9. Grace e il suo segreto

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La porta si spalanca, Rose entra nello studio di Tommy coi capelli sfatti e gli occhi gonfi, le mani strette a pugno. Gli si para davanti, lo guarda con disprezzo e, appena Tommy si alza per andarle in contro, si avvicina fulminea a lui. Il rumore dello schiaffo, che ha lasciato un segno rosso e vistoso sulla guancia di Thomas, risuona per la stanza segnando il definitivo punto di rottura di Rose.
Ha fatto male, probabilmente, molto male, ma quella più ferita resta Rose, glielo si legge negli occhi che è esausta.
Aveva ragione Polly a dirle che Tommy sarebbe stato la sua rovina definitiva.
E Tommy incassa, non si scompone, sa il perché di quel gesto e sa di meritarsi anche di peggio di un semplice schiaffo, difatti non cerca nemmeno di fermare i polsi di Rose quando questa gli batte sul petto cercando di fargli male senza fargliene davvero.
Si fa schifo, Rose, si fa schifo a sapere che si è lasciata ridurre così. Lei, proprio lei, che se n'era andata alla ricerca dell'indipendenza, si era nuovamente fatta mettere i piedi in testa da un bastardo. Perché si è fidata, si è spogliata della sua aria da donna forte e fredda, insensibile, per mostrare a Tommy quei lati più umani, passionali, pieni di emozioni diverse e sensazioni. E lui l'ha tradita, sia nell'animo che nel corpo, facendola sentire come se fosse colpa sua, come se quel allontanamento fosse dovuto a lei e non a lui e alla sua evidentemente impossibilità di tenersi il cazzo nei pantaloni.
"Mi stai prendendo in giro, Thomas?-" dice Rose singhiozzando "- prima il cavallo, il fottuto cavallo che hai chiamato 'Il segreto di Grace', cazzo. E poi ti scopi pure l'addestratrice di quel maledetto cavallo! Ti rendi conto? Io ero in un fottuto bordello a far soffrire quel pezzo di merda per te, perché per colpa sua sapevano esattamente dove trovarti, e tu- mi fai schifo Thomas!"
Rose vorrebbe odiarlo, davvero, potrebbe saper odiare Tommy, ma non riesce. Vorrebbe sputargli addosso e liberarsi di quel pacato e calcolatore sguardo che le sta scavando dentro pure in quel momento, cancellarlo dalla faccia della terra per sempre.
Ma anche volendo con tutta se stessa, non riuscirebbe mai a far davvero del male a Tommy. È ancora troppo legata a quella lontana e sfumata idea di loro due insieme da ragazzini.
Tommy improvvisamente la circonda con le braccia, la stringe forte al petto e le poggia le labbra tra i capelli sussurrandole che è tutto okay, che era stato necessario. Le accarezza la guancia con dolcezza, mentre Rose ancora freme di rabbia.
Poi la bacia. La bacia e Rose, che è ormai distrutta, non prova nemmeno a resistergli: gli si aggrappa addosso, si fa sollevare, diventa creta nelle mani di Thomas.
Si baciano ancora.
Rose quasi gli strappa la camicia di dosso, mentre lui le toglie i vestiti, le calze, tutto. A viversi malsanamente ancora e ancora, come in un circolo vizioso senza fine.
Tommy spinge dentro di lei e Rose gli conficca le unghie nelle spalle, lo bacia con trasporto, lo guarda negli occhi, completamente persa per e in lui. Doveva odiarlo e invece ci sta facendo sesso.
Solo quando finiscono, quando sono abbracciati ancora ansimanti, piegati in modo scomposto sulla scrivania, Rose realizza che lui ha fatto quelle stesse cose con quella addestratrice. E smette di respira qualche secondo, ingoia a vuoto.
Spezzata Rose.
Si sembra quasi una stupida ragazzina innamorata e presa in giro. Si vergogna di se stessa, che sta perdendo lentamente tutto ciò che si era costruita col sangue e col sudore solo per quel dannato Shelby.
Si sente così debole, così triste, così persa, come può pensare che quello sia amore, come può credere in quei baci?
Lei non è una dama, una signorina, una bambina che insegue il primo amore, no. No, lei è un uomo della banda, lei deve imporsi, essere forte, non lasciarsi scalfire, non lasciarsi imbastire di baci e poi buttare via come spazzatura.
Tommy Shelby non può usarla così.
Non lei. E nemmeno Lizzie e qualunque altra donna sia caduta nella trappola Shelby.
Così Rose si alza, si riveste dando le spalle a Thomas, come se si vergognasse di lui, lui che in realtà ormai sa a memoria come è fatta.
Dietro il viso inespressivo di Rose, però, si nasconde solo tanta tristezza e Rose corre via, anche se vorrebbe solo scappare da se stessa.

Tommy è sparito con Lizzie, dicendo come sempre che ha qualcosa da sbrigare, lasciando Polly a guardare torvo Rose e Rose a guardare torvo chiunque altro, tranne Tommy.
Tommy.
Nonostante tutto, nonostante di giorno sia già tanto che si rivolgano parola, Rose e Thomas sono nello stesso letto tutte le notti, come se niente fosse. Polly, Lizzie e Esme continuano a ripeterle che il suo ormai è puro masochismo, ma Rose ignora le loro parole, forse perché sono troppo vere o troppo difficili da digerire.
E mentre riflette su tutto ciò, Rose incrocia le braccia appoggiata a uno steccato di legno, la sigaretta ormai quasi finita stretta tra le labbra carnose. È coi ragazzi e stanno aspettando tutti il segnale per attaccare i leccapiedi di Sabini, rubare gli incassi e bruciare le licenze, quando Arthur le si avvicina e le indica un punto tra la folla.
"Grace-" le mormora Arthur in un orecchio, scostandole l'unica ciocca di capelli sciolta dalla treccia "- cercava Tommy, ma non ha fatto in tempo a parlargli."
Grace.
A Rose un po' manca il fiato, quando la vede da lontano.
È così bella, Grace.
Così diversa da lei.
Sembra così graziosa, raffinata, elegante.
Così pura, angelica e traditrice.
Rose sa di non sembrare una donna, vestita con la camicia bianca e la giacca blu da Peaky Blinders, coi capelli raccolti e il capellino coi rasoi calato sulla testa. Per un secondo si sente quasi a disagio in quegli abiti che ha sempre amato alla follia. Poi si guarda attorno, socchiude gli occhi e caccia indietro le lacrime: lei fa parte di qualcosa di grande, di forte, e i ragazzi lì con lei ne sono la prova. Deve essere fiera, fiera di ciò che è e di dove é arrivata. Lei è molto di più di quella Grace.
Qualcuno le tocca una spalla e indica i poliziotti, che si stanno allontanando velocemente, allarmati per un possibile attentato al Re. Rose annuisce, preoccupata per Tommy, poi prende al volo la mazza che John le lancia con un ghigno.
Le spiace non poter usare la pistola, ma Tommy ha ordinato di bruciare le licenze e affrontare gli uomini di Sabini senza sparare un solo singolo colpo.
Entra in scena facendo roteare la mazza sopra la testa, un sorriso sghembo le tira la pelle del volto, secca. Non dà al tizio che si trova davanti nemmeno il tempo di girarsi che lo colpisce alla nuca abbastanza violentemente da atterrarlo ma non ucciderlo, mentre Finn la guarda compiaciuto e John punta la pistola davanti a sé intimando di sbrigarsi a consegnare le licenze.
Sta andando tutto bene, la carta brucia sotto ai suoi occhi in mezzo a urla e risate. È in quel momento di apparente pace nel caos che qualcuno la riconosce: le strappano il cappello e la tirano indietro prendendola per i capelli, slegandoglieli e gettandola a terra violentemente, mentre la mazza le scappa di mano e tutto si confonde.
Un calcio nei reni la risveglia, diffondendole dolore in ogni dove, e le fa salire il sangue al cervello dalla rabbia.
Rose allunga una mano verso la mazza che le è rotolata a terra, un calcio in pieno viso le fa girare la testa dall'altro lato. Il legno però è già stretto tra le sue mani e John sta arrivando in suo soccorso. Vedere il naso del tizio che l'ha presa a calci fin ora sposarsi e frantumarsi sotto il suo colpo è una goduria immensa.
La aiutano ad alzarsi e sistemare il berretto, ma a Rose non importa della vincita, sente che qualcosa non va. Festeggiare è secondario, anche perché non ha la minima idea di dove sia Thomas.
Si pulisce il sangue dal viso e accetta di buon grado il bicchiere di whisky che Arthur le sta offrendo, nella speranza che la faccia sentire un po' meglio. Poi si alza, il viso che pulsa ancora dolorosamente, e cerca Tommy con lo sguardo. Al suo posto trova Grace.
La stessa Grace che la ferma, le parla, dato che da May non ha ricevuto risposte ma solo sfide. Quindi ripiega su di Rose, che vestita così di certo non passa inosservata ora che ha il viso libero e i capelli sciolti.
La bionda la scruta, le chiede chi é e le domanda disperatamente se sa dov'è Tommy. Grace sostiene di dovergli dire una cosa importante, di vitale importanza, ha gli occhi allarmati e pieni di rimorso e paura che sia successo qualcosa.
È così bella anche da spaventata.
Rose vorrebbe prenderla a pugni, ma si limita a scuotere la testa e informarla che lei non sa dove sia lo Shelby. La scansa in malo modo, alterata: non riuscirebbe a sostenere una conversazione con toni normali mentre la testa e il viso le fanno così dannatamente male da volerseli strappare.
"Sono incinta!" le urla però Grace, balbettante, mentre Rose sta camminando verso un indefinito luogo, il più lontano possibile dalla dama bionda di alta classe.
E Rose si blocca a quelle parole, come se l'avessero congelata, e stringe gli occhi cercando di trattenere il pianto. Stringe le mani tra di loro, prende tre o quattro respirati profondi e tremolanti, cerca di convincersi che va tutto bene.
Si volta, guarda l'altra donna con occhi vuoti, le si avvicina a passa svelto e la prende per il colletto di quel dannato abito rosa. Ha i pugni chiusi, le nocche bianche, il viso e il collo arrossati. Vorrebbe ammazzarla, sfogare tutta la sua rabbia, tutta la sua frustrazione, tutta la sua pateticità, ma sarebbe inutile e Grace alla fine non ha colpe che Tommy non le abbia perdonato.
"È suo?" chiede, il petto che si alza e abbassa velocissimo, quasi come se il cuore volesse scappare da lì.
Un po' le manca l'aria.
Un po' si sente a pezzi.
Un po' vorrebbe poter piangere e struggersi con delle amiche che non ha. Ma lei è Rose Evans, quindi non se lo può permettere.
La dolorosa consapevolezza che Tommy più che fare affari si stava facendo Grace é un secchio di acqua gelata che le urla che lei non avrà mai lo stesso posto di risalto della bionda. Lei sarà sempre la controfigura, quella presente da sempre ma mai davvero considerata del tutto, perché lo sa anche lei che Tommy non è ubriaco d'amore con lei. Con Grace, per Dio con Grace si che lo era, lo sanno tutti quando Thomas sia stato rincitrullito dall'amore per Grace. Quanto lo sia ancora.
Grace intanto la osserva in silenzio, le legge in faccia il dolore, la delusione e la perdizione che tutte le donne che Tommy Shelby ha incontrato sul suo cammino hanno negli occhi. Non ha risparmiato nessuna.
"Chi sei tu per lui?" chiede Grace, questa volta senza astio nella voce limpida. Rose sorride, scuote la testa e si accende una sigaretta, cercando di ricomporsi. Prima o poi ammazzerà Tommy Shelby con le sue stesse mani.
"Non so dirtelo, per quanto io lo desideri. Prima è arrivata l'addestratrice di cavalli e poi sei arrivata tu, quindi non so dirtelo. Non stava andando tutto bene tra me e Thomas, ma la notte senza di me è più orribile per lui.
Posso dirti, Grace, che sono stata il suo primo bacio, la sua prima scopata, la sua prima fidanzata. E lui è stato lo stesso per me"
Rose alza il naso verso l'alto, il fumo che le esce dal naso e le graffia la gola.
"Tu sarai sua moglie, immagino. La fottuta famiglia felice con tanti bambini e tanti soldi, con una moglie esemplare, meravigliosa e di alto rango. Destino, no?" sussurra tra i denti.
Grace ferma quel fiume di parole, stringe un polso a Rose e accenna un sorriso amaro, consapevole, che la fa sembrare più vecchia: ha capito chi è la donna che ha davanti, Tommy le ha parlato di lei.
"Domani torno in America, Agatha" mormora con voce sicura. Rose rabbrividisce, le si blocca il fiato in gola. Il viso le diventa una maschera di cemento, inespressivo.
"Come mi hai chiamata, scusa?" chiede.
"Thomas mi ha tanto parlato di te. Ho capito chi sei solo mentre... raccontavi" le risponde pacata Grace, rimanendo ferma dov'era e aggiustandosi il collo dell'abito.
Rose non crede alle sue orecchie: Tommy ha anche avuto il coraggio di parlarle di lei? Magari dopo averci fatto sesso, magari dopo averle detto che la ama ancora. A Rose sta iniziando a venire il dubbio che, in tutte quelle notti infernali che Tommy passava accanto a lei, abbracciandola e cercandola nel suo delirante sonno, lui abbia immaginato Grace al suo posto. Non se ne dovrebbe sorprendere, in tal caso.
"Dovrò dirglielo io che tornerai in America?" domanda a quel punto Rose, ormai arresa, passandosi una mano sul viso stanco e sussultando dal bruciore. Deve essere conciata proprio male.
Grace scuote la testa in segno di negazione, lascia che una lacrima silenziosa le scalfisca la pelle lattea e morbida, senza avere cura di asciugarla.
"Gli scriverò" sussurra solo, deglutendo come se quella frase l'avesse segnata per sempre.
E Rose si allontana fulminea da lei, nella speranza di scorgere quantomeno Polly.
Agatha. L'ha chiamata Agatha. È così che Thomas la chiama con gli altri?

Di Tommy non ci sono ancora tracce, quindi Rose, scocciata, dolorante e ferita, decide di seguire tutti gli altri e tornare a casa. Fa una carezza a Lizzie, obbligata da Tommy a intrattenere quel sudicio militare ormai morto, e sospirando segue John, che si sta allontanando a passo spedito.
John che le circonda affettuosamente con un braccio le spalle appena Rose lo affianca, se la tira addosso e le lascia un bacio sulla testa.
"Ti accompagno a Small Heath e ti dò una mano con la faccia, mi dispiace di non averti aiutata di più, mi devo far perdonare" le sussurra ridacchiando John, mettendo in modo l'auto. Rose annuisce, ma il suo sguardo è perso e la sua mente continua a vagare all'immagine di Tommy con Grace, sovrapponendosi a Tommy e May.
Forse è per quello che non si sposta quando John, dopo aver poggiato garza e alcol sul tavolino e aver ripulito il suo bel viso dal sangue, le mormora che la trova comunque stupenda e la bacia.
Rose risponde a quel bacio, bisognosa di quel contatto, e infila le mani sotto la camicia di John senza esitazioni. Gliela toglie con foga, mentre le mani dello Shelby sbagliato la toccano ovunque, e si lascia alzare di peso per raggiungere una superficie più comoda della sedia della cucina. Rose ansima nella bocca di John, ridacchia sulle sue labbra quando lui le tira uno schiaffo sul culo e gli si appiccica addosso senza ritegno. Finiscono a fare sesso sul letto di Rose, sfogando l'uno sull'altra il risentimento di una vita andata non come programmato.

Thomas è rincasato da poco, sembra traumatizzato, non vuole dire cosa sia successo dopo la corsa, non vuole spiegare perché sia sparito così, nel nulla. Ma Rose non la vede subito, tutta quella paura, non nota né il tremore delle mani né lo sguardo vacuo dell'uomo. È troppo arrabbiata e ferita e disgustata per realizzarlo.
"Ho incontrato Grace, Tommy. E così sei andato a letto pure con lei" mormora la donna, stringendosi una mano al petto, la sigaretta accesa nell'altra.
Tommy apre bocca per parlare, ma la richiude quando vede come è conciato il viso di Rose, che sta iniziando a gonfiarsi in alcuni punti e sta assumendo un'orribile tonalità viola bluastra. La sua bella Rose, con le labbra spaccate e la pelle segnata.
Ha pensato anche a lei, quando era certo di star per morire. A lei da giovane, quando era ancora felice e più spensierata, ma anche a loro due, quando si rincorrevano per casa e si baciavano negli angoli.
"Mi hanno presa a calci, se te lo stessi chiedendo. Niente di grave, passerà con un po' di ghiaccio, il dolore è secondario."
Tommy continua a fissarla: vorrebbe domandarle altro di Grace, ma non lo fa. Rose si sta sgretolando davanti ai suoi occhi, ma senza abbassare lo sguardo.
"Sono stanca Tommy- "mormora Rose camminando a passi lenti per la stanza "- sono stanca di noi due, davvero, sono esausta. Tu mi tratti come una regina, il giorno dopo mi ignori, quello dopo ancora ti scopi un'altra mentre ammazzo una persona per te. Sono stanca perché poi tutte le notti siamo nello stesso letto a dormire, o abbracciarci, o fare sesso, e io tutte le mattine mi sveglio con la speranza che sarà una buona giornata per noi. Mi sveglio e spero che ritorni quello di prima, quello non rovinato dal dolore e dalla guerra, quello che- " la voce di Rose si rompe "- che provava qualcosa per me, che non riusciva a starmi lontano. Sogno una cosa che non c'è più, lo so bene, davvero, lo so perfettamente."
Rose si stringe nelle spalle, abbassa il capo e sbuffa appena, Tommy non spiaccica parola quindi lei continua a parlare.
"Siamo cambiati entrambi, profondamente, ma non prendermi in giro così Tommy. Te ne prego. Va bene lavorare insieme, va bene sporcarsi le mani, ma smettila di usarmi anche fuori dall'ambito lavorativo. Io ti amo ancora, Thomas, sai meglio di me che non ho mai smesso di farlo, ma questo non ti dà il diritto di farmi ciò che vuoi."
Tommy, nel suo mutismo dalle mille parole, la bacia. La prende in giro, consapevolmente, aggrappato ai ricordi, di nuovo, e Rose lo lascia fare perché ormai non ha più senso nemmeno scappare, ribellarsi, provare a cambiare qualcosa di quella situazione.
Dovrebbe puntargli addosso quella fottuta pistola che ha in tasca e minacciarlo di ficcargli due pallottole nei testicoli, ma sarebbe inutile, Tommy è consapevole che non riuscirebbe mai a ferirlo intenzionalmente.
Rose salta in braccio a Tommy, che le stringe il culo - esattamente come ha fatto John qualche ora prima - e cammina fino alla poltrona più vicina. Continuano a baciarsi appassionatamente e Thomas quasi strappa la gonna e le calze a Rose, nel tentativo di farsi spazio, mentre Rose fa saltare due bottoni della camicia sporca, nella fretta.
E quando hanno finito, quando tutto sembra giacere in una placida calma, Rose si alza con un sorriso sghembo e da scherno.
"Ho scopato con una persona un paio d'ore fa, Tommy" si piega a sussurrargli in un orecchio. A Tommy non resta altro da fare che lasciare la testa poggiarsi all'indietro con un sospiro, mentre Rose esce dalla stanza con le lacrime agli occhi.

Whiskey e Sigarette - La chiamavano Rose [Tommy Shelby Ff]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora