La Giada d'Oriente

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Erano spariti altri due bambini. Una di cinque anni, mentre giocava dietro casa sua in West Broadway. Lily aveva provato a chiedere informazioni alla polizia, ma loro si erano rifiutati di dargliele. Mike gli aveva chiesto se c'erano altre impronte nella neve oltre a quelle della bambina. No, non c'erano. Ma quelle che c'erano, per caso, andavano verso un canale di scolo o un tombino?

Silenzio.

Lily e Mike l'avevano preso per un sì.

L'altro scomparso era un ragazzo di sedici anni, il che aveva sorpreso Lily. Era sempre stato raro che lui facesse caso a chi aveva più di tredici anni. Non capiva le paure degli adolescenti come capiva quelle dei bambini. Ma evidentemente aveva voluto variare un po'.

Era tornato. Lo sapevano. Lily non riusciva a sentirlo come quando aveva dieci anni, perché lui non aveva bisogno di lei, adesso che aveva preso Catkin. Lei aveva cercato a lungo nella propria mente, tentando di riaprire il canale telepatico che li collegava, ma si era trovata davanti un muro. Aveva pensato che lui avesse chiuso ogni accesso, perché non voleva che lei lo percepisse.

Si sbagliava. Voleva solo essere lui a scegliere il momento.

Era venuto da lei.

Quella mattina, quando Lily si era svegliata, aveva ringraziato il cielo che Corley non ci fosse. Non sapeva come avrebbe potuto spiegare a suo marito le impronte di enormi scarpe a punta che sfilavano dalla porta del suo lato del letto, senza tornare indietro. Né il palloncino rosso legato all'abat-jour, che era scoppiato col rumore di un colpo di fucile quando Lily l'aveva toccato con dita tremanti. Per qualche motivo, non l'aveva detto a Mike.

Sono qui, voleva dire il palloncino. E so che ci sei anche tu. Il nostro patto è ancora valido, si è solo trasferito a Catkin. Ma io mi ricordo di te.

Dopo di che, Lily aveva ricominciato a sentirlo. In sordina, a intermittenza, ma lo sentiva. Non aveva detto neanche questo a Mike. Che It avesse ancora la capacità di influenzare le sue decisioni? No...No, era impossibile. Giusto?

Era un bene che Corley fosse andato ad Augusta per lavoro, ma Lily non l'aveva presa bene, quando lui le aveva dato la notizia.

- Come puoi andartene adesso? – aveva urlato. – Non pensi a tua figlia? Dobbiamo trovarla!

- Ci sta già pensando la polizia, Lily. Ci sta provando da mesi. E se non ci sono ancora riusciti...

- Non dirlo.

- Lily.

- Non dirlo neanche!

Corley non l'aveva detto. Non aveva detto niente, in realtà. Era uscito in silenzio. Era fatto così: il dolore, lui, voleva gestirlo da solo. Non era in grado di affrontare quello di Lily, oltre al suo. Questo poneva degli interrogativi circa il loro matrimonio, ma Lily non poteva permettersi di approfondirli adesso.

Lily sapeva che Catkin non era morta. Se avesse voluto ucciderla, lui l'avrebbe fatto subito. Stava facendo con lei esattamente la stessa cosa che aveva fatto con Lily.

Proprio per questo bisognava strappargliela il prima possibile, prima che Catkin diventasse come lui per il contatto prolungato. Una selvaggia senza più la capacità di distinguere fra il bene e il male. Com'era Lily quando lui se n'era andato la prima volta. Ci aveva messo anni a recuperare la sanità mentale.

E non avrebbe mai permesso che succedesse la stessa cosa a Catkin.

***

Lily quasi non credette ai suoi occhi quando Bill Denbrough entrò nella Giada dell'Oriente, il ristorante cinese nel cui atrio, tra lanterne rosse e oro, lei e Mike stavano aspettando i Perdenti. A Lily veniva ancora naturale chiamarli così, ma lo erano ancora?

Ventisette anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora