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-Narratore esterno-

"Bene, vedi cosa hai combinato!?" urlò Amaya a Hyunjin.
Lui abbassò semplicemente lo sguardo.
Non voleva creare tutto questo casino, voleva solo attirare l'attenzione della ragazza, non sapeva neanche per quale stupido motivo.
"L'hai vista? Eh? È scappata piangendo non lo vedi!?" continuò lei.
"N-non volevo..." riuscì a dire soltanto.
"Non volevi? Mi prendi in giro!?
Scusa per caso ieri sera l'hai vista con un vestito? Non mi sembra. Aveva degli stupidi pantaloni e una maglietta enorme, spero tu abbia visto. E ti sei chiesto che forse il motivo per cui è così chiusa in se stessa è perché ha sofferto!?" urlò lei.

"Piccola, forse è meglio se ti calmi un attimo." disse Seungmin che era rimasto accanto a lei per tutto il tempo.
"No Minnie non mi rilasso! Hai visto anche tu la sua espressione?" disse con la voce spezzata, stava quasi per piangere.

Kasumi era stata chiusa in sè stessa per moltissimi anni, solo nell'ultimo periodo si era aperta leggermente di più, e Amaya era felicissima perché vedeva in lei questo piccolo cambiamento.

"Hwang Hyunjin, giuro che se per colpa tua la mia migliore amica tornerà ad essere chiusa in sè, depressa e sola, ti ammazzo con le mie mani!" disse urlando.

"Dammi il suo numero." rispose lui con tono calmo.
Come faceva ad essere calmo in un momento così?

"Stai scherzand-" disse Kai, ma venne interrotto dalla mano di Amaya che sbatteva fortemente contro la guancia di Hyunjin.
Lui rimase impassibile, alzò solo la mano verso la sua guancia dolorante per massaggiarsela.
"Ero serio. Non volevo farle del male lo vuoi capire o no!?" disse lui alzando il tono di voce.

"Forse è meglio se ci calmiamo tutti." disse Seungmin, seguito da Chan che annuì.
"Esatto ragazzi, penso che Hyunjin abbia sbagliato, ma vuole rimediare, no?" disse Jisung guardando male l'amico.

"Va bene.." disse Amaya estraendo dalla tasca il telefono per dare il numero della sua amica a Hyunjin.
Lui non si mosse, guardava solo la bionda che arrabbiata maneggiava il dispositivo.

"Bene Hyunjin, ora ti do il benedetto numero e tu le dici di incontrarvi per scusarti, non accetto delle scuse via telefono chiaro!?" dice lei guardandolo malissimo, per l'ennesima volta.
Hyunjin deglutì, per poi annuire.

"Bene, io vado. Dovevo farmi accompagnare da Kasumi ma non credo che possa per ora, dopo le farò una chiamata." disse per poi prendere le chiavi di casa sua dal tavolino e avviarsi verso la porta.
"Buona fortuna" disse riferendosi a Hyunjin.
Però venne fermata da Seungmin.
"Vengo con te, non mi va che tu vada sola."
La ragazza annuì per poi prenderlo per mano e uscire, dopo aver salutato il resto del gruppo.

***
Kasumi arrivò a casa, ormai quasi calma.
Le dispiaceva di aver rovinato la giornata alla sua migliore amica, rovinava sempre tutto.
Ieri aveva fatto preoccupare i suoi amici, mentre adesso la sua amica.

Aveva bisogno di un bagno caldo. Voleva solo scordarsi di tutto e lasciare da parte i nervi che le erano saliti per colpa di Hyunjin.
Aveva bisogno di essere forte.
Finalmente era riuscita ad essere un minimo felice, non poteva tornare ad essere quella di prima.
Insomma, la sua vita era uno schifo prima che si decidesse a cambiare realmente.
Sapeva che avrebbe solo fatto del male a se stessa, e alle persone che l'avevano aiutata per tutto questo tempo, specialmente Amaya.
Non riusciva però a capacitarsi del fatto che aveva appena ricevuto un "insulto" da uno sconosciuto, che non sapeva nulla di lei.
Eppure nonostante fosse uno sconosciuto, le aveva fatto male quella frase, non sapeva come o perché, ma le aveva fatto male.

Proprio mentre stava per entrare nella vasca piena di acqua calda, il suo telefono squillò, rivelando sul display un numero sconosciuto.
Non aveva voglia di rispondere in quel momento, quindi lasciò perdere fin quando non smise di suonare e immerse un piede nella vasca.
Solo che improvvisamente riprese a squillare, scocciando evidentemente la ragazza che aveva bisogno di riposo.
"Ma che.."

Dato che il suo telefono non voleva smettere di far chiasso decise di rispondere per farlo smettere.
"Pronto?" disse con il suo solito tono freddo, che fece deglutire Hyunjin, dall'altra parte del telefono.
"Oh ehm..Kasumi, sono H-hyunjin"
A sentire quel nome le si gelò il sangue nelle vene.
"Non penso che sia il momento Hyunjin." disse lei seria.
"Per favore Kasumi, voglio scusarmi davvero. Ti va se ci vediamo nella caffetteria vicino casa di Kai tra dieci minuti?" chiese lui.
Il suo tono era pieno di speranza, e sentendolo Kasumi accettò, non sapeva perché lo aveva fatto, ma una parte di lei voleva avere l'onore di sentire le scuse uscire dalla bocca del ragazzo.
"Grazie davvero."
La ragazza dai capelli neri non gli diede neanche una risposta, staccando la chiamata per poi andare a rimettere i vestiti di prima.
Non le importava il giudizio di quel ragazzo, ormai non più. Lei era lei, e decideva da sola cosa indossare.

Ma non sapeva che quel giorno la sua vita sarebbe cambiata nuovamente, stavolta proprio per colui che l'aveva umiliata.

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