ban x king 【yaoi】- diario di sangue

Capitolo Decimo

Da quel giorno passarono settimane, settimane di lunghe notti insonni i rimpianti per ciò che aveva fatto, King non poteva perdonarsi ciò che provava per Ban.

Lui apparteneva ad Elaine, non aveva il permesso di avere le sue attenzioni, non poteva semplicemente dire lui tutto ciò che lo faceva stare male e sperare nelle sue coccole. Non poteva fare questo ad Elaine. In queste settimane che parvero durare un'eternità, King evito con tutte le sue forze Ban , ma così facendo gli altri si accorsero del suo comportamento schivo, e che di nuovo ci fosse qualcosa che non andava.

Un giorno Meliodas riuscì ad appartarlo per qualche minuto, in modo da potergli parlare. "King che ti succede?" Dall'arancione non ebbe alcuna risposta. Ma perché si comportava così? Perché si teneva tutto dentro senza sfogare mai nulla? Al capitano iniziava a dare sui nervi questo suo comportamento.

"Parlami King, sono qui per te lo capisci?" Il più basso restò per un attimo in silenzio prima di decidere che non poteva più affrontare da solo la cosa "Capitano, io non posso... Mi sono innamorato di Ban, ed è anni ormai che è così, ma non posso permettermi di dirglielo. Non posso permettermi di perderlo. E soprattutto non posso permettermi di rubarlo a mia sorella."

Non si era nemmeno accorto di aver cominciato a piangere, il capitano gli mise le mani sulle spalle e lo scrolló, "Ban è immortale, mentre lei in purtroppo non lo era. Lei è morta lo capisci? Non può restare fedele a lei per l'eternità, L'amore non è una sola persona, e lui non può continuare ad amare quella persona anche dopo la sua morte. Ormai è passato tanto tempo, tanti anni. Inoltre, tu non dovresti farti questi problemi. Non è colpa tua se ti sei innamorato di Ban, e secondo me dovresti dirglielo anche per correttezza verso di lui. Ora ti ci lascio pensare, ma sappi che se hai bisogno di qualcosa io ci sono." E se ne andò lasciando il piccolo re solo e in lacrime.

Voló subito nella sua stanza e pianse soffocando i singhiozzi nel suo cuscino. Si, doveva dirglielo. Doveva...