Capitolo 11

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Siamo al Mc che sta vicino al centro del nostro paesino.

«Cosa vuoi?» domando sorridendo a Jin, che si è seduto davanti a me.

«Un Big Mac e la bibita grande della Coca-Cola, e tu?» risponde sorridendo.

«Un Crispy McBacon e una birra, ora vado ad ordinare.» dico alzandomi dal tavolo e andando ad ordinare.

Dopo che il commesso ha preso l' ordinazione mi dice di attendere qualche minuto, e io faccio come dice.

Fino a quando non sento dei forti schiamazzi.

Incuriosito mi affaccio alla grande porta vetrata che divideva la sala con i tavoli dalla sala delle ordinazioni.

Quello che vedo mi fa sbiancare.

Torno nella sala dei tavoli facendomi largo tra quelli occupati dagli altri.

C'erano tre ragazzi che parlavano con Jin, che purtroppo, conoscevamo bene entrambi.

Mi alzai le maniche e mi piazzai tra loro e Jin.

«Taehyung, Yoongi, Jungkook» li saluto mettendomi a braccia conserte.

«Ma ciao anche a te Nam» dice Taehyung dandomi una pacca nella spalla.

Non lo rispondo e lui continua.

«Vedo che dovete mangiare insieme» fa una piccola pausa poi prosegue «Sarà mica che state insieme?» domanda ridendo seguito dagli altri.

Ero nel panico, sentivo gli occhi di Jin addosso.

Sapevo che voleva che gli rispondessi in modo positivo, ma dalla mia bocca uscì solo
«No, non stiamo insieme, potete pure andare ora» dico, sentendo Jin sospirare.

Gli altri se ne andarono continuando a ridere.

Mi girai con l'intento di parlare e scusarmi con Jin.

Ma lui si stava già infilando il giubbotto e senza neanche guardarmi corse verso l'uscita.

Ho fatto una cazzata.

¦¦¦

No, non siamo fidanzati.

No. Non. Siamo. Fidanzati.

Queste parole tornano nella mia mente.

Continuano a farsi sentire, e continuano a farmi sempre più male.

Esco di corsa dal locale, correndo nel parcheggio iniziando a piangere.

Le lacrime continuano a scendere ininterrottamente.

Poi sento qualcuno che mi afferra il polso e mi gira.

Lo straccio subito quando capisco che è Namjoon.

«Ei posso spiegare» dice restando calmo.

«Non c è niente da spiegare Namjoon, come hai detto non siamo fidanzati.
Io e te non siamo niente.» dico tra un singhiozzo e l'altro.

«Jin non dire così-»

«Lo dico eccome, come potevo credere che tu non ti saresti vergognato di stare con me? Come potevo credere che saremmo stati felici insieme?» lo bloccai continuando a parlare tutto d'un fiato, «Come potevo credere che tu non fossi uno stronzo come tutti gli altri?» e con quest'ultima frase, mi accorgo che anche lui sta piangendo.

«Jin...» sbiascica tra un singhiozzo e l'altro.
«Io-» inizia col parlare e io mi giro.

«IO TI AMO» urla.

Urla talmente forte che lo sentono pure nel locale e battono le mmani felici di quella dichiarazione, che a loro può essere sembrata stupenda, mentre a me è sembrata superflua, di circostanza, fuori luogo.

Io mi giro verso di lui, guardando a terra.

Anche dopo quella frase, che mi ha fatto comunque un effetto devastante, non riesco a sorridergli.

Non riesco a perdonarlo.

Anche se ha solo detto che non stavamo insieme, come tecnicamente è vero, non riesco a perdonarlo.

Si è vergognato di dire che mi amava.

«Dovevi dirlo prima» dico freddo, guardando ancora in basso.

Dopo questa frase Namjoon mi guarda impietrito.

Io mi giro e me ne vado.

///

Sono a casa da ormai una ventina di minuti e sono appena uscito dalla doccia.

L'ho fatta per non pensare a niente.

Ma puntualmente inizio a piangere ripensando a Namjoon, alla sua felpa.

Alle sue labbra.

Il telefono disturba i miei pensieri.

Lo prendo e leggo il nome del contatto che mi sta chiamando.

Fratello💙

Lo prendo e rispondo.

«Non è il momento adatto, ti avviso-» dico ma vengo bloccato da lui singhiozzante dall'altra parte della cornetta.

«Jin»

«Cosa cazzo è successo?» dico, ora, seriamente preoccupato.

Non ho mai avuto un grande rapporto con mio fratello.

Ero abbastanza piccolo quando decise di partire per trovare un lavoro, essendo più grande di me di qualche anno.

«Si tratta di mamma» dice con la voce spezzata.

Sbianco.

«Che è successo a mamma?» domando ancora più preoccupato.

«Jin, mamma è diventata un angelo» risponde cercando di essere delicato.

Io nel mentre mi sono seduto a terra.

Le gambe che non reggono.

«Come è morta?» domando, non essendo sicuro di voler sapere la risposta.

«Non lo sanno, devono fare l'autopsia» risponde ancora singhiozzante.

«Oh ok, chiamami quando hai notizie» rispondo chiudendo in fretta.

Mi butto nel letto iniziando a piangere.

Troppi avvenimenti per una sola giornata.

Una volta attenuati i singhiozzi, vengo cullato dalle lenzuola morbide del mio letto.

E cado in un sonno profondo.

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~E bene si, non prega andare tutto liscio così facilmente no?
:)
Giuro che vi voglio bene :,)~

My Hero · NamjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora