Capitolo 1.

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Harry il guardone di giorno era semplicemente il cameriere carino della caffetteria all'angolo. 

Tutti i giorni, esclusa la domenica pomeriggio, si recava alla caffetteria nella quale ha lavorato sin da quando, ai suoi sedici anni, ha lasciato la scuola. Gli piaceva lavorare in quel posto, non era affatto male: era abbastanza tranquillo, la clientela più o meno era sempre la stessa e, anche se al ragazzo riccioluto non piaceva ammetterlo, apprezzava i complimenti sussurrati da parte delle ragazzine che si riunivano lì per studiare, o dei signori intenti a prendere un semplice caffè. 

Il cameriere attirava un po' l'attenzione di tutti, durante il giorno. 

Il suo titolare lo aveva ben capito, motivo per cui cercava di tenere impegnato il ragazzo fino all'orario di chiusura, anche se delle volte scatenava delle piccole proteste, delle quali però non ne capiva affatto la causa. Ma dopotutto era normale non capisse, non sapeva cosa tenesse impegnato Harry la notte, soprattutto non sapeva Harry fosse a conoscenza di ciò che lui stesso faceva una volta abbassata la serranda del bar. 

Sia chiaro, anche in quella situazione accadde tutto per un puro caso: il guardone era appena arrivato nella sua, così chiamiamola, "postazione da gioco" e sentì alle sue spalle i rumori di un'auto parcheggiata troppo velocemente. La zona da cui provenivano non entrava nel campo visivo di Harry, motivo per cui decise che, per una volta, avrebbe fatto uno strappo alle sue stesse regole e si sarebbe spostato per vedere cosa stesse accadendo. Rimase stupito quando vide il proprio titolare, Tim, scavare nel terreno ed estrarne una scatola arancione di latta, dalla quale cacciò fuori degli indumenti. Rimase lì per un paio di minuti, dopo posò tutto ed andò via. Gli occhi verdi notarono, anzi osservarono il tutto ed indagarono attenti, su cose che purtroppo a noi non devono interessare. 

In una maniera o nell'altra però, Harry sapeva un po' i segreti oscuri di tutti. Era forse tutto ciò sbagliato? Probabilissimo, ma questo il guardone lo avrebbe capito a tempo debito e soprattutto a sue spese.

Però questa storia non parla solo di questo guardone dagli occhi verdi.

E' arrivato il momento di introdurvi come sono iniziati i fatti.

La caffetteria all'angolo della strada, quella mattina di una calda giornata di Agosto, era quasi completamente vuota. Quasi perché a riempirla c'erano solo Harry ed altri due camerieri, mentre Tim era nel suo piccolo ufficio. Verso le undici e trenta circa la situazione fortunatamente cambiò, dato l'ingresso di un gruppetto di ragazzi, probabilmente ancora liceali. Il cameriere dagli occhi verdi, come da mestiere, fece accomodare i ragazzi servendo loro i menù, così da poter prendere le ordinazioni abbastanza velocemente. Una volta svolto il proprio compito, accompagnato da risolini e sguardi di ragazzine e ragazzini in fase ormonale, si diresse dietro il bancone a preparare gli ordini, aiutato da Matt, un altro cameriere del bar, che in realtà passava più tempo seduto dietro al bancone, o che a servire.

Tutto tranquillo, i ragazzi consumarono tranquillamente ciò che avevano richiesto ed una volta terminato, si alzarono andando a pagare uno per volta alla cassa, cosa che con gli anni Harry sul serio aveva iniziato ad odiare, dato il tempo in più che gli portavano via. 

Infatti, proprio in quell'istante in cui stava cercando di concentrarsi per capire quanti ragazzi dovessero pagare il frullato alla frutta, passò un uomo, che silenziosamente si fece strada dietro il bancone e si diresse verso l'ufficio del titolare. Una volta finiti i conti anche all'ultimo ragazzino, ben attento a quella presenza estranea che lo sorpassò, corse verso la piccola stanza, anche se ormai troppo tardi: l'estraneo sedeva di fronte alla scrivania. 

-Tim scusa! Non ho subito notato l'ingresso del signore, quei ragazzini mi hanno bloccato, altrimenti lo avrei fermato ad avvisato te!-

-Non preoccuparti Harry, in realtà lui non è nessuno di strano, anzi, dovrai abituarti alla sua presenza qui dentro, però se per te non è un problema, sarebbe gradito se tu uscissi e controllassi l'arrivo di altre persone.-

-Certo, scusate l'interruzione.- 

Una volta uscito, riprese il suo lavoro abbastanza tranquillamente, servendo i tavoli e, quando ne aveva tempo, pulendo tutti i bicchieri, tazzine e piattini usati durante il corso della mattinata. Però una domanda gli ronzava nella testa ripetutamente, al punto da non fargli notare i vari numeri di telefono lasciati sugli scontrini dai clienti, che di solito invece conservava divertito. La domanda in questione era "Chi è questa persona?" e soprattutto "Perché lo vedremo spesso?" mille furono le possibili ipotesi che passavano per la sua mente, ad esempio poteva essere un nuovo cameriere, il problema però stava nel fatto che poi avrebbe potuto licenziare uno dei tre già presenti; poteva essere semplicemente un nuovo lavapiatti, finalmente pensò Harry, effettivamente ce n'era bisogno. Le risposte erano tantissime, ma avrebbe saputo l'unica vera solo la sera, verso le otto di sera. 

Si rese conto solo in quel momento che il ragazzo misterioso ed il proprio titolare avessero lasciato l'ufficio con l'unico intento di mangiare qualcosa per pranzo, chiudendosi nuovamente dentro una volta avuta la possibilità. 

Quindi era abbastanza normale che Harry volesse sapere di chi si trattasse, soprattutto dopo aver ricordato la scena della mattina stessa, in cui successivamente al suo ingresso nella stanza, questa persona non si voltò minimamente a vedere chi stesse parlando, quasi come se il fatto non fosse suo.

Mini angolo autrice.
Hiiii, è tantissimo che non scrivevo una ff larry, l'ultima era davvero cringe e spero di rifarmi con questa! Se vi va di leggere il prossimo capitolo lasciate un commento ed una stellina se vi va, baciniii.
-Id.

Watcher||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora