La casa degli specchi

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La bambina si chiamava Polly Dodd e aveva sette anni. Per Lily non fu difficile trovarla: le bastò andare al Luna Park, girare finché non trovò una bambina in lacrime che aveva perso la mamma, dirle che lei aveva visto sua madre nella Casa degli Specchi, prenderla per la manina appiccicosa di zucchero filato e condurla fino all'entrata. Sapeva che non c'era bisogno che lei entrasse, né voleva farlo. Una volta che Polly fosse stata dentro, ci avrebbe pensato Pennywise.

Polly varcò la soglia, piena di fiducia e speranza. Lily rimase a fissare l'entrata.

Pensò alla faccia rossa e striata di lacrime di Polly Dodd.

Alla sua mano appiccicosa.

Ai suoi codini fermati da elastici rosa che doveva averle fatto sua mamma, la quale adesso sicuramente la cercava in preda al panico, e non l'avrebbe trovata mai più.

Che cosa stava facendo?

Lily si precipitò nella Casa degli Specchi.

Seppe all'istante che Pennywise aveva capito cosa volesse fare, perché lui iniziò immediatamente a ostacolarla.

Lily udì una musica, ovviamente una versione distorta e inquietante di Oranges and Lemons. Poi, il tunnel a righe bianche e rosse in cui si trovava parve restringersi e ruotare.

Lily perse l'equilibrio, cadde e uscì, stringendo i denti, sulle mani e sulle ginocchia, solo per trovarsi in un secondo tunnel, dove pendoli fluorescenti a forma di clown la fissavano minacciosi.

Era Pennywise che la diffidava dal fare un altro passo. Ma Lily si addentrò nel tunnel.

-Polly! – chiamò, disperata. – Polly!

Un pendolo la colpì, sbattendola contro il muro. Lily lo spinse via, schivò il colpo di rimbalzo e sgattaiolò fuori. La risata di Pennywise le riecheggiò nelle orecchie.

Lily si ritrovò nel labirinto degli specchi. Le luci sfarfallavano, confondendola. All'improvviso vide Polly girare un angolo.

-Polly! – urlò, gettandosi dietro di lei. – Pol...

Andò a sbattere contro uno specchio che, avrebbe giurato, prima non c'era. Le sembrò di sentir passare qualcuno dietro di lei ma, quando si voltò, non c'era nessuno.

Tenendo le mani sugli specchi ai suoi lati, avanzò nell'unica direzione possibile. Intravide di nuovo il tunnel dei clown, che era impossibile, perché lei stava andando nella direzione opposta...o no?... e poi Polly che le passava davanti.

-Polly!

La seguì. Gli specchi cercarono di restringersi e schiacciarla, ma lei scappò fuori prima che ci riuscissero e trovò Polly che fissava il proprio riflesso, di spalle, proprio davanti a lei.

Di nuovo, quando tentò di raggiungerla, sbatté contro uno specchio apparso all'improvviso, e di nuovo percepì una presenza alle proprie spalle, ma di nuovo, quando si girò, non c'era nessuno. Si voltò verso Polly.

- Mi avevi detto che c'era la mia mamma qui – disse lei in tono d'accusa.

- Sì, lo so. Io...Ho sbagliato. Dobbiamo andarcene. Ti porto fuori di qua. Devo...-. Si bloccò. Aveva sentito un rumore dietro Polly, come di qualcosa che scivolava su un vetro.

Anche Polly si girò, e sia lei che Lily saltarono in aria quando videro Pennywise. C'era un vetro tra Polly e Pennywise, ma Lily sapeva che lui l'aveva messo solo per far durare di più il gioco.

-No! – urlò. Picchiò le mani contro il vetro.

Pennywise leccò la parete trasparente davanti a sé, guardando Lily con scherno.

-Per favore!

Polly iniziò a respirare in ansiti brevi e superficiali.

Pennywise rise e cominciò a prendere a testate il vetro. Polly urlò, corse qui e là in cerca di una via di fuga, ma non ne trovò. Era in trappola.

Lily prese a pugni e calci il vetro, ma non riuscì nemmeno a scalfirlo. Quello di Pennywise, invece, andò in mille pezzi.

Lui sorrise, mettendo bene in mostra tutti i denti affilati.

Polly strillò più forte che mai. Pennywise le saltò addosso e la sbatté a terra.

A Lily furono risparmiati i dettagli solo perché uno schizzo di sangue imbrattò il vetro.

Era chiaro che non c'era più niente da fare per Polly e che la prossima sarebbe stata Lily, come punizione per aver cercato d'interferire.

Lily scappò via, correndo a caso. Per miracolo riuscì a uscire dalla Casa degli Specchi senza perdersi. Corse fuori dal luna park e lungo la strada, senza mai fermarsi.

Arrivò fino al Derry Mall, poi Pennywise la prese. 

Ventisette anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora