ban x king 【yaoi】- diario di sangue

Capitolo Primo

Il sole stava sorgendo lento all'orizzonte, l'aria frizzante e gelida del mattino scompigliava i capelli di King, seduto sul cornicione del Boar Hat. Le nuvole si stavano tingendo lentamente di rosa, nel placido silenzio dell'inverno, mentre la neve rifletteva quei bagliori creando un'atmosfera quasi surreale. I rami spogli degli alberi emettevano un calmo fruscio che rilassava il piccolo re. Quella calma e quel silenzio attorno a sé, era come se curassero le sue ferite. Non aveva portato quella sua specie di giacca con sé, non ne aveva bisogno. Tremava come una foglia, era pallido e aveva due profonde occhiaie, i solchi rossi sulle guance, gli occhi di vetro, persi nel nulla. Quel freddo. Quel dolore. Non gli importava. Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto mentre altre lacrime gli bruciavano gli occhi, minacciose di uscire. "Beh, in fondo me lo merito. Sono stato un re terribile, non sono riuscito a proteggere nessuno, tantomeno Elaine... Tantomeno Helbram. Il mio popolo. Ho fallito in tutto." Sussurrò a se stesso mentre la sua vista si appannava e gocce luccicanti di cristallo si riversavano nel vuoto. Piano piano iniziò a sentire i primi rumori, e poi un trambusto infernale provenire dalla taverna. Gli altri erano svegli...
Rientrò di soppiatto nella sua stanza, passando per la finestra, si mise sulla sua amaca e fece finta di dormire.
«Ehi King alza in culo e vieni di sotto che c'è la colazione pronta.» il tono secco di Ban non faceva che peggiorare la situazione. Prese un bel respiro, chiuse tutto dentro di sé e cercò di darsi una sistemata.
Quel suo piccolo cuore non era abbastanza grande, né abbastanza forte da tenere dentro di sé tutto questo, ma a lui non importava affatto, non poteva permettersi il lusso di sfogarsi, doveva semplicemente tenere tutto per sé stesso. Passerà.
Scese le scale volando e di sedette al bancone. Si sforzò di mangiare qualche forchettata di ciò che gli venne servito, consapevole che poi avrebbe vomitato tutto, ma gli altri non dovevano saperne nulla. Quando non ne poté più di cacciarsi in gola cibo, uscì fluttuando verso la foresta.