Eddie urlò e spinse indietro la sedia con tanta violenza da rischiare di ribaltarsi. Dal suo biscotto stava strisciando fuori un enorme insetto, nero, lucido, gonfio, con troppe zampe. Nello stesso istante, quello di Beverly le sputò addosso un fiotto di sangue rosso vivo. Richie gridò: - È un occhio! Oh mio Dio, è un occhio! -, buttando il suo biscotto in mezzo al tavolo. Lily s'impose di non guardarlo, ma non resistette: da un foro al centro del biscotto, guardava fuori un occhio umano che sembrava di vetro. L'iride era castana e Lily si ritrovò a chiedersi come mai non battesse la palpebra per liberarsi dalle briciole sulla sclera.
Anche Ben scagliò il suo in aria. Nell'incavo c'erano due denti, con le radici scure di sangue coagulato, che sbatacchiavano l'uno contro l'altro. Bill fissava il suo biscotto, che invece respirava.
-Non è reale! – sibilò Mike. – State tutti calmi. Non è reale!
Lily guardò Beverly e vide che stava inspirando per urlare. Le saltò addosso e le tappò la bocca con una mano, poi lanciò un'occhiata feroce agli altri. – Zitti! Tutti quanti! Non una parola! Eddie...Torna al tavolo! Adesso!
Il suo tono era così perentorio che tutti obbedirono all'istante. Erano seduti tranquilli intorno al tavolo quando arrivò Rose col conto. Richie continuava a toccarsi la bocca con un movimento nervoso, a scatti. La pelle di Mike era color grigio cenere. Beverly era in lacrime, ma il suo volto era immobile.
Fu Bill a chiedere, a voce un po' troppo alta: - Allora, secondo voi chi vince il campionato?
- Mi pare che i Chicago Bears siano messi bene – gracchiò Mike.
- Tutto a posto? – s'informò Rose.
- Certo -. Lily indicò Eddie. – Ha avuto un piccolo attacco d'asma. Ha preso la sua medicina e adesso sta bene -. Fissò Eddie finché lui non si diede l'aria di essere appena uscito da un attacco d'asma.
Rose gli rivolse un'occhiata premurosa.
- Sto...bene – ansimò Eddie.
- Volete che sparecchi? – s'informò Rose.
- Tra poco – rispose Mike con un sorriso tirato.
- Era buono?
Lily non vedeva l'ora che se ne andasse. – Buonissimo.
-L'oroscopo è stato favorevole?
Una zampa uscì dal biscotto di Bill.
- Non saprei – disse Richie, fissandola. – Io, al mio, ho dato solo un'occhiata.
- Volate altro? – chiese Rose.
Vattene, per amor del Cielo!, pensò Lily disperata. – No, grazie. Siamo a posto.
Finalmente, Rose se ne andò. Beverly aspettò che fosse sparita prima di alzarsi di scatto, con una mano premuta sulla bocca, e di correre in bagno.
Tutti fissarono Lily, che non aveva ancora toccato il suo biscotto.
- Credo che...- mormorò Bill.
- Sì -. Lily lo prese, con le dita gelide e il cuore in gola, e l'aprì, facendo attenzione a lasciare subito il biscotto rotto sul tavolo senza più toccarlo.
Non successe assolutamente nulla.
Fissarono tutti il biscotto per qualche secondo, poi Lily, prima di darsi il tempo di cambiare idea, tirò fuori il bigliettino bianco che spuntava. Diceva:
Suppongo che Catkin non ce l'abbia fatta.
Poi, il biscotto saltò, e i Perdenti con lui. Il biscotto atterrò, oscillò, e iniziò a strillare. Più precisamente, il biscotto piagnucolava, e strillava esattamente con la voce di Catkin.
Lily cacciò un urlo. Era Catkin! Era lei! Dov'era? Si guardò intorno freneticamente. Cosa le stava facendo It?
– Catkin! Catkin!
Le rispose solo un altro urlo straziante.
Catkin era vicina. Vicinissima. Lily saltò in piedi, senza riuscire a respirare. Catkin emise un suono tale, che Lily non riusciva nemmeno a immaginare come It potesse averglielo strappato. Girò su se stessa, barcollando, ma non vide nulla.
– Catkin! – implorò.
Eddie la prese per un braccio. – Non è lei, Lily.
-Qualcuno la porti fuori di qui – disse Richie.
Eddie si alzò, tirò Lily in piedi e iniziò a trascinarla verso l'uscita. – Non è lei – ripeté.
Lily cercò di divincolarsi.
-Non è lei, Lily! Non è reale! Vieni!
Eddie riuscì a portarla nell'atrio, dove Lily gli crollò addosso. Eddie la fece sedere e la sventolò con un dépliant del ristorante, sorridendo nervosamente a Rose, impalata a un metro da loro con un vassoio tra le mani.
-Ha l'asma anche lei – disse. – Si potrebbe avere un bicchiere d'acqua?
Rose si affrettò a prenderlo, mentre Lily faceva del suo meglio per restare avvinghiata alla propria sanità mentale.
E, proprio quando pensava che tutto fosse finito, le urla ricominciarono, questa volta direttamente nella sua testa.
Eddie prese Lily per le spalle e disse qualcosa. Lily vide le sue labbra muoversi, ma non sentì nulla. Lo guardò in faccia con gli occhi sbarrati mentre le grida orribili di Catkin le riempivano la testa. Si tappò le orecchie con tanta forza da rischiare di sfondarsi il cranio.
Seppe che era tutto finito quando sentì le mani di Richie – erano arrivati anche gli altri – su di sé, si sentì sollevare dalla poltroncina e portare fuori dal ristorante.
L'aria calda del primo pomeriggio la fece sentire sul punto di svenire. Continuò a tenere gli occhi chiusi, le mani sulle orecchie, i muscoli contratti. Ben l'abbracciò, le disse qualcosa, ma, di nuovo, Lily non sentì. Le ci volle molto tempo perché i muscoli iniziassero a rilassarsi. E, quando ci riuscirono, Lily iniziò a tremare.
- Va tutto bene, Lily -. Beverly le strofinava le braccia.
- No...Non va bene...Tu non l'hai sentita...
- Non era lei.
- Era lei, invece. La sta torturando. Anzi, è morta. Questo voleva dire il biglietto.
-Non è morta. L'hai detto tu, ricordi? Non la ucciderà finché gli serve, proprio come non ha ucciso te. Catkin è viva. Era un trucco, Lily. Uno dei vecchi trucchi di It.
Lily la fissò dubbiosa. Voleva crederle, ma non ci riusciva.
Bill guardò Mike. – P-perché se l'è presa così tanto con lei? Più che con noi?
Perché io lo sento e lui mi sente e vuole che io lo sappia, pensò Lily disperata, vuole che sappia che ha appena cominciato con me, con Catkin, che sono ancora sua, che siamo entrambe sue...
Si accorse che la fissavano tutti e per un attimo fu presa dal terrore folle di averlo detto a voce alta.
-Lily – disse Bill. – Devi dirci qualcosa?
Lily provava un irresistibile bisogno di bere del whisky. – Tipo cosa?
-Perché It se la prende così con te?
Lily distolse lo sguardo. – Non lo so.
Mike si guardò intorno. – Qualcuno ha cambiato idea? Se volete tornare indietro, questo è il momento di dirlo.
- Io no – disse Ben.
- Neanch'io – fece Beverly.
- Resto – dichiarò Bill.
Richie ed Eddie annuirono, anche se nessuno dei due sembrava molto convinto.
-Questa sera, in biblioteca, alle sette – ricordò loro Mike. – Mi raccomando, siate prudenti.
Si allontanarono tutti in direzioni diverse.
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Ventisette anni dopo
FanfictionSeguito de "Il patto". Sono passati ventisette anni da quando il club dei Perdenti ha sconfitto It. Ma ora, lui è tornato e ha preso la figlia di Lily, Catkin, instaurando con lei lo stesso legame che aveva con Lily. Lei e Mike, rimasti a Derry, con...