Capitolo 3.

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Harry con un veloce gesto della mano fece cadere la sveglia dal comò che affiancava il suo letto, accadeva spesso ma la sveglia comunque restava sempre intatta, nonostante fosse vecchiotta. 

Dopo essersi alzato dal letto, anche con leggera fretta data la paura di fare ritardo al primo giorno con il signor Malik, si diresse verso il bagno nella propria camera, iniziando subito dopo a lavarsi. Guardandosi un po' intorno mentre si preparava, pensò di dover un po' ristrutturare il bagno, se non l'appartamento in generale. Non era un granché ed Harry non fece nulla per cambiare qualcosa dalla situazione iniziale, dopotutto a casa non c'era mai, tra lavoro e... come chiamarlo? Passatempo? Stalking? Chi lo sa... 

Lavato e profumato, decise di indossare una t-shirt bianca, con la stampa dei Rolling Stone a decorarla, leggermente rovinata a causa di tutte le volte che il cameriere la indossò, al di sotto di essa degli skinny jeans, che in realtà non lo facevano impazzire, ma per assurdo trovava molto comodi. Prese velocemente degli stivaletti, li indossò ed andò via di casa, portando con sé le chiavi di essa, quelle della moto, il casco, il cellulare ed il portafogli, le cose basilari praticamente.

Salì in sella alla propria moto, mise il casco e guidò fino al bar, dove ad aspettarlo fuori l'ingresso principale c'era già il signor Malik, assolutamente impassibile al suo arrivo.
Nel vederlo parcheggiò velocemente, cercando di farlo il meglio possibile, anche se un po' impossibile.
Scese dalla moto, tolse il casco, mise il blocco e dopodiché si avvicinò al corvino, che avrebbe letteralmente potuto fulminarlo con il suo sguardo. Da una parte era sexy e dall'altra faceva paura, pensò Harry.

-Eccoti qui, apri.

Disse solamente, il modo intimidatorio al nostro cameriere piaceva, di fatto quasi non riuscì a trattenersi dal mordere il proprio labbro, ma dall'altro lato metteva seriamente un leggero velo di paura.
Alzata la saracinesca ed aperta l'entrata, i due entrarono all'interno del locale.
In silenzio, il riccioluto si diresse dietro al bancone, mise il proprio grembiule ed aprì la cassa. Successivamente iniziò a pulire lo spazio circostante, mentre il signor Malik si guardava intorno, studiando il locale.
Erano solo loro due, così per smorzare un po' l'atmosfera creatasi Harry iniziò a parlare.

-Sa per quanto resterà qui signor Malik?

-No.

-Le piace questa città?

-Niente male.

-Ha preso un hotel?

-No.

-Capisco...

-Gli altri due ragazzi dove sono?

Dopo una veloce alzata di spalle, in segno di non conoscenza sull'assenza dei suoi compagni, Harry iniziò a lavare il bancone, silenziosamente. Aveva capito perfettamente dalle risposte sintetiche del signor Malik che non si trattasse di un tipo da conversazione, quindi aveva rinunciato all'idea di parlare con lui, ma per intrattenersi decise di accendere lo stereo, mettendo delle canzoni che variavano di genere, ma lontane dalle attuali.
Passò da Elton John ai Beatles e tanti altri cantanti, fino a quando non venne interrotto.

-Questa musica no.

Sentì solamente dire ed ad essere sinceri ci rimase anche leggermente male, dato che ci teneva molto alle canzoni che ascoltava.
Fortunatamente quella situazione imbarazzante venne interrotta dall'ingresso di un altro ragazzo, più o meno della stessa età del sostituto del suo titolare. Un bel tipo: muscoloso, castano e con un accenno di barba. Un sorriso splendente e degli occhi castani che si stringevano all'apparire di esso.

Vide per la prima volta il signor Malik sorridere.

-Zayn! È bello questo locale, non sapevo che a gestirlo fosse Tim.

-Neanche io, infatti quando mi ha chiesto il favore ne ero rimasto leggermente sorpreso.

-Mh bene, hai solo lui come cameriere?

Disse, indicando il ragazzo dietro al bancone, al quale entrambi rivolsero delle veloci occhiate, tornando successivamente a parlare tra loro.

-Ce ne sono altri due, ma sono in ritardo.

-Oh allora sarai costretto a prendere dei provvedimenti da vero padrone.

Le guance di Zayn presero leggero colore, mentre entrambi iniziarono a ridere.
Harry, dalla sua posizione, non sentì bene di cosa stessero parlando, ma il sentirli ridere lo rassicurò leggermente, facendolo tornare a lavoro con più calma. Inoltre si stupì nel vedere i sorrisini e le guance colorate da quello che sembrava un ragazzo assolutamente pacato ed impassibile, ma comunque torno a fare ciò che doveva.

In realtà c'è una cosa da dire, che Harry in un modo o nell'altro non riusciva ancora a dimenticare quell'azzurro ed era quasi sul punto di azzardare e chiedere al suo nuovo titolare chi fosse, solo dopo ricordò che praticamente li avesse osservati in modo inquietante ad un orario inopportuno e soprattutto in un luogo dove neanche per sbaglio doveva trovarsi. Quindi lasciò decisamente perdere l'idea di chiedere, bensì sperò solo che gli ricapitasse l'opportunità di incontrarlo.

-Signor Malik ci scusi!

Erano gli altri due ragazzi del bar, Jacob e Michael. Avevano fatto veramente tantissimo ritardo, di fatto erano molto sudati ed affannati, si vedeva palesemente avessero corso.

-Stamattina il treno ha fatto ritardo di mezz'ora. Noi non siamo di qui e per noi è stato veramente un grande problema, di solito capita che il treno faccia ritardo, ma mai così tanto e no-

-La prossima volta prendete un treno che vi faccia arrivare qui anche un'ora prima, ma non in ritardo. Okay?

-Certo, ci scusi.

-Mh, ora a lavoro.

L'imbarazzo dei due era incredibile, ma il nostro cameriere aveva tutto un altro punto di vista: lo trovava così eccitante ed attraente, si imponeva come un dominatore.
Rendendosi conto dei propri pensieri, scosse la testa perfino arrossendo, non sapeva neanche lui esattamente il motivo, ma comunque si concentrò maggiormente sul lavoro per smettere di pensarci.

La giornata lavorativa riprese, Zayn insieme a quello che poi scoprì chiamarsi Liam, aveva ispezionato completamente, sopra e sotto, angolo per angolo, tutto il locale, segnando poi su un cellulare le cose da dover riparare oppure da cambiare completamente, i vari servizi della cucina, ma anche i piatti e le bevande preparate in essa. Finito tutto questo servizio, chiamò una persona a telefono ed iniziò a praticamente riorganizzare tutto daccapo.

La giornata ebbe termine per tutti solo alle nove e mezza di sera, più tardi del solito, di fatto tutti erano molto stanchi. Prima di tornare a casa però, il nuovo titolare fece una telefonata, la quale venne messa anche in viva voce, cosa a favore di Harry che detta molto sinceramente origliò per intero.

-Tomlinson come va?

-Bene bene Zay, qui le cose scorrono tranquillamente, da te?

-Domani arriva Niall, lo metterò inizialmente come lavapiatti, dicono che qui c'è bisogno ed io ho bisogno di qualcuno che mi dica pari passo tutte le cose che fanno i nostri camerieri.

-Ottima idea.

-Ci vediamo domani sera?

-Domani sera.

Dopodiché la chiamata terminò ed ognuno tornò a casa propria, naturalmente tranne per il nostro guardone.

Watcher||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora