazzo si credeva di essere? Non lo sopportavo quando faceva così. Ero sempre stato un motivo di disonore per lui.

Poi come lo detestavo quando parlava della mamma. Se non ci fossero state le mie sorelle ed Ernest lo avrei già ammazzato di botte.

Solo per loro continuavo a subire.

Solo per loro.

Andai dentro un vicolo non distante da casa e tirai fuori il mio pacchetto di sigarette.

"Come cazzo è possibile che ne ho solo cinque, l'ho preso ieri sera" dissi osservando le mie Winston blu.

Ne tirai fuori una ed appoggiai il filtro sulle mie fini labbra rosse.

"E ora dove l'ho lasciato l'accendino.." dissi frugando nelle tasche.

Ad un certo punto mi soffermai ad un flaconcino.

"Lo Xanax cazzo, eccolo" dissi tirando fuori il contenitore.

Erano rimaste solo due pastiglie, le avrei prese tra un tiro e l'altro.

Finalmente tirai fuori il mio accendino blu e lo avvicinai alla sigaretta.

La fiamma calda ne bruciò la punta e la combustione produsse del fumo intenso.

Avrei detto un fumo intenso, che bruciava nei miei polmoni, ma avrei detto una stronzata, dato che ormai per me era come respirare aria.

Feci un tiro, aspirai quanto più possibile e successivamente buttai fuori.

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