09 - V is for Vendetta

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“Ero a casa di Niall.” Risposi in un sussurro.
“Chi è questo Niall?” Chiese immediatamente mio padre.
“E’ il figlio degli Horan.” Replicò mia madre. “Cosa stavi facendo a casa di un ragazzo?”
“Abbiamo guardato la partita.” Sapevo che non ci avrebbero mai creduto perché era quasi assurdo pensare che due adolescenti in casa da soli avevano semplicemente guardato la partita.
Mia madre mi guardò a lungo, probabilmente cercando di capire la punizione appropriata.
“Seth, ci penso io qui.” Disse mia madre a mio padre. L’uomo annuì e si alzò dal divano per dirigersi al piano di sopra. “Ho trovato uno scontrino di Victoria’s Secret sotto il tuo tappeto.” Aggiunse poi.
“Ho comprato della biancheria.” Mormorai.
“Holly, sai che voglio che parliamo di queste cose! Sei una teenager ed è normale che tu voglia stare con un ragazzo, ma voglio che tu sia preparata. Cos’è successo questa sera?”
“Abbiamo guardato la partita.” Risposi, puntando lo sguardo sul pavimento.
“D’accordo, se la metti così… sei in punizione per due settimane. Verrai direttamente a casa dopo la scuola, dovrai curare i gemelli senza l’aiuto di Ramona e non potrai uscire. Non con Ashley o Skylar, non con nessun altro. E niente visite da ragazzi in casa quando non ci siamo, chiaro?” Domandò mia madre. Sentivo gli occhi bruciare e odiavo il fatto che mi stesse punendo per qualcosa che non avevo fatto.
“Mamma, abbiamo davvero guardato solo la partita!” Esclamai. E forse era anche quello il motivo per cui avevo una gran voglia di piangere. Mi ero immaginata una serata perfetta con Niall e invece ero stata trattata come uno dei suoi amici maschi. Sapevo che non l’aveva fatto apposta, perché non era cattivo. Anzi. Niall era uno dei ragazzi più buoni che avessi mai conosciuto. Aveva un cuore enorme e aiutava sempre tutti, ma era un ragazzo. Non aveva pensato davvero che potessi volere qualcosa di romantico.
“Questo non toglie che hai mentito. Mi hai detto che saresti andata fuori con Ashley e Skylar e invece sei andata a casa di un ragazzo.” Replicò mia madre. “Sei comunque in punizione per due settimane, così ci penserai due volte prima di rifare una cosa del genere la prossima volta. Adesso vai a letto.”
Mi alzai e salii in camera mia, pensando che i genitori erano esseri inviati sulla terra per rovinare la vita degli adolescenti. Ma ehi, almeno non mi avevano proibito l’uso del cellulare. Avrei potuto continuare a vedere Niall di nascosto a scuola durante le ore di lezione, come avevamo fatto da quando avevamo ricominciato a frequentarci.
 
“Due settimane.” Mormorai il lunedì successivo prima delle lezioni. Mi fermai a parlare con Ashley davanti al mio armadietto e le raccontai quello che era successo sabato sera. Ero convinta che niente potesse andare peggio di così, quando Charlotte si fermò di fronte a me con un sorrisetto falso.
“So cos’hai fatto.” Disse.
“Cosa?” Domandai, scocciata. Ci mancava solo lei.
“Ti hanno vista uscire da casa di Niall poco prima di mezzanotte. Sei una lurida, piccola puttanella e te la farò pagare.” Rispose. Il suo tono era glaciale e non perse il sorriso nemmeno per mezzo secondo.
“Non è come sembra.” Cercai di dire.
“E’ meglio se risparmi il fiato per gli allenamenti di oggi pomeriggio. Renderò la tua vita un inferno.” Replicò prima di allontanarsi. Appoggiai la schiena all’armadietto ed espirai. Non mi ero accorta di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Com’era possibile che una ragazza dall’apparenza innocua come Charlotte potesse spaventarmi così tanto? Non era molto più alta di me e aveva lunghi capelli biondi e lisci e gli occhi azzurri abbastanza grandi. Veniva a scuola con la divisa da cheerleader tutti i giorni, anche se non era necessario. Solitamente dovevamo indossarla solo il giorno della partita per dimostrare il nostro supporto per i ragazzi, ma lei faceva lo stesso quello che voleva.
“Come ha fatto a scoprirlo?” Mi domandò Ash.
“Katy.” Dissi semplicemente. Mi ero dimenticata che la ragazza viveva esattamente di fronte a Niall. Era per quello che mi aveva chiesto di entrare dalla porta sul retro, ma quella sera ero così in ritardo per tornare a casa che me ne ero completamente dimenticata ed ero corsa fuori da quella principale.
“Ragazze! Hanno appena pubblicato la lista delle parti per Footloose! Sono Ariel! Ce l’ho fatta!” Esclamò Sky, raggiungendoci di corsa con un sorriso enorme che scomparve appena vide le nostre espressioni. “Cos’è successo?” Domandò.
“Charlotte ha scoperto che Holly sta frequentando Niall e l’ha minacciata.” Rispose Ashley a bassa voce. “Congratulazioni, comunque! Sono sicura che sarai perfetta per quella parte e non vedo l’ora di vederti sul palco!” Aggiunse dopo pochi secondi. Sorrisi anch’io, anche se ero preoccupata. Volevo dimostrare il mio supporto per Sky anche se avevo mille problemi.
“Sei stata bravissima!” Dissi.
“Grazie, ragazze.” Rispose la nostra amica. “Cosa facciamo con Charlotte? Cosa credete che succederà?” Domandò poi, assumendo un’espressione preoccupata.
“Non ne ho idea.” Dissi, scuotendo la testa. In quel momento sentii il mio cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni e lessi il messaggio di Niall, che mi chiedeva di incontrarci nell’aula di giapponese a pranzo perché doveva parlarmi.
 
“Ehi!” Esclamò Niall quando entrai nella classe vuota. “Holly, mi dispiace tanto per sabato sera. Mi avevi detto che non eri pronta, così ho organizzato una serata tranquilla per stare insieme senza che tu… insomma, senza che ti sentissi obbligata a far nulla.” Spiegò con un sorriso.
“Charlotte lo sa.” Replicai. Volevo dirgli tantissime altre cose, ma riuscii a pronunciare solo quelle parole.
“Che cosa?”
“Ha scoperto che ci stiamo frequentando. O almeno che sono uscita da casa tua sabato sera. Credo che Katy mi abbia vista.” Dissi. Niall si passò velocemente una mano tra i capelli e sospirò.
“Beh, almeno adesso possiamo smettere di nasconderci.”
“Non hai capito. Charlotte mi ha minacciata questa mattina.” Dissi, scuotendo la testa e indietreggiando leggermente. “Mi ha detto che renderà la mia vita un inferno e che me la farà pagare!” Esclamai. Non mi spaventavo spesso, ma in quel momento sentivo di essere in panico.
“Stai tranquilla, non può farti niente di male. Dovrà vedersela con me se solo ci proverà.” Replicò Niall, avvicinandosi a me e abbracciandomi. “I miei genitori sono ancora in viaggio per lavoro, ti va di venire da me stasera? Mangiamo qualcosa e ne parliamo.”
“Non posso.” Risposi. “Anche i miei genitori hanno scoperto che ero da te sabato sera e mi hanno messa in punizione. Due settimane senza uscire.”
“Posso venire io da te.”
“Mi hanno anche espressamente vietato visite da ragazzi mentre loro non sono in casa. Credo che in qualche modo abbiano scoperto che ci vedevamo di nascosto quando dovevo tenere d’occhio i gemelli.” Dissi.
“Non preoccuparti, ci vediamo a scuola. Sgattaiolare nelle aule vuote è eccitante.” Aggiunse il ragazzo, dandomi un bacio. Non ero proprio dell’umore, così non risposi al gesto e mi sedetti su un banco.
“Scusa, sono preoccupata per gli allenamenti di oggi.”
“Stai tranquilla, Holly. Charlotte non è così male come sembra. E’ una persona che parla tanto ma che non combina nulla. Sono tutte minacce campate per aria.” Cercò di consolarmi Niall. Cercai di convincermi a credergli, ma non riuscii. In pochissime ore avrei avuto gli allenamenti con Charlotte e Katy. Sarei stata completamente in territorio nemico senza nessun’amica al mio fianco. Skylar sarebbe stata alle prove del gruppo di teatro, mentre Ashley aveva organizzato un incontro di studio con Liam per i test di ammissione al college. Anzi, avrei dovuto cominciare a studiare anch’io, perché i primi test sarebbero stati la seconda settimana di ottobre e quel giorno si avvicinava velocemente. Troppo velocemente.
 
Quando arrivai in palestra ero letteralmente terrorizzata. Niall non poteva essere presente perché aveva gli allenamenti con la sua squadra di football. Eravamo vicini all’Homecoming Week e il venerdì successivo avremmo avuto il Pep Rally, l’assemblea con partecipazione obbligatoria per tutti gli studenti della Santa Monica High. Ci sarebbero state esibizioni della band della scuola e della nostra squadra di cheerleader per tenere alti gli spiriti in vista della partita di quella sera. Il sabato successivo sera poi, avremmo avuto il ballo per l’Homecoming. A quel pensiero, se possibile, mi rattristai ancora di più. Non solo non sarei potuta andare con Niall perché non potevamo essere visti in pubblico, ma ero anche in punizione e non avrei potuto partecipare con le mie amiche. E forse, da una parte, era anche meglio, perché ero sicura che Charlotte avrebbe vinto il titolo di Reginetta del Ballo e Niall quello di Re e avrei odiato vederli ballare insieme.
“Hai intenzione di rimanere lì imbambolata tutto il tempo oppure vuoi muovere il culo e allenarti per il Pep Rally?” Mi domandò la ragazza con rabbia. Ero rimasta ferma davanti al mio armadietto nello spogliatoio per chissà quanto tempo, persa nei miei pensieri.
“Arrivo.” Mormorai.
Raggiunsi il gruppo delle mie compagne di squadra in semicerchio di fronte a Charlotte e Katy.
“Abbiamo pensato alla coreografia per l’assemblea di venerdì.” Annunciò la capo cheerleader. “Sarà impegnativa, ma dobbiamo dimostrare che siamo le migliori. Holly e Samantha, comincerete con un layout-stepout dai due lati della palestra e vi unirete al resto del gruppo. Da qui la coreografia si svolgerà quasi tutta a terra e alla fine faremo due basket toss. Holly e Beth, voi due sarete le flyer. Finiremo con la piramide umana.” Spiegò. “Holly, tu sarai ovviamente in cima e poi ti lancerai giù e finirai tra le braccia di James e Bryan.”
Era chiaro che Charlotte voleva darmi più responsabilità possibili per farmi impazzire. Non ero mai stata in cima alla piramide e, sicuramente, non mi ero mai lanciata tra le braccia dei due cheerleader maschi da quell’altezza. La cosa poteva finire molto male ed ero terrorizzata.
“Bene, cominciamo con i layout-stepout. Holly e Sam, seguitemi.” Disse Katy, camminando verso il lato più lontano della palestra.
Eseguii l’esercizio la prima volta e atterrai perfettamente, alzando le braccia e sorridendo.
“Di nuovo, Holly. Non mi è piaciuta la fine.” Disse Charlotte, avvicinandosi e studiando l’esercizio. Non era facile correre, eseguire una ruota e due salti all’indietro. Mi impegnai di più e cercai di non perdere il sorriso quando atterrai nella classica posa da cheerleader. “Non ci siamo. Credo che tu non ti dia abbastanza spinta all’inizio. Prova di nuovo.” Ordinò la ragazza. Notai Katy sorridere di fianco a lei e sospirai. Sapevo che mi avrebbe reso la vita impossibile, dovevo solo rassegnarmi e sperare che il mio layout-stepout fosse perfetto.
Dopo la quarta volta cominciò a girarmi la testa, ma non dissi nulla ed eseguii l’esercizio per la quinta volta. Atterrai perfettamente, ma caddi subito dopo. Fortunatamente usavamo i materassini per allenarci. Charlotte scosse la testa e mi si avvicinò.
“Se non migliori ti metto alla base della piramide e torno io in cima.” Disse.
“Ho bisogno di un secondo.” Replicai senza fiato.
“Sei rimasta ferma per troppo, ti sei appesantita e, forse, ti converrebbe allenarti anche a casa invece di scoparti il mio ex.” Rispose piccata la ragazza. Cercai di trovare un buon motivo per cui avrei dovuto continuare a subire quel trattamento solo per essere uscita con il ragazzo per cui avevo una cotta da due anni e non lo trovai. Charlotte e Niall si erano lasciati ed eravamo tutti liberi di fare quello che volevamo. Decisi che ne avevo abbastanza e che non avrei continuato a vivere quella situazione senza combattere.
“Sai una cosa, Charlotte?” Domandai improvvisamente, alzando lo sguardo. “Non ne posso più. Puoi rimanere tu in cima alla piramide, puoi prendere il mio posto nel basket toss e, soprattutto, puoi fare il layout-stepout cinque volte di fila da sola. Io me ne vado.” Aggiunsi, rialzandomi dal materassino e affrontando la ragazza faccia a faccia. Charlotte scoppiò a ridere.
“Oh, no, ti sbagli di grosso. Ti avevo detto dall’inizio che questa volta non avresti potuto abbandonarci, ti ricordi?” Mi domandò. “E quel giorno non avevo ancora deciso come farti rimanere nella squadra, ma poi si è presentata l’occasione perfetta e non sono riuscita a resistere.” Continuò. Prese il suo cellulare dal tavolino e me lo mostrò dopo pochi istanti. “Vedi, tu rimarrai con noi e farai tutto quello che ti dico, a meno che tu non voglia che questa foto finisca sui cellulari di tutti gli studenti della Santa Monica High.” Concluse.
Guardai lo schermo inorridita, sperando che fosse solo un’allucinazione. Quella che stavo guardando non era davvero una foto della sera della mia festa, vero? La ragazza della foto non ero io, nuda, addormentata e semicoperta da un lenzuolo, giusto? Non volevo crederci.

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