8. Spine

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Max si china su Rose, che è rannicchiata a terra, scossa dai tremiti e i sussulti del pianto. Non riesce a fermarsi, piange da almeno venti minuti, completamente sconvolta.
L'uomo prende una pezza imbevuta di acqua e alcol, pulisce le mani della ragazza, il viso, il petto, tutto ciò che è schizzato di sangue.
"Sei stata brava, Rose, ma devi imparare a non farti prendere dall'emozione. Quel verme aveva capito subito che non l'avevi mai fatto, per quello ha fatto così tanta pressione su di te, pregando per la tua pietà e per la tua anima buona" spiega con tono basso e calmo, perfettamente tranquillo, mentre il cadavere dietro di lui viene portato via.
"Ma Max- Max io non- non posso farlo." sussurra Rose, la voce spezzata.
"Devi, Rose, devi. E ormai la tua anima si è spezzata, non hai più speranze. Brucerai all'inferno comunque, tanto vale approfittarne del tutto."

Rose osserva con attenzione l'ambiente, cercando di essere il più discreta possibile, appoggiata a quel muro in un zona d'ombra, con la sigaretta in bocca. Il silenzio è assoluto e mortale, ma sa che appena attraverserà la strada e svolterà a sinistra si ritroverà in pochi minuti nel luogo in cui sorgerà il suo piccolo Inferno. E lei, questa volta, più che vittima sarà il Diavolo in persona.
Non la disturba molto, non è la prima volta che la mandano a fare qualcosa del genere, però sinceramente non le è mai piaciuto. Lei è quel genere di persona che, pur capace di riempire di proiettili un corpo, resta sempre consapevole che le persone restano persone.
Concede quasi sempre la grazia, di natura, non prolunga le sofferenze all'infinito, ma quando il lavoro chiama lei risponde.
Tommy le ha comunicato il compito durante una riunione, guardandola con sufficienza, come se non le avesse appena fatto una richiesta tale. Anche se in realtà la parte peggiore è stata quando l'ha presa da parte e le ha descritto con molta attenzione i dettagli dell'operazione, volta anche a mandare un chiaro messaggio: traditori e infami hanno la sorte che meritano.
Tommy non è mai stato tipo da tortura, Rose non crede sarebbe in grado di farlo di persona, invece Max amava moltissimo vedere le persone soffrire e chiedere pietà.
"Sei l'unica davvero capace di una cosa simile, Rose, non far finta non sia così. Tu non hai pietà, o comunque ne hai meno di tutti noi, è l'unico motivo per cui ti ho scelta" le aveva detto Tommy, facendola sentire un mostro. Un mostro sfruttato per la sua mostruosità.
Rose é rimasta turbata, deve ammetterlo, ma ha deciso di non abbassare la testa e far finta di niente. Ha ignorato il fatto che lo Shelby non ha nemmeno aspettato che lei partisse per Londra, è semplicemente spartito da un giorno all'altro per 'questioni di lavoro', quasi come se lei non stesse per mutilare e torturare un'uomo proprio per lui.

"È la prima volta che non ti vedo piangere dopo aver fatto una cosa simile, tesoro. Tutto bene?" domanda Max, accarezzando il viso di Rose, che ha appena finito di pulirsi.
"Si, si tutto bene. È stato quasi divertente se penso a ciò che ha fatto"
Max sorride bonario, le circonda le vita e le lascia un bacio sulle labbra.
"Brava la mia Rose."

Prendendo un bel respiro e calandosi la maschera in pizzo sugli occhi, Rose si addentra in quel bordello d'alta classe sorridendo maliziosamente. Una donna le si avvicina subito, le mette una mano sul braccio e le allunga una chiave di una stanza precisa, quella più lontano dal salone di tutte.
"Rose-" le sussurra la donna"-sono Emily. Vi porterò l'uomo in camera a mezzanotte, come avete richiesto. Non faccia troppo rumore, cioè, non quel genere- ha capito. Siete in anticipo, ma se volete potete salire subito, questo non è un luogo adatto a voi. Il Signor Shelby-"
Rose la ferma, la ringrazia, e le sorride, ma al posto che incamminarsi stringe il fianco alla donna ridendo.
"Nessun Signor Shelby sta sera, stiate tranquilla. Però sarebbe sospetto, se salissi prima, non trovate?-" Rose scruta Emily, alza un sopracciglio "- Avete mai baciato una donna?" domanda.
Emily arrossisce, ma non si tira indietro e quando le labbra si scontrano, l'attenzione del locale è tutta su di loro.
"Il signor Shelby mi ucciderà..." ridacchia la prostituta, ancora stretta al corpo di Rose, che non ha la minima intenzione di mollarla.
"Non lo nominate. E chiamatemi Amanda, presentatemi voi stessa al nostro uomo" Ordina Rose, tirando appena la collana di perle di Emily, attorcigliandosela attorno a un dito. Emily le lascia un altro soffice bacio.
"Allora, signori, chi mi offre da bere?" Urla poi, scostando la stoffa del vestito per mostrare le gambe. Non ha le calze e la pelle lattea risalta sulla stoffa scura.
"Sei nuova, bambolina?" Le chiede qualcuno, appoggiandole una mano sulla vita. Rose non osa scollarsi da Emily però, facendo intendere all'uomo che non ha intenzione di muoversi da lì, per ora.
"Solo una notte di divertimento qualunque e no, non vi dirò il mio nome fin quando voi non mi avrete portato del Whiskey"
Rose ride, provoca, lascia che si intraveda la stoffa del reggiseno, quasi inizia a divertirsi.
Perde la cognizione del tempo, fin quando Emily non la chiama da parte, indicandole un tavolino con voce piccola. Rose annuisce.
"Amanda, Amanda venite vi presento un uomo degno di voi!" trilla Emily, tirandosi dietro Rose per un braccio, che ha giusto il tempo per alzare una mano in segno di saluto verso chi le ha offerto da bere.
E la sua preda, la sua vittima, è appoggiato a al legno, le mani guantate e lo sguardo famelico, quel dannato completo tipico degli uomini italiani di Sabini. Rose lo raggiunge a passo svelto, la testa alta. Scansa i suoi baci sulla guancia, gli morde l'orecchio, piano.
"Venite di sopra con me?" domanda suadente. Si appoggia contro il corpo dell'uomo, lascia che le sue mani le stringano i fianchi prepotentemente.
"Volentieri, signorina."
E Rose apre la porta della stanza privata, si lascia spingere contro una parete, si lascia toccare un po' e baciare come vuole. Poi prende il comando, a suon di risatine e sospiri lascivi e chiude la porta prima di sciogliere i nastrini della maschera.
Fa sedere l'uomo, gli gira intorno, gli accarezza le spalle, il collo, lo riempie di lascivi baci umidi. Estrae una fascia di tessuto dal cassetto, gli immobilizza i polsi con dolcezza.
"Ho saputo che vi piace-" Gli spiega, mentre gli slega la cravatta e inizia a sbottonargli lentamente la camicia "- Emily mi ha subito consigliato voi, dati i miei gusti"
L'uomo le sorride, malizioso, e sogghigna.
Rose si premura di legargli anche il busto e i piedi, stretti e assicurati alle gambe legnose della sedia. E l'uomo ora è totalmente indifeso, in quella stanza in fondo al corridoio, con la porta bloccata da due giri di chiave e ben tre chiavistelli. Non può muovere niente al di fuori delle dita delle mani e dei piedi e del capo.
Ma perché mai dovrebbe difendersi da una donna il cui unico scopo è procurargli piacere?

Whiskey e Sigarette - La chiamavano Rose [Tommy Shelby Ff]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora