39 - Cheating Bastard

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I giorni successivi furono tutti dedicati alla distruzione di Katy. Charlotte riuscì a macchiare e a fare dei buchi nei suoi vestiti durante l’ora di chimica, mentre Sky, non riuscendo a convincere Jade a perdonare Cindy, si limitò a umiliarla davanti a tutta la classe, scoppiando a ridere quando la ragazza atterrò male dopo un salto durante una delle partite della squadra di football. Io, invece, non avevo fatto nessun passo avanti con Niall e la cosa non mi piaceva. Non sapevo come comportarmi con lui, non sapevo nemmeno come approcciarlo.
Ormai era arrivato aprile e con esso le vacanze primaverili. Ashley, nonostante non parlasse ancora con Skylar e me, non voleva rinunciare al viaggio a New York per visitare il college, così partimmo insieme come avevamo programmato. Avevamo prenotato tutto da mesi e la ragazza teneva troppo alla sua carriera scolastica per perdere quell’opportunità per colpa di un litigio.
Arrivammo all’hotel dove avremmo condiviso una stanza e Ash appoggiò la sua valigia sul letto.
“Hai davvero intenzione di non parlarci per tutta la settimana?” Domandò Sky.
“Non ho niente da dirvi.” Disse. Era nervosa, sembrava costantemente sull’orlo delle lacrime. Sembrava me quando ero rimasta completamente da sola a Londra e quando ero tornata da Los Angeles e nessuno mi parlava.
“Ti abbiamo chiesto scusa in un milione di modi, come possiamo dimostrarti che ci dispiace davvero tanto? Non volevamo mentirti.” Insistette Sky. Annuii con vigore, di fianco a lei.
“Non avete ancora capito che sì, ho odiato il fatto che mi abbiate mentito, ma che soprattutto mi ha dato fastidio il fatto che abbiate tradito i vostri ragazzi? Perché avete fatto una cosa del genere? Come vi siete permesse? Non avete pensato ai sentimenti delle altre persone in tutto ciò? Perché ovviamente, come sempre, quelli che ci vanno in mezzo sono i figli!” Esclamò Ash, lasciandosi cadere sul letto. Sky ed io ci scambiammo un’occhiata perplessa. I figli?
“Stiamo parlando ancora di noi?” Chiesi con cautela.
“No!” Esclamò infine Ashley, scoppiando a piangere. “Di quel bastardo, traditore, bugiardo di mio padre!”
Il signor Anderson stava tradendo la moglie? Sgranai gli occhi, sorpresa. Non me lo sarei mai aspettato. La famiglia di Ashley mi era sempre sembrata perfetta.
“Vuoi parlarcene?” Domandò Sky con dolcezza, sedendosi di fianco alla nostra amica e appoggiandole una mano sul braccio.
“Non c’è niente da dire.” Rispose Ash con fermezza, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. “Mio padre ha un’altra famiglia dall’altra parte dell’America.”
“Che cosa?” Domandammo Sky ed io, incapaci di trattenerci.
“Ha un’altra donna e due figli.” Rispose Sky, crollando di nuovo e lasciando scorrere le lacrime sul suo viso. “Per tutti questi anni… ho vissuto una menzogna. Mio padre non ci ha mai amate!”
“Ash, mi dispiace così tanto!” Esclamai, sedendomi anch’io al suo fianco e abbracciandola. In quel momento capii perché il fatto che Sky ed io avessimo tradito Louis e Niall l’aveva turbata così tanto.
“Da quanto tempo lo sai?”
“Dal qualche settimana.”
“Come l’hai scoperto?”
“Ero al computer di mio padre, perché il mio aveva la batteria scarica e mi serviva una cosa urgentemente.” Raccontò Ashley. “Non mi sono accorta che Skype era aperto e ho ricevuto una chiamata. Non so nemmeno io perché ho risposto, forse perché non immaginavo che mio padre avesse una vita segreta. Credevo che fosse qualcuno dal lavoro e pensavo di rispondere, così poi l’avrei avvisato. E invece mi sono trovata davanti un ragazzo e una ragazza, più o meno di dieci e sedici anni, che hanno urlato: “Papà!” e sono rimasti scioccati quando hanno visto me.”
Nessuna di noi disse nulla per qualche minuto. Invece ci stringemmo tutte in un abbraccio. Sky ed io cercammo di confortare Ashley. Odiavo vederla soffrire, perché non se lo meritava. Era la persona più buona che conoscessi.
“Come va con Liam, invece?” Domandò dopo un po’ Sky.
“L’ho lasciato.” Disse con fermezza Ashley, distogliendo lo sguardo. “Tanto gli  uomini sono tutti uguali, l’ho mollato prima che potesse tradirmi con qualcun altro.”
“No, gli uomini non sono tutti uguali.” Replicò Sky.
“E Liam è uno degli unici ragazzi onesti che conosciamo.” Dissi.
“Lasciamo stare, vi prego. Possiamo concentrarci sulla scuola e su New York? Non voglio pensare ai miei problemi per una settimana intera.” Chiese Ash.
“D’accordo.” Rispondemmo entrambe. Mi concentrai sulla camera dell’hotel, che era a pochi passi da Times Square e aveva le pareti bianche e nere. Tutti i mobili erano neri e avevamo un letto matrimoniale e uno singolo, entrambi con le coperte bianche. Dalla finestra principale si poteva vedere un teatro di fronte alla strada.
“Mi dispiace, Ash.” Dissi dopo un po’, voltandomi per incontrare lo sguardo della mia amica. “Per averti mentito e per aver tradito Niall. Non so che cosa mi sia preso, non avrei mai dovuto farlo.” Risposi.
“E a me dispiace per tutto.” Aggiunse Sky. “Non volevo mentirti e non volevo tradire Tomlinson. Anche se non l’ho proprio tradito, perché la nostra non è mai stata una relazione esclusiva, ma…”
“Sky!” Esclamò Ashley, sorridendo tra le lacrime. “Quando ammetterai di essere innamorata di lui?”
“Innamorata? Io? Di Tomlinson? Ashley, stare lontana da me ti ha fatto male, non mi conosci proprio più.” Rispose Sky, agitandosi e diventando improvvisamente rossa. Scoppiammo a ridere tutte e tre e capimmo che tra di noi era tornato tutto come prima.
“Non avete idea di quanto mi siete mancate.” Dissi.
“Anche voi mi siete mancate. Sono stata una stupida a non dirvi subito quello che stava succedendo.” Rispose Ashley.
“Non preoccuparti, è uno sbaglio che abbiamo fatto tutte, a quanto pare.” Replicò Sky.
“A proposito, alla fine sei… insomma, sei incinta?”
“No, per fortuna no!” Esclamò Sky, saltando in piedi e stiracchiandosi. “E adesso vestitevi, perché andiamo a mangiare a Times Square!”
Mi erano seriamente mancate le mie amiche ed ero felice che tutto fosse tornato come prima. Non avevamo mai litigato e quella situazione non mi era piaciuta. Speravo di non ripeterla mai più in tutta la mia vita, perché era stata orribile.
 
“Mia madre l’ha presa davvero male.” Disse Ashley quella sera a cena. Eravamo in un ristorante a pochi passi da Times Square e non riuscivamo ancora a credere di essere davvero a New York e di essere tornate amiche. Ci era voluto poco perché tutte e tre tornammo a parlare e ci raccontassimo tutto quello che era successo nell’ultimo periodo. “Non l’avevo mai vista piangere ed è stato brutto.” Confessò.
“Mi dispiace.” Replicammo Sky ed io.
“Io ho visto mio fratello piangere una volta e mi ha spezzato il cuore. E’ stato quando la sua ragazza dell’High School l’ha piantato perché si è trasferita dall’altra parte del mondo.” Disse Skylar con incertezza. In effetti la capivo. Cosa si faceva in quei casi? Si continuava a parlare di quello che era successo oppure si cambiava argomento? Decisi per la prima e provai a far parlare Ashley. Forse le avrebbe fatto bene sfogarsi.
“I tuoi si sono lasciati?” Domandai, cercando di usare più tatto possibile.
“Sì, mia madre ha sbattuto mio padre fuori di casa, urlando e piangendo. Gli ha lanciato la valigia dalla finestra, insieme ai vestiti, che si sono sparsi per tutto il vialetto. E’ stata davvero una brutta scena, mi ha scossa.” Rispose lei, abbassando lo sguardo al ricordo.
“Ehi, comunque tu sei una ragazza forte e ce la farai.” Cercò di rassicurarla Sky. “Le cose non saranno più come prima, ma tu e la tua famiglia supererete questo momento.” Aggiunse.
“E se qualche volta hai bisogno di allontanarti da casa, puoi rimanere a dormire da me.” Proposi.
“Grazie. Vi voglio bene, ragazze.”
“Anche noi te ne vogliamo, Ash. Non sai quanto.” Risposi. Tutte e tre ci prendemmo le mani sul tavolo.
“Facciamoci una promessa.” Disse improvvisamente Sky.
“Cosa?” Domandammo Ash ed io.
“Niente più segreti. Da questo momento in poi ci diremo tutto quello che succederà nella nostra vita.”
“Ci sto.” Dissi. “Avremo dei ‘momenti verità’ in cui saremo libere di dirci tutto e le altre due non giudicheranno.” Aggiunsi.
“Mi sembra un’ottima idea.” Commentò Sky.
“Allora comincio io.” Disse Ash. “Momento verità: a Londra ho avuto la mia prima volta con Liam, ho sbagliato a lasciarlo e mi manca da morire.”
“Quando torniamo in hotel chiamalo, tanto Los Angeles è tre ore indietro, quindi non sarà ancora a letto. Sono sicura che ti perdonerà immediatamente.” Rispose Sky.
“Siete fatti per stare insieme e Liam non è come gli altri.” Dissi.
“Con ‘gli altri’ intendi che non è mio padre?” Domandò Ash, abbozzando un sorriso.
“Sì. E intendevo anche me. Adesso posso essere considerata anch’io una traditrice bugiarda.”
“Anch’io.” Aggiunse Sky. “Per quanto non mi piaccia pensare di aver tradito Tomlinson, perché la nostra non è una storia seria…”
“Ma smettila!” Esclamammo nello stesso momento Ash ed io.
“Cambiando argomento, che piani abbiamo per questa sera?” Domandò Sky, guardando insistentemente fuori dalla porta. Cercò di non farci notare che era arrossita, ma non ebbe successo.
“Forever 21 in piazza resta aperto fino alle due del mattino.” Disse Ashley.
“Shopping?” Proposi.
“Oh, sì!” Esclamarono le mie amiche.
 
Il giorno successivo, dopo aver dormito pochissimo perché avevamo passato quasi tutta la notte a chiacchierare, Ashley ed io ci preparammo per visitare la Columbia University. Sky decise di farci compagnia, perché noi saremmo andate alla Julliard con lei il giorno successivo.
“Il campus è enorme.” Dissi guardando la mappa all’interno del cortile. Dovevamo visitare due facoltà diverse, ma avevamo deciso di rimanere tutte insieme per farci compagnia.
“Vedo ragazzi carini ovunque.” Annunciò Sky, guardandosi intorno. Eravamo arrivate ai cambi da calcio e alcuni studenti si stavano allenando con la maglia della loro squadra e i pantaloncini corti. “Sto già immaginando le giornate in cui verrò a trovarvi al campus dopo le mie lezioni di recitazione alla Julliard.”
“Frena la fantasia, Sky.” Disse Ashley. “Non è facile come sembra essere accettate alla Columbia.”
“O alla Julliard.” Aggiunse Sky con un sospiro.
“Però dobbiamo rimanere positive e credere che i nostri sogni si avvereranno.” Dissi io con un sorriso. L’aria di New York e l’atmosfera dell’università mi stavano facendo sentire davvero bene. Non mi sarebbe dispiaciuto frequentare i corsi in quel posto, nell’Upper West Side di Manhattan. Eravamo anche a pochi passi da Central Park e il campus era semplicemente magnifico.
“Lo spero tanto.” Mormorò Ashley. “Adesso dobbiamo andare ad incontrare la signora Collins, che sarà la nostra guida all’università e ci spiegherà tutto quello che dobbiamo sapere.” Aggiunse guardando un foglio che aveva in mano. Annuii e la seguii, mentre nella mia mente avevo cominciato a pregare perché quello diventasse davvero il mio futuro.
 
Quel pomeriggio, invece, avevamo appuntamento con un ragazzo di nome Joseph Smith, che ci avrebbe mostrato la NYU a Lower Manhattan. L’università si trovava esattamente di fronte a Washington Square, così Sky, Ashley ed io ci sedemmo su una panchina ad osservare l’arco di marmo bianco e l’enorme fontana. Era un posto rilassante, nonostante fosse pieno di gente, soprattutto turisti e studenti. Era un bel parco in cui studiare. Non era lontanissimo dalla Columbia, ma si respirava un’atmosfera completamente diversa rispetto all’Upper West Side.
“Quindi tu devi vedere il programma del corso di teatro e tu di quello di sceneggiatura e regia, giusto?” Domandò Ashley, leggendo dal foglio che non metteva mai in borsa.
“Esatto.” Risposi, guardandomi intorno.
“E domani andremo alla Julliard e alla New School.” Aggiunse Sky.
“Dove sono?” Chiese Ashley, sorprendendomi. Pensavo che avesse scritto tutto e che avesse pianificato quel viaggio nei minimi dettagli.
“La Julliard è sulla Sessantacinquesima, dalla stessa parte del parco della Columbia.” Rispose Sky.
“La New School è sempre da queste parti.” Dissi, indicando la piazza. “Ma Sky ed io dobbiamo visitare due edifici diversi e non sono nello stesso posto.” Aggiunsi.
“Ok, perfetto. Dopo mi scrivo gli indirizzi e questa sera pianifichiamo la giornata di domani.” Replicò lei, tornando la solita Ashley di sempre. “Mentre siete qui invece dovete visitare il campus della Tisch School, giusto?”
“Sì, fa sempre parte della NYU, ma è la scuola che si occupa di quello che vogliamo fare Sky ed io. Ci sono corsi per chi vuole diventare attore e per chi vuole studiare regia e scenografia.” Dissi. “Tu perché non visiti il dipartimento di matematica, mentre sei qui?”
“Perché no?” Replicò lei, guardando la fontana. “Lo farò mentre voi sarete occupate con Joseph.” Aggiunse con un sorriso.
“A proposito, credo che sia quello.” Disse Sky, indicando un ragazzo smilzo con i capelli castani che stava guardando l’orologio proprio davanti alla fontana, cioè nel posto in cui ci eravamo accordati per incontrarci.
 
Per utilizzare il nostro tempo nel modo migliore, Joseph decise di dividerci. Mi presentò una ragazza di nome Tessa, che mi fece fare il giro del campus della Tisch e mi spiegò tutto quello che volevo sapere sul corso di sceneggiatura e regia, e portò Ashley da un altro ragazzo che si chiamava John, che la accompagnò nel dipartimento di matematica.
Tessa aveva solo tre anni più di me ed era una studentessa. Era simpaticissima e mi trovai molto bene con lei. Mi spiegò in modo esaustivo come funzionavano i corsi, mi raccontò qualche gossip sui professori della Facoltà e mi svelò anche qualche trucco per vivere meglio a New York, compresi i posti migliori dove affittare appartamenti per studenti e i ristoranti più convenienti e con il cibo più buono del mondo.
“Quindi la tua prima scelta è la Columbia?” Mi chiese la ragazza mentre mi riaccompagnava a Washington Square.
“In teoria sì.” Dissi. “Ma la Tisch mi ha confuso un po’ le idee. E’ bellissima e il corso sembra incredibilmente interessante.” Aggiunsi.
“Lo è. La decisione di frequentare questa università è stata la migliore della mia vita. Qui alla NYU e alla Tisch si trovano i veri artisti, le persone reali. Alla Columbia, senza offesa, si trovano le persone ricche e con la puzza sotto il naso.” Mi disse, facendomi l’occhiolino. “Comunque direi che ti ho lasciato abbastanza materiale per aiutarti a prendere la tua decisione e spero che la tua iscrizione venga accettata.” Aggiunse dopo un po’.
“Lo spero anch’io. Grazie, Tessa. Davvero, sei stata grandiosa.”
“Figurati! Ho dovuto vivere anch’io questa esperienza e quando sono venuta a visitare l’università tre anni fa ho avuto una guida che mi ha spiegato tutto quello che ti ho detto io oggi. Mi ha aiutata tantissimo nella mia decisione e spero di aver fatto la stessa cosa con te. L’esperienza del college inizia dalla visita al campus.” Replicò con un sorriso.
“Grazie, davvero.” Dissi. “Il tuo entusiasmo e il tuo amore per questa scuola mi hanno quasi fatto cambiare idea!”
“Ehi, se deciderai di venire qui fatti sentire.” Disse lei, scarabocchiando qualcosa su un foglio. “Questo è il mio indirizzo e-mail, scrivimi se hai bisogno di qualsiasi informazione e spero di rivederti per un caffè tra un anno!”
“D’accordo, grazie!” Esclamai. Tessa guardò il suo orologio e chiuse gli occhi per qualche istante.
“Accidenti, devo andare! Ho un appuntamento con due miei compagni di corso per finire di scrivere la sceneggiatura per un cortometraggio e sono già in ritardo!”
“E’ stato un piacere conoscerti, grazie di tutto.” Le dissi. La ragazza mi abbracciò e mi salutò con la mano, cominciando a correre verso la fermata della metro.
Mi sedetti su una panchina di fronte alla fontana, continuando ad osservare i dintorni mentre aspettavo che anche Sky ed Ashley finissero il giro con la loro guida. Soltanto quella mattina ero convinta che la Columbia fosse l’università più bella del mondo e una sola visita alla NYU mi aveva completamente confuso le idee. Sapevo che avrei avuto una decisione molto difficile da fare. Di sicuro avrei mandato la mia applicazione a entrambe le scuole.
“Puoi salutarmi, sai? Non mordo.” Sentii una voce familiare. Mi riscossi dai miei pensieri e guardai il ragazzo in piedi di fronte a me. Probabilmente avevo cominciato a fissarlo senza rendermene conto, perché in realtà ero talmente concentrata su quello che stavo pensando che non vedevo nemmeno quello che stavo guardando.
“Harry?” Domandai quando mi accorsi di chi avevo davanti. Sgranai gli occhi e provai una strana sensazione allo stomaco. Non ero più abituata a sentire la sua voce, ad avere il suo sguardo su di me. Dopo quello che avevo fatto a Londra non mi aveva più rivolto la parola. Anzi, aveva persino smesso di guardarmi e di incrociare il mio sguardo a scuola. Non mi parlava nemmeno durante le lezioni di chimica e, contando che era il mio nuovo partner in laboratorio, la cosa era davvero grave e ne risentivano anche i nostri voti.
“Ehi.” Mi salutò lui. Non stava sorridendo, ma non sembrava nemmeno che avesse un’espressione ostile.

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