un giorno cosí

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Mio padre si staccó da me e riuscì a parlare :

- Mi potresti spiegare per le ali?-

- Ma certo, vieni.-mi disse mia madre.

Mi fece cenno di seguirla e così feci; mi condusse in una stanza anch'essa dipinta di nero pece, in un angolo era situato un mobile con sopra un vaso a strisce bianche con sopra un giglio, un grande divano occupava una buona metà della stanza.

Si sedette e mi prese la mano fecendomi sedere sulla poltrona vicino al divano e con voce calma mi disse:

- Per generazioni la famiglia della morte é anche la famiglia che ha come figlio l'angelo della morte e quest'angelo é diverso dagli altri perché le sue ali sono di colore argento, proprio come le tue.-

Riflessi:

- Ma se la mia famiglia é qui nell'oltretomba allora non me ne potrò mai andare?!- dissi con voce preoccupata alzandomi dalla poltrona.

mia madre scoppiò in una fragorosa risata:

- Kira... ma certo che potrai tornare a casa.-

Non risposi.

- Vieni... ti mostro la tua stanza.-continuó

Mi accompagnò fino ad una porta rossa, la aprì e riuscì a vedere un letto antico e un piccolo comò.

"Oh wow..." pensai fra me e me.

- Ti dico una cosa: le porte rosse possono portarti dove vuoi, perché legate da una magia. Detto ció ti lascio, ciao.- disse mia madre.

Mi butta sul letto e subito mi addormentai...

la ragazza dalle ali d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora