Capitolo 15.

59 3 47
                                    

Lottie's pov

Quando Liam mi accompagnò a casa Mark non era ancora tornato da lavoro, quindi mi misi a parlare con le gemelle, dato che anche loro volevano capire dove fosse loro fratello.

"Phee, Daisy ho bisogno di parlarvi un attimo,  venite in fretta" dissi ad alta voce, così che potessero sentirmi.

"Che vuoi Lott?" mi rispose la prima senza staccare gli occhi dal telefono, mentre varcavano la soglia della stanza.

"Se vi interessa, perché non mi sembrate così dedite ad ascoltarmi, ho notizie di Louis."

A quel punto la soglia di attenzione si alzò immediatamente.

"Quindi? Come sta? Dov'è?" mi chiese Daisy.

Nonostante avessero 15 anni, le gemelle sapevano tutto sulla situazione di Louis, quindi non provai minimamente a nascondere loro la situazione e la sua gravità.

Feci cenno di sedersi accanto a me, sapevo che era un discorso delicato e che comunque loro erano piccole, dovevo affrontarlo con tatto.

"Lo conoscete vostro fratello, sapete meglio di me che a volte agisce incoscientemente, senza usare la testa. E sapete anche quanto questo mi dia fastidio, perché io tengo a tutti voi tantissimo e voglio soltanto che voi stiate bene. Nell'ultimo periodo Louis è rimasto poco a casa e pensavo che stando con Liam si sarebbe un attimo ripreso, però mi sbagliavo. Hanno avuto una discussione molto pesante diciamo e..."

"Oddio Liam lo ha picchiato?" mi interruppe Phoebe.

Io scossi la testa facendo un mezzo sorriso.

"No Phee, Liam non farebbe mai una cosa del genere, nonostante Louis se lo meriti molto spesso. È successo che Lou ha spento il cervello, Liam si è lasciato scappare qualcosa di troppo, che non pensa e per cui non dovete dargli la colpa, e Louis si è sentito ferito dall'unica persona su cui poteva contare al momento. È stato ricoverato urgentemente in ospedale, perché era entrato in overdose. È stato in coma per quasi un mese, ora però sta meglio e in questi giorni tornerà a casa" cercai di rimanere forte per loro mentre spiegavo il tutto, sapevo che era difficile per due ragazzine di 15 anni sentire queste cose sul proprio fratello.

"Lo ha fatto apposta vero?" mi chiese Daisy "lui sapeva benissimo cosa stava facendo, voleva solo farla finita? Non ha pensato neanche un attimo a come saremmo state noi? Non pensa mai al fatto che noi ci teniamo? Che vorremmo passasse più tempo insieme a noi? È un grandissimo stronzo, io non ce la faccio" continuò lei correndo in camera sua in lacrime.

"Phoebe ascoltami. Daisy ora è solo ferita, non è vero nulla di quello che ha detto. Louis ci vuole bene. Non era in sé in quel momento. Ora sta bene e tra qualche giorno potrai abbracciarlo, va bene? Non farlo sentire in colpa per questo. Ha sbagliato, ma l'importante è che stia bene" cercai di far stare tranquilla almeno una delle due, prima di andare a rassicurare anche Daisy.

Phoebe mi abbracciò.

"Io lo so che ci vuole bene, non ti preoccupare. Ora vai da Daisy, io sto bene" mi disse lei.

Amavo quando mi capivano al volo, anche se in una situazione del genere non potevo biasimare mia sorella, anche io inizialmente mi ero incazzata tantissimo con lui.

Andai su di sopra e bussai alla porta della camera delle gemelle.

"Daisy posso entrare?"

Lei era sdraiata sul letto, con la faccia rivolta verso il cuscino. Io mi sedetti al suo fianco, coccolandola un pochino.

"Non voglio più vederlo. Lo aveva già fatto lo scorso anno, sapeva quanto saremmo stati male tutti. Se lo ha rifatto vuol dire che non gli importa veramente."

It is what it isDove le storie prendono vita. Scoprilo ora