L'ascensore si aprì mostrando la hall piena di persone, percorrendo il corridoio giungemmo nel salotto dove riconobbi la signora della reception, quella lì che parlava la nostra lingua per fortuna. Era lì che ci guardava uno per uno con un sorriso sornione sul viso, appena scontrò il nostro sguardo ci fece cenno di avvicinarci.
Osservandomi intorno notai un immenso bar, una sala da biliardo e diversi computer. Era enorme ed abbastanza attrezzato.
"Ecco altre ragazze, bene dovranno arrivare gli ultimi ragazzi e cominciamo", pronunciò.
"Scusate il ritardo", sussurrai.
"Tranquille, siete in orario", ammiccò.
Mi voltai verso Miley guardandola più che male.
"Cosa c'è?"
"Mi hai portato così tanta fretta che...-"
"Scusami, non sapevo che ci fossero persone più ritardatarie di te!" Alzò le mani. "E poi non è colpa mia se hai perso tempo a prepararti perché vuoi fare colpo sul riccio."
"Ma cosa dici? E poi....un momento. Come sai di Tayler?"
"Gli hai persino affibbiato un nome?" Chiese sorpresa.
"No, è il suo vero nome", alzai le spalle.
"Allora sei una stalker a livelli seriali", rise, io scossi la testa guardandomi intorno, ma di lui nessuna traccia.
Ad interrompere i miei pensieri fu un gruppo di ragazzi che arrivò in salotto, gli ultimi molto probabilmente. Tra di loro mi colpì uno con una pettinatura davvero assurda e un paio di occhiali da sole.
"Che senso hanno gli occhiali da sole qui dentro?" Risi guardando la mia migliore amica, aveva notato la stessa cosa.
"Non ne ho idea, ma hai visto quei capelli? Quei ciuffi così ridicoli si portavano negli anni 80", mi portai una mano sul viso evitando di scoppiare a ridergli in faccia.
Continuai a guardarlo incuriosita, ma ben presto spostai l'attenzione altrove per evitare che potesse darsi ancora più arie di quante già se ne dava.
Arrivarono al nostro gruppo e quest'ultimo prese posto proprio accanto a me.
"Iniziamo bene", pensai. "Adesso cerca di non ridere", ordinai alla mia testa, capace di rovinare sempre i momenti.
Credevo fossero gli ultimi, invece quella ragazza continuava a guardarsi intorno cercando qualcun altro, che finalmente arrivò dopo tre secondi, era una coppia di ragazzi.
"Finalmente ci siamo tutti. Io mi chiamo Celine e avrei alcune cose da dirvi riguardo gli orari. La colazione è dalle otto alle dieci, il pranzo dalle dodici alle quattordici e la cena dalle sette alle nove, la cucina è di tipo internazionale perciò troverete tutto ciò di cui avete bisogno."
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Don't Say Love
Romantizm"Avevo ragione quando dicevo che eri un estraneo", egoisticamente speravo di ferirlo con le parole, come lui aveva fatto con me. "Puoi ascoltarmi? Ti prego", sbuffai. "Il suo piano era esattamente questo, allontanarci", quel tono così pacato mi dest...