Capitolo 2.

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"Louis, tutto bene?" chiese Liam, vedendomi pensieroso.

Cazzo, quel ragazzo nuovo mi aveva sconvolto. Non si era lasciato intimorire di Zayn e non ha neanche reagito quando ho provato a pestarlo.

Forse è stato meglio così, a vedere la sua statura io le avrei prese e basta.

"Sì Payno, sto bene. L'unica cosa è che cazzo, potevi andarci più piano, lo sai che mi fa schifo il sangue.." gli risposi.

Poi i suoi occhi verdi.

Li avevo incrociati per mezzo secondo, ma mi erano rimasti ben impressi.

"Tomlinson se non la smetti di fare la fighetta non ti faccio tirare su" disse Zayn tirando fuori una bustina piena di polverina bianca.

"Quattro strisce a testa."

Avevamo un grammo, ogni striscia sarebbe stata da 0.08 circa, quindi alla fine poco più di uno 0.3 a testa.

Nulla di speciale insomma.

Era da qualche anno che mi ero avvicinato a questo mondo, non tanto perché lo volessi, ma più che altro perché Zayn avrebbe trovato il modo di piegarmi se non mi fossi unito a lui.

Non gli ero mai stato simpatico, mi trattava come quello meno importante del gruppo e aveva anche ragione. Durante le risse il mio metro e sessantacinque non incuteva timore, a differenza del fisico di Liam.

Per fortuna c'era Liam. Era stato la mia salvezza in questi anni.

Si sa, con le droghe non si scherza e io ci avevo giocato anche fin troppo.

Erano la mia maschera.

Quella cosa che mi faceva sentire grande e forte.

Mi davano quei cinque minuti in cui nulla esisteva. In cui c'eravamo solo io e il mio battito irregolare. Soprattutto negli ultimi anni, non è che avessi così tanta voglia di vivere. In corpo avevo quasi sempre più droga che cibo. Per questo motivo avevo rischiato di rimanerci secco più di una volta. Mi ricordavo che la prima volta che mi successe una cosa del genere ero entrato in panico. "Raga gli è salita male, cazzo" disse Zayn. "Zayn porca troia ti avevo detto che era troppo" lo riprese Liam. Di quel giorno mi ricordavo solo che volevo andare in ospedale e farmi tenere in vita da una di quelle cazzo di macchine piene di tubi. C'era Zayn che me lo aveva vietato. Avrebbero potuto scoprire il suo giro.

Poi da lì buio più totale.

Le volte successive ci avevo già fatto l'abitudine. Quei cinque minuti fuori dal mondo erano diventati la mia dipendenza. Il poter staccare la spina. Smettere di pensare a tutta la merda che mi circondava. In molti dicevano che chi fumava o si drogava lo faceva solo per apparire figo agli occhi degli altri. Beh per me non era mai stato così. Non mi sentivo forte ad iniettarmi tutta quella merda in corpo. Sapevo che non era figo. Non lo facevo per apparire qualcuno. Lo facevo per me stesso. Per riuscire a stare bene con me stesso anche per soli cinque fottuti minuti. Certo, i miei attacchi di panico si erano intensificati da quando ero passato alle cose più forti, però la sensazione che provavo fumando, inalando, prendendo o iniettandomi quelle cose era impagabile. Stavo fottutamente bene. Anche se era solo una sensazione temporanea. Sapevo che erano solo cinque minuti. Ma quei cinque minuti per me significavano tanto. Non mi piaceva per nulla il mondo in cui ero costretto a vivere. La gente come me crollava subito, come birilli. Ero stato costretto a crearmi l'immagine di qualcuno che non ero. Perché alla fine io non ero il ragazzo che spacciava, che prendeva parte alle risse o che si calava il mondo. Ero molto di più, ma quella parte di me la stavo perdendo.

Per sempre.

Da quando avevo lasciato Niall ed il suo gruppo sentivo che perdevo pezzi ogni giorno. Avevo smesso di essere Louis Tomlinson. Ero diventato un tossico qualunque. Niall mi era stato vicino per la maggior parte della mia infanzia, fino a quando quel cazzo di evento non mi aveva segnato. Da lì avevo iniziato a cambiare. Partendo con un paio di Winston blu al giorno, per poi passare a dieci, fino a finire un pacchetto. Poi erano arrivate le prime canne. Fare pinga con Zayn e Liam all'inizio risultava divertente. Eravamo ancora dei ragazzini. Poi Zayn si era lasciato prendere la mano. Aveva iniziato a spacciare. Non voleva smettere, infatti ora deteneva il più grande giro di droghe del quartiere. Tutti gli spaccini delle superiori andavano da lui. Questa cosa gli aveva montato la testa, ma io decisi comunque di continuare a stargli dietro. Così arrivammo anche ad assumere le prime dosi di eroina. Poi le pasticche. Questo era il periodo della coca. Ne assumevo così tanta che ormai non mi ricordavo neanche più quale fosse la dose letale.

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