ban x king 【yaoi】- diario di sangue

Capitolo Undicesimo

Rimase fermo in quella posizione per diverse ore, pensando e ripensando a che cosa avrebbe potuto dire a Ban per fargli capire quanto lo amava.

Nel frattempo, Meliodas aveva detto al grigio che il piccolo Re aveva qualcosa che non andava, e che ora era chiuso nella sua stanza probabilmente a piangere.

Ed effettivamente non sbagliava... Ban si precipitò nella stanza di King senza esitare un secondo, e senza preavviso, così l'arancio se lo ritrovò davanti.

Non era pronto. Ma probabilmente non lo sarebbe mai stato, quindi forse era meglio così. Vedendo le lacrime Ban non esitò nel sdraiarsi affianco a lui e stringerlo. "Perché piangi? "il più piccolo dei due non sapeva rispondere a quella domanda, era solo il suo modo di sfogarsi. Si strinse all'uomo che amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

E semplicemente lo disse. "Senti Ban, ora devo assolutamente dirti questa cosa, ma ti prego dopo che l'avrai saputo nell'abbandonarmi sii gentile... Io ti amo, sì ti amo. Ma meriti di meglio, e poi tu ami Elaine..." Dopo aver detto ciò il re delle fate arrossì violentemente tra le lacrime che gli rigavano il viso.

"Senti, mi dispiace per tua sorella ok? Però io sono innamorato di un'altra persona da un po'di tempo ormai..." Nel sentire questo il cuore di King si distrusse, esplodendo in mille schegge. Quelle parole facevano dannatamente male, come se fosse stato trafitto da una lama.

Prese a tremare. "Lei... È davvero fortunata" disse con un fil di voce.
"Si beh sai... Questa persona ha davvero una bellezza straordinaria. Ha i capelli di un arancio particolare, sono morbidissimi, e mi piacciono da morire, si come il suo profumo.. ha la pelle candida e gli occhi ambra..."
King prese a singhiozzare "basta, ti prego" disse stremato con le lacrime che correvano veloci sul suo viso. "Ah e poi questa persona è davvero sensibile, molto emotiva, e adorabile..." Le lacrime scendevano sempre più copiose dalle ambre del minore. "Ma lei... Lei assomiglia... A me..." Sussurrò, quasi lo dicesse a se stesso.
"E chi ha detto che è una lei?"