Capitolo Dodicesimo

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"E chi ha detto che è una lei?" Disse con un ghigno il maggiore, facendo alzare lo sguardo ad Harlequin, così da incatenare i loro occhi. Si abbassò piano verso il viso dell'altro e gli posò un tenero bacio sulle labbra. A quel tocco King arrossì vistosamente. "Ti amo stupido" disse Ban fissandolo negli occhi. Per entrambi quello era qualcosa come il momento più bello della loro vita. Il più basso riprese piano coscienza di se e di ciò che stava accadendo, di ciò che era accaduto negli anni precedenti. Oh beh che importa, ora? Finalmente posso sentirmi bene, davvero. A fanculo quello che è successo prima, la consapevolezza che forse gli altri li stavano cercando ovunque, il dolore in tutto il corpo, che gli pareva bruciare al tocco della volpe. Tutto quello di cui gli importava ora era che il suo corpo e quello del più grande erano stretti l'uno all'altro, che finalmente i suoi sentimenti erano ricambiati, che non avrebbe più sofferto, perché ora aveva finalmente accanto a se l'uomo che amava. "Ehi, piccolo?" lo chiamò piano il grigio. "Quanto tempo è che non mangi qualcosa?" King si era quasi scordato che era quasi ora di cena, avevano saltato il pranzo, ma non aveva importanza per la piccola zucca, ma a quanto pareva per l'altro ne aveva eccome. Da quando aveva mangiato il dolce che il più grande aveva preparato, la piccola zucca, non aveva mangiato altro che bacche e frutti di bosco, una volta ogni tanto, quando le energie gli venivano a mancare. "Io mangio abbastanza" sospirò quindi scrollando le spalle il peccato d'accidia. Ban si alzò sciogliendo l'abbraccio e facendo salire un brivido di freddo lungo il corpo esile di King. Ancora una volta il non morto si incantò a guardare quel corpo, non aveva niente di particolarmente mascolino, pareva addirittura essere dimagrito leggermente, se possibile più di quanto già fosse, aveva la pelle pallida, quella corporatura esile ed efebica, la bellezza di un ragazzino, ai suoi occhi appariva così fragile ma era comunque qualcosa di meraviglioso. Il suo viso era davvero tenero, nonostante apparisse stanco e distrutto, per le occhiaie di chi non dorme da giorni e i solchi sulle guance che segnavano il passaggio di troppe lacrime. Aveva sempre quei lineamenti dolci, gli occhi ambra, che però luccicavano come l'oro, grandi, bellissimi e contornati di lunghe ciglia nere, il visetto delicato, leggermente rosso, come sempre, del resto. Il nasino a patata e le labbra sottili, di un colore leggermente più scuro rispetto alla sua carnagione, e delle guance morbidissime. Il suo volto incorniciato dai capelli morbidi, e non molto ordinati, di un colore tra il castano e l'arancio. Era bellissimo. Quel giorno era senza la sua specie di casacca colorata, e quella maglia un po' stretta, dalle maniche lunghe, delineava perfettamente i suoi fianchi. "Su, è quasi ora di cena, ti preparo qualcosa. E non ribattere." Disse con tono secco Ban, conservando però una punta di dolcezza in quelle parole. Scese le scale e si catapultò in cucina, prima che qualcuno potesse fare qualunque domanda.

ban x king 【yaoi】- diario di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora