Rose è seduta alla scrivania del suo ufficio a sistemare dei documenti, annoiata e frustrata. Inoltre ha quasi finito il lavoro, che l'ha tenuta occupata per troppo poco tempo, e non c'è nessuno in casa a cui chiedere di sedersi a parlare e prendere un tea.
I ragazzi sono fuori dall'alba, l'espansione verso Londra è complicata e piena di insidie, e Rose vorrebbe così tanto essere con loro a fare chissà cosa.
I soldi non mancano di certo, ormai tutto urla potere e ricchezza attorno a lei e la cosa le piace dannatamente tanto, ma ovviamente le sembra di non aver fatto niente per aiutare.
Si sente così dannatamente inutile e superflua.
La ferita si è rimarginata del tutto, ma l'infezione l'ha lasciata molto disabilitata, tanto che per muoversi deve usare una stampella se non vuole affaticarsi troppo. Il medico continua a ripeterle che deve avere pazienza, che è solo questione di tempo, ma Rose non ne può già più di quella vita piatta e monotona.
Tommy, i ragazzi, le stanno tutti vicini il più possibile. Polly ultimamente è un po' scossa, ha deciso che vuole ritrovare i suoi bambini e la cosa la sta ossessionando talmente tanto da portarle a scontrarsi spesso, Rose spera che la zia non si lasci ammattire del tutto da questo suo desidero.Il telefono squilla, Rose risponde con diffidenza: viva il progresso tecnologico, ma chissà se le linee telefoniche sono davvero affidabili. Dall'altro lato della linea, però, Tommy ha la voce calma, pacata, fredda. Fin troppo anche per uno come lui.
"Rose, guarda dalla finestra, c'è qualcuno?" le chiede l'uomo, che sta stringendo il telefono con cosi tanta forza da far diventare le nocche bianche. John dietro di lui cammina su e giù per la stanza, agitato.
Rose poggia il telefono, senza staccare, apre il cassetto della scrivania e tira fuori la pistola, poi sorreggendosi con una stampella si avvicina attenta alla finestra.
Scosta la tenda impercettibilmente, quanto le basta per vedere il minimo indispensabile: quattro uomini sono fuori dal posto, lo osservano e hanno sulle spalle dei fucili.
Considerando come si muovono e il loro atteggiamento, non conoscono come si sviluppa l'edificio e la collocazione degli uffici. Meglio così. Una scarica di adrenalina attraversa Rose da capo a piedi, la accende, la fa sentire così viva.
La donna riprende in mano la cornetta, tossicchia appena.
"Si Tommy-" risponde alla domanda Rose "-sono in quattro. Armati. Chi sono? Non c'è nessun altro in casa, Tommy" constata poi, sedendosi sulla scrivania con un sospiro. Chissà cosa ha in mente Tommy e chissà in che guaio l'ha cacciata.
"Riesci a scappare dal retro?" domanda Tommy, i denti stretti, mentre la tensione si alza esponenzialmente. Rose sa che probabilmente dentro è pieno d'ansia e sta impazzendo cercando una soluzione veloce e efficace che non comprenda la sua morte.
"No Tommy, troppe scale e troppo poco tempo. Stanno parlando, credo vogliano entrare e per uscire dovrei passare davanti alla porta d'ingresso. Non cammino abbastanza veloce e sarei sorpresa alle spalle, inoltre se ci fosse anche solo una singola persona all'entrata secondaria sarei finita"
Tommy resta in silenzio, poi sospira. È Rose, quella con cui sta parlando, e non è più solo la ragazzina per cui andava matto. È una dannata sicaria e lui deve ricordarselo.
"Devi ucciderli- " mormora a quel punto lo Shelby, la voce gli si incrina appena "- sta venendo qualcuno dal Garrison a darti una mano, ma devi prendere tempo, devi cercare di ucciderli. Non possono entrare, non devono entrare per nessun motivo."
Rose chiude gli occhi. Può quasi sentire il suo cuore battere nelle orecchie, tanto galoppa forte. Infila un caricatore in tasca e si toglie le scarpe, che farebbero troppo rumore.
"Sicuro siano solo quattro?" Chiede Rose a Tommy, dato che non vuole una raffica di proiettili a bucarle la schiena. Deve difendere l'Impero Shelby, non è ancora tempo per morire così stupidamente.
"Non lo so, Rose. Sanno che noi non siamo a casa, non credo abbiano mandato troppa gente" ragiona Tommy.
Qualche attimo di esitazione, poi il clic inconfondibile della pistola e un profondo respiro per calmarsi.
"Resta in linea, Tommy."
Tommy tira un pugno al muro, con rabbia, facendo sobbalzare John. Rose nello stesso momento poggia la cornetta sulla scrivania, sfrutta la finestra socchiusa per prendere la mira meglio che può e poggia il dito sul grilletto.
Si va in scena.
I due colpi sono veloci, precisi, la mano di certo non l'ha persa. Rose si sposta da lì in fretta, gattonando, alza la mano per prendere una cornetta ma deve ritirarla per proteggersi il viso il più possibile.
Thomas, d'altro canto, vorrebbe entrare nel telefono e andare ad aiutarla. Invece è lì, lontano, e può solo sperare che qualcuno arrivi il prima possibile.
Tre colpi, i vetri rotti, un'imprecazione e un urlo di rabbia.
"Tommy, Tommy ne sono rimasti due. Hanno deciso di entrare e non posso permetterglielo, vado ad aspettarli giù. Avranno a mala pena il tempo di realizzare cosa sta succedendo, Thomas, te lo giuro" la voce di Rose è affannata, ma percorsa da un'insolita vena di eccitazione, quasi gioia.
"Rose no! Non-"
La chiamata viene chiusa, Tommy tira l'ennesimo un pugno con violenza, prima al tavolo, poi al muro, poi prende a calci la sedia e rovescia il comodino. Fanculo il coraggio di Rose, fanculo la follia e la dannata vita di Agatha Evans. Sembra priva di ogni paura, di ogni timore, felice di rischiare la morte.
Fanculo.
Rose scende le scale tenendosi salda al corrimano, il corpo intero che chiede pietà, le pallottole in canna pronta per il loro destinatario senza nome e identità.
È alla fine delle scale quando la porta si spalanca, ma il primo uomo, che entra come uno stolto col fucile non pronto e gridando, cade a terra immediatamente con la fronte forata. Il compagno, solo, salta il cadavere con un'espressione di dolore.
Spara immediatamente, accecato dalla voglia di vendicare l'amico morto, e Rose schiva i due colpi per miracolo, stracciandosi l'abito.
Incurante dalla possibilità di essere colpita, si sporge dal suo riparo senza timore e colpisce la gamba dell'uomo, che cade a terra mentre fiotti di sangue fuoriescono.
Nonostante questo, l'uomo cerca comunque di contrattaccare, anche se le mani gli tremano vistosamente. Mentre cerca di sparare contro Rose, ecco che lei ricompare da dietro il banco e lo colpisce al polso. La pallottola lo attraversa come se fosse burro, distruggendo i tendini e impedendo all'uomo di sparare ancora con la sua mano buona.
L'arma cade a terra, l'uomo urla di dolore stringendosi il polso, mentre il sangue esce sempre di più dalla gamba. Morirà, è certo ormai.
Rose gli si avvicina di scatto, calcia via le armi e si inginocchia vicino a lui.
"Chiudi gli occhi-" mormora "- e dimmi il tuo nome e cognome e le tue ultime volontà. Non ti manca molto a morire, ma non voglio prolungare le tue sofferenze."
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Whiskey e Sigarette - La chiamavano Rose [Tommy Shelby Ff]
Fanfiction[Peaky Blinders FanFiction - Thomas Shelby] [IN REVISIONE] Rose. Rose, Rose, Rose. Quel nome maledetto, dai mille significati e dai mille segreti, sporco di sangue e inciso su una pallottola, destinato alla morte. Rose, Rose, Rose, Rose. La stori...