3. Test

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Rose è in camera sua, sotto gli altri stanno facendo una riunione di famiglia, e lei sta aggiustando un vestito a cui tiene molto, un vestito che le ha regalo Angie anni prima.
La sua attenzione è completamente focalizzata sulla stoffa, non vuole pensare a cosa diranno di lei gli altri.
Improvvisamente la porta si spalanca, Polly la guarda con gli occhi velati da una leggera tristezza e si inginocchia davanti a lei, prendendole le mani.
"Ti chiamano, Rose. Tommy vuole chiederti un favore" Polly ingoia rumorosamente, sembra sinceramente preoccupata e contrariata e triste.
"Zia Polly, tutto bene?" chiede Rose, alzando un sopracciglio, allungando una mano per accarezzare il viso della donna che l'ha praticamente cresciuta. Le fa male vederla così, sembra davvero molto affranta e ha la voce rotta.
"Vogliono coinvolgerti in affari-" sbotta Polly, scostandosi la mano di Rose dal viso "- nella parte sporca, quella poco legale. Tommy mi ha detto che hai ucciso un uomo per suo conto, per la miseria!"
Polly la guarda negli occhi, si alza e le bacia la fronte. Ha gli occhi di una madre.
"Non hai già sofferto troppo, Agatha?-" la chiama col suo vero nome e Rose trema, perché fa sempre male, ogni volta "- Io sono in pensiero per te, bambina mia. Ne hai passate tante in questi ultimi tempi, soffri da quando eri piccola piccola. Non avevi nemmeno otto anni quando tua madre ti ha portata qua, da noi Shelby, prima che la uccidessero. So come ti sei sentita, Agatha, per me tua madre era una sorella, così come per te lo era Angie, capisci? Tommy mi ha raccontato quello che è successo e non è colpa tua. Anche se io sono riuscita a salvare te, non mi perdonerò mai per non aver protetto abbastanza tua madre. Quindi ti prego, Agatha, ti prego, non andare con loro, discostati da questa vita finché puoi. Se ti succedesse qualcosa io non-"
Le lacrime scendono copiose sul viso di Rose, così come su quello di Polly, che si sente come se stesse lasciando la sua bambina offrirsi per la forca.
"Zia Polly, Zia Polly ascoltami-" si sforza di dire Rose, passando un pollice sulle guance bagnate dell'altra, per asciugarle "- io non voglio mollare questa vita. Mi ha distrutta, è vero, è stata la mia rovina, ma ormai non ho altro scopo che quello. È la strada sbagliata, ma è la mia. Capisci? La mia."
Polly scuote la testa, si allontana ferita.
"Tu non capisci!-" le urla "- Tu sei come tua madre! E lei è morta, Rose! È morta perché aveva la tua stessa dannata testa!"
Rose la segue, se non per sistemare le cose quantomeno per convivere pacificamente. Ma quando appoggia la mano sulla spalla di Polly, questa si volta ti scatto e le tira un bruciante schifo sulla guancia, lasciando Rose a bocca aperta in mezzo al corridoio.

"Rose, Rose che cazzo hai fatto!" le urla Angie, terrorizzata e con le guance rigate di lacrime, mentre Rose la insegue sulla via di casa, le mani sporche di terra e sangue.
"Cos'altro avrei dovuto fare? Ti ho solo protetta, ho impedito a Lucas di perdere sua madre! Aveva un coltello Angie, avrebbe potuto accoltellarti, non c'era tempo per chiamare le autorità" protesta Rose, la gola che duole per quanto sta urlando, il petto che si alza e abbassa ritmicamente.
"Gli hai piantato cinque pallottole in corpo cristo! Cinque! Sarebbe bastato un colpo a qualche punto non vitale, solo per fermarlo, per scappare! Eri fuori di te, Rose, mi hai spaventata, sembravi un- un mostro!" la bionda non sembra volersi fermare, ma ormai sono quasi arrivate a casa e dovranno confrontarsi, non ha senso scappare.
"Angie ti prego-" la supplica Rose "- non dire così, non dire così Angie. Volevo solo proteggerti!"
Angie scuote la testa, inciampa nel fango della strada e riesce ad appoggiarsi al muro prima di cadere, dando però così tempo a Rose di raggiungerla.
"Mi dispiace, mi dispiace Angie. So che è troppo, so che per te occultare il cadavere deve essere stato scioccante, però andava fatto, Angie. Non- non lo collegheranno a te, sei una brava ragazza, e non devi preoccuparti nemmeno per me, Max risolverà tutto. Non è successo niente, non-"
La testa di Rose scatta di lato sotto lo schiaffo violento di Angie, che appena realizza ciò che ha fatto piange ancora più forte e abbraccia l'amica chiedendole scusa.
Rose stringe forte la bionda, sporcandole l'abito, ma rassicurandola. Angie continua a singhiozzare senza sosta, rumorosamente, le ginocchia che cedono e il volto stupendo storpiato dal terrore.
"Non è successo niente, Angie. Non preoccuparti. Andrà tutto bene. Ora andiamo a casa, la vicina non sopporterà già più Lucas, non credi? Andiamo a casa e dimentichiamoci di ciò che è appena successo."

Whiskey e Sigarette - La chiamavano Rose [Tommy Shelby Ff]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora