Capitolo 1.

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"Mammaaaa, non trovo le mie cose" urlai scendendo giù per le scale.

Eravamo arrivati da poco qui e già non trovavo qualcosa.

Com'era possibile.

"Harold Edward Styles, se vengo lì e le trovo cosa succede?"

Classica frase da madri. Alla fine non succedeva mai nulla.

"Harreh, le tue cose puzzolenti sono in camera mia. Vieni a prenderle subito."

"Grazie Gem, sempre molto gentile" risposi a mia sorella.

Lei era più grande di me, avevamo sempre avuto un buon rapporto di amore-odio e ci andava bene così. Sapevamo scherzare, ma anche discutere. E quando discutevamo partivano tante parole che ad Anne non piacevano. Infatti, subito dopo ci rincorreva entrambi con o una ciabatta o un cucchiaio di legno in mano e subito ci mettavamo a ridere insieme. L'importante era quello, qualsiasi cosa succedeva io e Gemma finivamo per strapparci un sorriso a vicenda.

Dopo la morte di Robin, il fidanzato della mamma, avevamo deciso di trasferirci, cosicché nostra madre potesse trovare un lavoro in grado di mantenerci.

Certo, anche io e Gemma facevamo la nostra parte, ma noi due non potevamo tirare su uno stipendio decente, eravamo ancora troppo piccoli per lavorare seriamente.

Gem finita l'estate sarebbe anche partita per il college, quindi non sarebbe stata con noi.

Lei è sempre stata l'orgoglio della famiglia. La gioia degli occhi di nostra madre, quando le ha comunicato di aver vinto una borsa di studio per quella prestigiosa università, è stata impagabile.

Io, invece, ero sempre stato quello più creativo. Scrivevo, cantavo e suonavo. E alla mamma andava bene così.

"HARRY MUOVITI" urlò ad un certo punto mia madre.

"Dobbiamo uscire dai, finché non arriva la cucina ci toccherà mangiare fuori. Sbrigati" continuò lei.

"Scusa mamma, arrivo" dissi indossando un paio di scarpe al volo.

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"Benvenuti, volete un tavolo?" disse il cameriere.

Un ragazzo giovane, avrà avuto più o meno la mia età, biondino e non troppo alto.

Aveva la faccia simpatica.

Niall diceva l'etichetta sulla sua maglietta.

"Buongiorno, ho prenotato per tre a nome Styles" rispose mia madre.

"Eccovi qui, seguitemi pure" rispose il ragazzo sfoggiando un sorriso solare.

"Hazza" sussurrò Gemma "è simpatico vero? Magari potresti diventare suo amico."

Una cosa che non amavo di Gemma era che non si faceva mai gli affari suoi. Ma questa volta aveva ragione. Sembrava simpatico e prima o poi mi sarei dovuto fare dei nuovi amici.

"Ecco a voi il menù" disse il biondo porgendoci tre fogli di carta.

"Scusate la domanda" proseguì poi "non vi ho mai visti qui, per caso siete la famiglia che ha comprato la casa in fondo alla strada?"

"Sì, siamo noi" risposi io sorridendo.

"Ah wow, anche io abito qui. Letteralmente, il nostro appartamento è sopra il ristorante. Io, comunque, sono Niall. Se avete bisogno di qualsiasi cosa non fatevi problemi, chiedete pure a me" disse Niall.

"Va bene, grazie mille. Io sono Anne e loro sono i miei figli: Gemma e Harry" rispose mia madre.

"Beh Harry, se vuoi io finisco il turno per mezzanotte, dopo potremmo andare a fare un giro. Potrei farti conoscere i miei amici e potremmo anche conoscerci meglio" mi disse il giovane cameriere.

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