I just wanna feel your body next to me

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Steve si rotolò nel letto un'altra volta dando le spalle alla finestra dietro di sé e passandosi una mano tra i capelli.

Asciugò le lacrime di Natasha con i pollici prendendole il viso tra le mani e guardandola negli occhioni verdi, “va tutto bene” mormorò, “sei con me adesso”

Lei attaccò a piangere ancora di più sentendo il bisogno di seppellire il viso nel petto del ragazzo un'altra volta.

Che è successo, Natasha?” domandò Steve piano mentre le accarezzava i capelli e lei scuoteva la testa.

Che diavolo ti è successo, piccola mia? Pensò lui passandosi una mano tra i capelli mentre la pioggia fuori dalla finestra non era intenzionata a cessare da ben due giorni.

Si chiese come stesse, se avesse la febbre, o semplicemente mal di pancia, o se magari stesse piangendo sul cuscino, in silenzio per non farsi sentire da Wanda.

Steve serrò gli occhi nel tentativo di calmare i suoi battiti improvvisamente accelerati e poi si rotolò nel letto con un gran frusciare di coperte, seppellendo la testa nel cuscino e ignorando i mugugni sconosciuti di Sam.

Non si era mai preoccupato così tanto di nessuno, forse nemmeno di Wanda e tanto meno per sé stesso. Natasha a quanto pare lo aveva fregato, e quella constatazione lo costrinse ad alzarsi di scatto dal letto posando i piedi sul pavimento freddo mentre il corpo si ricopriva di brividi.

Fece su e giù davanti al suo letto, le mani sui fianchi e il respiro corto, lasciandosi cullare dal suono della pioggia all'esterno mentre si infilava la prima maglietta che trovava sulla sedia e correva in piscina, certo che solo lì sarebbe riuscito a schiarirsi le idee.

Gli piaceva Natasha Romanoff ?

Si, o meglio, il suo cuore gli diceva così, la testa avrebbe voluto tutt'altro.

Questa era una buona cosa?

No.

Perché?

L'amore fa schifo.

E prima che lui stesso se ne potesse rendere conto, era già sott'acqua.




- Ah ah ah – fece Wanda voltandosi di scatto alle sue spalle e puntando un dito verso Natasha , – dove credi di andare tu? – domandò arrabbiata, esattamente come avrebbe fatto una mamma alla figlia capricciosa.

La rossa si passò la mano tra i capelli e tossì un paio di volte.

Si poteva dire che Natasha Romanoff avesse avuto momenti decisamente migliori di quello. Era pallida, la gola le bruciava e aveva i brividi di freddo nonostante il suo pigiama fosse in pile. Appena si muoveva anche solo di un passo o stava semplicemente in piedi la testa le girava.. e nonostante tutto, voleva andare a studiare.

- A lezione – rispose lei ovvia, portandosi un pugno alla bocca e tossendo forte mentre si piegava in due.

Wanda  la guardò con un sopracciglio alzato e le mani sui fianchi, – Rossa – avanzò un passo verso l'amica e le posò la mano sulla fronte, ritraendola un instante dopo, – cazzo, hai la fronte talmente calda che ci potrebbe cucinare un uovo sopra! Tu non ti muovi assolutamente di qui – disse perentoria prendendola per le spalle e voltandola verso il letto mentre la spingeva a camminare e la rossa tossiva e rideva contemporaneamente.

- Devo andare a lezione! – protestò mentre Wanda le scostava le coperte e ce la infilava sotto a forza.

- Zitta – disse fintamente autoritaria mentre le tirava il piumone fin sotto al mento e poi correva in bagno per metterle sul comodino un rotolo di carta igienica e una bottiglia d'acqua presa da sopra la scrivania comune.

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