Capitolo 1

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~Salve ^^,
Questa è la mia prima storia quindi chiedo venia per eventuali errori, inoltre contiene argomenti sensibili come bullismo e autolesionismo quindi se siete molto sensibili NON LEGGETE!!
Per voi che siete rimasti, buona lettura!~

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(Jin)


Mi guardo allo specchio e noto che sono particolarmente pallido.

«Forse questa volta ho esagerato» dico, guardando i lineamenti della mia pelle biancastra.

Torno in camera e cerco di pulire tutto il rosso intorno a me, dopodiché mi guardo il polso destro.

«Avevo giurato di non farlo più, ma alla fine la finisco sempre peggio.» una lacrima riga la mia guancia, che la mano sinistra scaccia fulminea.

Non è il momento per piangere.

Vado in bagno a prendere delle garze e, una volta trovate, le lego intorno al polso destro, cercando di fermare il flusso del sangue.

Guardando le garze impregnate di un colore rosso fuoco finisco per ripensare alla prima volta che lo feci, avevo 14 anni.

Inizio flashback

Quella volta i miei genitori mi trovarono steso a terra, completamente bianco.

Nella mano destra la lametta del temperino scolastico e nella mano sinistra un fazzoletto di carta.

Mi ricordo ancora la sensazione della lama tagliente che divideva in due lembi la pelle, lasciando fuoriuscire libero il sangue.

I miei mi portarono all'ospedale dove cercarono di rianimarmi e ce la fecero.

Mente io speravo nel contrario.

Mi risvegliai dopo 3 giorni in una stanza con le pareti bianche, ero avvolto da delle fredde coperte azzurre.

Mia madre era addormentata nella sedia azzurra davanti al letto.

Inutile dire che quando si svegliò mi urlò chiedendo il perché della mia azione, non risposi.

Avrei tanto voluto dirle "È colpa tua e di papà per i vostri continui litigi, è colpa dei bulli a scuola che mi prendono in giro ogni giorno ed è colpa delle persone che mi guardano schifate per strada per il mio essere un po' affemminato", ma dalla mia bocca non uscirono queste parole.

Non uscì niente.

I medici le chiesero se voleva farmi seguire da uno psicologo e mamma disse, decisa, no.

Per lei era tutto finito dopo quella volta, credeva di avermi fatto dimenticare tutte le ragioni che avevo per farmi del male con due urla e qualche lacrima.

Fine flashback

Da quel giorno sono passati 3 anni, e sono ancora qua, seduto nel mio letto con le garze nel polso destro, con la sola differenze che sono da solo, in un appartamento che ho comprato.

Mancava tutto nella mia famiglia, l'amore, l'amicizia, la fedeltà, ma non i soldi.

Così sono andato a vivere da solo, in una casa vicino alla scuola.

Non sarà il posto più spazioso e comodo del mondo, ma almeno non ho mia madre che si lamenta intorno.

Vengo risvegliato dai miei pensieri dal rumore della suoneria del cellulare.

Prendo il telefono, leggo il nome Lisa🖤
Decido di rispondere visto che l'ho ignorata anche prima.

«Dammi due secondi e scendo»

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~Spero che vi sia piaciuto,
pubblicherò al più presto, lo prometto :)~

My Hero · NamjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora