Non appena Mike fu in grado di reggersi in piedi, prese a insistere coi medici perché lo lasciassero andare. Impiegò quasi un'ora di rimpalli tra medici e infermieri, firmò una decina di liberatorie, ma poi uscì dall'ospedale sulle proprie gambe.
Presero la limousine di Eddie e Richie si mise al volante. La luce dei lampioni fendeva la nebbia che si era alzata. Si sentì in lontananza il rombo di un tuono.
Richie accese la radio. Gene Vincent cantò le ultime battute di Be-Bop-A-Lula.
-Spegni, Richie – mormorò Lily.
Richie alzò la mano, che gli restò ferma a mezz'aria quando lo speaker radiofonico si mise a strillare con la voce di Pennywise il clown.
-Non toccare quei tasti, Richie! Restate sintonizzati sul "Lily and Pennywise Rock Show"! – starnazzò Pennywise. – Venite anche voi, c'è posto per tutti, tutti galleggiamo quaggiù! E oggi abbiamo con noi un'ospite d'eccezione. Fatti sentire, Catkin!
Lily, già paralizzata sul sedile, si sentì travolgere dalla nausea quando udì la voce di sua figlia.
-Mamma, perché mi fai questo? Mi hai perso di vista e It mi ha preso, tu gliel'hai lasciato fare, mamma, e adesso mi lascerai morire, tu lascerai che It...
Richie spense la radio con una manata.
Arrivarono in Neibolt Street. Richie parcheggiò e scesero. Lily passò automaticamente in testa al gruppo e li guidò oltre il cancello divelto, lungo il vialetto invaso dalle erbacce, fino alla porta scardinata.
All'improvviso, Bill urlò.
Si voltarono tutti di scatto. Bill fissava il terreno, col volto cinereo.
-Bill, santo cielo, cosa...- iniziò Ben.
Bill raccolse qualcosa da terra e lo tenne alto. Era una borsetta da donna. – Q-q-questa è di A-A-Audra.
- Chi? – chiese Lily, confusa.
- Audra! – urlò Bill. – Mia m-m-moglie! È là s-s-sotto!
- Oh...-. Lily ricordò vagamente che Bill ne aveva parlato al ristorante cinese. Dovette fare un notevole sforzo d'attenzione. Non riusciva a pensare che a Catkin.
- Bill – tentò Beverly. – Non può essere, cerca di ragionare...
Mike le posò una mano sulla spalla. – Può essere, invece. Se Audra è venuta qui a cercare Bill, It può averla presa.
Lily riuscì finalmente a focalizzarsi su quello che stava succedendo. Alzò una mano. - No, fermi. Non ne siamo sicuri. Può essere un trucco. Però magari c'è un modo di scoprirlo. Io...forse posso connettermi a It e vedere nella sua mente se l'ha presa oppure no.
Bill la scrutò, tra lo speranzoso e il diffidente. – P-p-puoi farlo? Senza che lui voglia?
- L'ho fatto una volta...Per sbaglio. Ci posso riprovare.
- Se ne accorgerà? – chiese Eddie.
- Probabilmente sì -. Lily si sedette sui gradini e chiuse gli occhi. – Guardatemi le spalle -. Ignorò gli sguardi dei Perdenti puntati su di lei e si concentrò.
Svuotò la mente e cercò It come un radar. Andò avanti e indietro per un po' nell'oscurità, tentando, più che di trovare, d'inciampare nel loro canale telepatico. Alla fine, lo trovò.
Non c'era più Neibolt Street, non c'erano più i Perdenti, non c'era più lei. Lily percorse il canale al contrario, cercando It dall'altra parte. A mano a mano che si avvicinava, qualcosa si svegliò all'altro capo. Lily riconobbe l'essenza di It.
STAI LEGGENDO
Ventisette anni dopo
FanfictionSeguito de "Il patto". Sono passati ventisette anni da quando il club dei Perdenti ha sconfitto It. Ma ora, lui è tornato e ha preso la figlia di Lily, Catkin, instaurando con lei lo stesso legame che aveva con Lily. Lei e Mike, rimasti a Derry, con...