12. Paura

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Tommy si sta rigirando nel letto da ore, continuando a disturbare il sonno leggero di Rose già messo a dura prova dalla gravidanza. Sta facendo un incubo, ma non sembra il solito nelle gallerie francesi, almeno non dagli spezzoni di frasi che suo marito si sta lasciando scappare e che Rose conosce ormai a memoria. Non passano nemmeno dieci minuti da quando Rose ha saggiamente deciso di sedersi contro la spalliera piuttosto che rimanere sdraiata che Tommy si sveglia di soprassalto urlando.
"Grace, Grace!" chiama, terrorizzato e confuso, guardandosi intorno. Rose si congela, il fiato bloccato il gola. Il suo Shelby sta sognando Grace, ancora. Si muove lenta, poggia con delicatezza la mano buona sul viso di Tommy e sospira, cercando la forza e chiedendone ancora di più alla sua Angie.
"Va tutto bene Tommy, sono qua. Dormi" sussurra, il tono dolce. Thomas poggia una mano sopra la sua, annuisce e si sdraia nuovamente sotto le coperte, avvicinando il volto alle cosce di Rose. Porta una mano sulla pancia della donna, la accarezza con dolcezza con la confusione che ancora regna in testa.
"Resta con me, Grace..." sussurra prima di sprofondare nuovamente nel sonno.
"Resto, Tommy. Non preoccuparti" risponde appena Rose, le lacrime che scendono lungo il viso direttamente dal suo cuore martoriato.
Non è la prima volta che succede, anche se sperava che andando avanti non capitasse più. Ci aveva quasi creduto, soprattutto dopo aver notato che da quando aveva annunciato la gravidanza Grace non era tornata a infestare i sogni di Tommy.
Il mattino seguente Tommy si sveglia senza Rose al fianco e la trova seduta al tavolo, impegnata nella colazione. Ha il viso smunto di chi ha dormito poco, quindi Tommy le si siede di fianco con un sorriso preoccupato.
"Non hai dormito, Rose? Ti ho svegliata di nuovo? Mi dispiace..." le sussurra, lasciandole poi un bacio sulla tempia.
"Non preoccuparti, sai che i tuoi incubi non sono un problema per me. Cosa stavi sognando? Ancora la Francia?"
Tommy abbassa il capo, ingoia un groppone di saliva e poi guarda Rose nuovamente, un sorriso rassicurante sul volto.
"Si, di nuovo la Francia" mormora.

Rose è al suo settimo mese di gravidanza e sta litigando piuttosto ferocemente con Tommy, come fanno ormai tutti i giorni con spaventosa costanza.
La questione è sempre la stessa, quella maledetta alleanza coi Russi che coinvolge una pericola associazione della quale Thomas si rifiuta far il nome con Rose.
Il fatto è che Rose non è una sprovveduta, una donna completamente esterna che di queste cose ci capisce ben poco, lei è cresciuta nello stesso ambiente di Tommy, con le sue stesse idee e le sue stesse regole non scritte.
Ha notato che Tommy è più irrequieto, ha notato che tiene sempre più armi nascoste in punti impensabili, come se qualcuno potesse entrare in casa a reclamare la loro testa da un minuto all'altro. E non è normale, nemmeno per loro, perché Rose sa che i soldi rimangono soldi, che potenzialmente potrebbe essere l'affare migliore di tutta la loro esistenza, ma non riesce a non riflettere su quanto sia pericolosa una tal cosa, su come probabilmente le probabilità di fallimento e riuscita siano pari.
Se non fosse incinta, se non fosse la fottutissima Signora Shelby, probabilmente Rose starebbe già puntando la pistola in testa di qualcuno per avere informazioni su cosa ci sia dietro, anche a costo di dover uccidere di nuovo per riuscirci. 
"Tu devi pensare solo al bambino, Agatha" le mormora Tommy, che evidentemente ha deciso di chiudere lì la discussione e uscire. L'uomo si infila la giacca e lascia un bacio leggero sulle labbra di Rose, che non risponde minimamente a quella flebile pressione.
La chiama Agatha sempre più spesso, quasi come volesse strapparle l'identità della sicaria Rose insieme a lato più oscuro che si porta appresso con dolore. Tommy avrebbe dovuto sposare una donna diversa, una donna non abituata a tutto quel sangue e a tutta quella crudeltà, se non avesse voluto discussioni e pretese. Forse è per questo che Rose si sente sempre meno giusta per lui.
"Thomas Shelby sarà la mia rovina" mormora Rose a se stessa, a mezza voce, quando Thomas ha già chiuso la porta e sta andando verso la macchina. Con un ultimo scatto, presa da un barlume di nervosismo che nemmeno la sigaretta è riuscito a contenere, Rose si affaccia alla finestra che dà sul cortile e richiama l'attenzione di Tommy.
"Sei un coglione, un dannato coglione Thomas! Vai a farti fottere!" gli urla con le lacrime agli occhi, in testa l'immagine di Thomas all'obitorio con un buco in testa.
Non può obbligarla a una vita simile, una vita fatta di attese davanti al camino con l'ansia che lui non torni mai più a casa, una vita inutile e senza scopo. Ma a Tommy non sembra importare, perché la manda a fanculo con un gesto della mano e sale in macchina senza voltarsi più.

Whiskey e Sigarette - La chiamavano Rose [Tommy Shelby Ff]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora