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"Non riesco a capire..."
"Non c'è un cazzo da capire, Seungmin." rispose frustrato il biondo.

"Hyunjin..."
"Mh?"
"Non prenderla a male, ma a me sembra un bene che tutto questo sia finito.." disse l'amico, tenendo il suo sguardo serio su Hyunjin.

"Non ti ci mettere anche tu." sbuffò.
"Preferivi non te lo dicesse, mh? E che avreste fatto poi? Avreste continuato la vostra relazione, se così si può chiamare, nella bugia? Rispondi."

"Preferivo non facesse quello che ha fatto, e basta." rispose il biondo, con la faccia sul cuscino.
"Se non fosse stato per questo, avreste litigato prima o poi per qualcos'altro."

"E poi...anche tu alla festa eri nel bagno con un'altra ragazza, come la vuoi mettere adesso ?" lo stuzzicò l'amico.

Quella domanda fece alzare dal cuscino bianco la testa del biondo, che era messo in una posizione abbastanza strana, ma comprensibile dalla vista di Seungmin, che era abituato a vederlo in tutte le sue pose più buffe quando si appropriava del suo letto.

Il ragazzo si guardò un attimo intorno, prima di guardare la posizione delle sue gambe sul letto, e sistemarsi in una posizione decente.

"Si ma-"
"Niente ma, Yeji è solo un brutto ricordo per te, ora."

"Non funziona così..."
"Doveva funzionare così da tanto tempo invece, credimi." rispose, prima di alzarsi dalla sua sedia girevole rossa e dirigersi verso la porta della sua stanza, ma prima puntò lo guardo sul suo amico, ancora impossessato del suo letto.

"Vieni o no? Ti faccio qualcosa da mangiare."
Stava cercando in tutti i modi di fargli ritornare l'umore alto, si notava che era davvero a pezzi.

Hyunjin doveva solo capire cosa era meglio per lui, e cosa no, anche se ci avrebbe messo tanto, stupido per com'era.

"Tu vai, arrivo.." disse, affondando di nuovo la faccia nel cuscino, ma Seungmin anzichè uscire dalla porta e non dargli importanza, tornò sul letto prendendo Hyunjin in braccio e trasportandolo fino alla cucina.

"Cazzo, pesi!" imprecò.
"Hai scelto tu di prendermi in braccio, ora assumiti le tue responsabilità." replicò lui.

Seungmin sbuffò, e quando finalmente arrivò al tavolo della cucina, senza un minimo di delicatezza buttò Hyunjin a terra, facendo finta di non averlo fatto apposta.

"Ma si può sapere che fai!?" sbottò.
"Mi sto assumendo le mie responsabilità." gli fece il tono lui, accompagnato da una linguaccia.

"Cosa prepari da mangiare?" chiese Hyunjin cambiando argomento, a quanto pare la parola "cibo" gli aveva fatto dimenticare tutto il resto.

Ma questo solo fin quando Seungmin non disse quella frase che deve ricadere il biondo dalla sedia, in tutta la sua grazia.

"Aspetto Amaya e Kasumi che stanno portando del ramen."

"C-COSA?" quasi urlò lui, cercando di rimettersi composto sulla sedia, come se avesse paura che da un momento all'altro le due ragazze potessero sbucare dalla porta e vederlo in quelle condizioni.

"Prima che venissi senza preavviso a casa mia per raccontarmi del tuo dramma d'amore, aveva chiamato Amaya dicendo che oggi non faceva nulla e lei e Kasumi sarebbero passate per pranzo." spiegò l'altro, girandosi verso di lui per controllare se fosse intero, e per poi rigirarsi a cercare qualcosa nel frigorifero.

"E tu non hai ancora mangiato nulla, presumo, quindi rimarrai." aggiunse poi.

"Certo che rimango.." bisbigliò Hyunjin, ma in modo abbastanza rumoroso da farsi sentire dall'amico.

"Niente da fare non c'è nulla nel-" non finì neanche la frase che suonarono al campanello.

Erano arrivate.

"Va' ad aprire." disse il minore, ma guadagnandosi solo un'occhiataccia, in segno di "no".

"Sbrigati."
"Smettila vai tu." ribattè Hyunjin, per poi scappare al piano di sopra, verso camera di Seungmin.

"Stronzo."
Rassegnato ormai si diresse verso la porta, e accolse le due ragazze che erano rimaste fuori ad aspettare.

"Hey." disse, prima di essere abbracciato dalla sua ragazza, e salutato con un semplice gesto della mano dall'altra, che come se conoscesse ogni punto di quella casa a memoria entrò sedendosi sul divano nero in pelle di Seungmin.

"C'è Hyunjin di sopra, fa niente se rimane anche lui a pranzo?" chiese l'unico ragazzo rimasto in quella stanza al momento.

"No, figurati!" rispose Amaya, guardando Kasumi con un'occhiata maliziosa, ma che lei non ricambiò.

"Posso salire?" chiese poi Kasumi, senza preoccuparsi di ciò che aveva appena detto agli occhi degli altri due amici, che annuirono sincronizzati con dei sorrisetti sul volto.

Lei li guardò strano, prima di salire sulla scala a chiocciola in legno e andare verso camera del proprietario.

Arrivata lì però, come se si fosse pietrificata, la sua mano rimase ferma sulla maniglia fredda, e non osava muoversi.

"Muoviti, non fare la bambina!" imprecò contro se stessa, prima di girare l'oggetto in metallo e controllare se ci fosse qualcuno all'interno.

Come immaginava, c'era il ragazzo biondo sdraiato sul letto, che guardava il soffitto, ma quando lei entrò sembrò fermare ciò che stava facendo, e concentrare tutta la sua attenzione completamente su di lei.

"Ciao.."

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