13~

13 3 0
                                    

-Narratore esterno-

"Serio?" chiese ridendo la ragazza dai capelli neri.
"Si davvero!" ridacchiò il ragazzo di fronte.
"E poi? Che è successo?" chiese lei.
"Beh, siamo tornati a casa tutti bagnati, dalla testa ai piedi." rispose lui, ovvio.

Scoppiarono nuovamente a ridere entrambi.
"Strano che Seungmin non mi racconti di queste cose che vi succedono sempre" aggiunse lei.
"Già"

Era quasi ora di pranzo, e loro erano stati tutta la mattina a parlare e scherzare, come se si conoscessero da sempre.

Lui si stava innamorando di lei.
Lei stava bene quando era con lui.
Lui amava vederla felice.
Lei doveva ancora capire che era lui a renderla così felice.

Era tutto iniziato per caso.
Tutto iniziato da una porta aperta per sbaglio, da un odio profondo, da parole che non dovevano essere dette, e ora questo tutto si stava trasformando.
Sembrava quasi una di quelle favole di cui non si sapeva il finale, perché il loro lieto fine avrebbero dovuto scriverlo proprio loro.

"Che ore sono?" chiese poi Hyunjin, prendendo il telefono dalla tasca per controllare l'ora, ma appena il display si illuminò subito spalancò gli occhi.
C'erano due chiamate perse da Yeji, e cinque messaggi non letti, sempre dalla ragazza.

"I-io dovrei andare." disse subito.
"Tutto bene?" chiese la ragazza, abbastanza confusa dal suo improvviso nervosismo.
"Si, è solo che mi sono ricordato di avere un impegno." disse lui, di fretta.

"Capisco, beh...allora ci vediamo?"
"Certo." rispose il biondo, prima di dirigersi verso la porta, ma subito notò la busta nera che aveva appoggiato all'ingresso quando era arrivato.

Le scarpe.

"Cos'è?" chiese Kasumi, che l'aveva seguito alla porta.
"Oh si giusto, mi ero scordato." disse, poi prese il contenuto della busta porgendolo delicatamente alla ragazza.

"H-hyunjin" provò a dire, ma era bloccata.
"Non ringraziarmi, avevo visto che le avevi provate, allora ho detto a Kai di darmele. Volevo essere io stesso a portartele." disse lui velocemente.

"G-grazie.." disse, balbettando.
Il suo viso era diventato tutto rosso per l'imbarazzo, ma inutile dire che era contenta.
Eccome se lo era.

"Non dirmi che le hai pagate tu..." aggiunse.
"In realtà sì, ma tranquilla, te le sto regalando."
Le sorrise, e lei divenne ancora più rossa.

"Non dovevi."
"Smettila, prendilo come un regalo. Ora devo andare, ci si vede." disse, e Kasumi di tutto si aspettò, tranne il dolce bacio che Hyunjin le stampò sulla guancia, prima di sparire dalla porta d'ingresso.

Lei era rimasta lì, immobile.
Si stava toccando la guancia, la stessa guancia sulla quale quel ragazzo aveva poggiato le sue soffici labbra.

"Ciao Hyunjin." disse, più a sè stessa che a lui, dato che se n'era ormai andato.

Dentro di lei si stava creando un vortice di emozioni, sembrava quasi finita in un altro mondo. E la cosa che non capiva, era proprio da dove venissero tutte queste emozioni.

Poggiò una mano sul suo cuore, che come immaginava, stava battendo fortissimo, come mai aveva fatto.

Era confusa, tanto confusa.
Non sapeva cosa fosse stato quel bacio, nè cosa significasse per Hyunjin stesso.

Aveva addirittura pensato di esserselo immaginata, era la risposta migliore a tutto quel casino che aveva in testa.

Forse però l'unica risposta era che lei si stava innamorando pian piano di lui, e non voleva ammetterlo, nè a se stessa, nè a nessun altro.

***
Arrivò al locale dove si erano dati appuntamento, con il fiatone. La sua ragazza gli aveva proposto di andare a mangiare qualcosa, secondo lei sarebbe stato meglio. Lui era ancora stranito da tutta questa situazione però, insomma...Yeji non gli aveva mai chiesto di parlare di qualcosa di importante, e non era mai stata così seria, Hyunjin iniziava a preoccuparsi.

Decise comunque di entrare, e quando mise piede dentro al locale subito la mano alzata e sventolante della ragazza al tavolo numero 13 lo fece risvegliare dai suoi pensieri. Si dirisse a passo svelto verso il tavolo dove si trovava Yeji.

"Perché mi hai fatto venire ?" chiese, cercando di non dar a vedere la sua confusione.
"Devo parlarti, è importante.."
"Parla." rispose semplicemente, poi la sua espressione divenne più attenta, come se si fosse preparato ad ascoltare ciò che aveva da dire da sempre, e la ragazza di fronte a lui lo notò.

"I-io.."
"Yeji..." cercò di calmarla Hyunjin.
"Si?"
"Tranquilla, dimmi cosa succede." disse, allungando la mano verso la sua.

Lui era più sereno, sapeva che la sua ragazza era insicura su molti aspetti, quindi la sua preoccupazione svanì piano piano, ma forse sbagliava, sbagliava di grosso.

Lui non si aspettava minimamente quello che sarebbe potuto succedere nei successivi cinque minuti, tutto così in fretta...

"N-non voglio p-più continuare questa relazione..."

E fu lì che Hyunjin si sentì cadere il mondo addosso, letteralmente. La sua espressione non poteva essere paragonata a nessun'altra, era solo...deluso.

"Smettila di scherzare, non è vero." disse.
Pensava fosse uno scherzo, non aveva un senso logico tutto questo.

"H-hyun-"
"No, Yeji è uno scherzo, vero ?" alzò così tanto la voce che alcuni clienti si girarono verso di loro, ma mantenere la calma era l'ultima delle sue preoccupazioni in quel momento.

"M-mi dispiace..." disse la ragazza prima di lasciar correre una calda lacrima sulla sua guancia arrossata.

Non era mai stata così vulnerabile davanti agli occhi del ragazzo, quella era probabilmente la prima volta.

"Qual è il motivo della tua scelta?" chiese Hyunjin, tenendo lo sguardo fisso su di lei.
"N-non vuoi saperlo, d-davvero.." cercò di sviare lei, ma il biondo non riusciva a sopportare più questa scena.

"Dimmelo." disse.
La gente intorno a loro continuava a guardarli, come se fosse la scena di un film.

"A-alla festa..."
"Alla festa cosa?"
"I-io e B-bambam-"

Non riuscì a completare la sua frase, che Hyunjin sbattè le mani sul tavolo con una furia mai vista prima in lui, prima di rivolgerle uno sguardo freddissimo.

"Me ne vado." disse, prima di alzarsi di scatto e uscire dal locale, con gli occhi di tutti addosso.

"Hyunjin aspetta!" cercò di dire, con la voce mescolata al suo pianto, ma ormai era tardi.

Le loro strade si erano separate.

Spread my wings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora