22 - You're In Trouble, Miss Young

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“Holly, da dove viene questa foto?” Mi domandò immediatamente Niall, guardando lo schermo del suo telefono. Non potevo credere che fosse successo. Katy quella sera era, insieme a Jonathan, la grande assente della serata. Ma come aveva fatto a entrare nel mio account e-mail della scuola?
“Non è il momento, Niall.” Rispose Sky, porgendomi una mano e aiutandomi a rialzarmi. Ero in panico, non sapevo cosa fare. Non volevo raggiungere i miei compagni, perché sapevo che tutti avevano visto quella foto. Mi vergognavo, avrei voluto nascondermi in casa e non uscire mai più. La mia amica mi spinse leggermente verso la parte di spiaggia in cui tutti i nostri amici ci stavano aspettando.
“Sky…” Mormorai.
“Andrà tutto bene, Holly.”
“L’hanno vista tutti.” Dissi a bassa voce, bloccandomi a metà strada. Sky mi stava riaccompagnando al falò, ma non ero in grado di affrontare tutta quella gente.
“E’ tutto a posto. Tutti sanno che non l’hai mandata tu e ti aiuteremo dimostrarlo.” Mi rassicurò la ragazza, stringendomi la mano.
Charlotte corse immediatamente verso di me.
“Holly, ti giuro che non sono stata io! Ho cancellato quella foto davanti a te e non ne avevo nessun’altra copia!” Esclamò.
“So che non sei stata tu.” Dissi. “E’ stata Katy.” Aggiunsi.
“Probabilmente è la sua vendetta per avermi sostituita a lei in Grease.” Rispose Charlotte, abbassando lo sguardo. Sospirai ed evitai lo sguardo dei miei amici.
“Ehi, Young!” Esclamò Louis, richiamando la mia attenzione. Sky era già pronta a insultarlo e, a giudicare dalla sua espressione assassina, anche a picchiarlo, ma si trattenne. Non ero sicura di essere pronta a una battuta su quel maledetto scatto rubato. “Ti stai perdendo i migliori s’mores del mondo! Vieni prima che finiscano!” Aggiunse il ragazzo, sorridendo. Emisi un sospiro di sollievo e mi avvicinai al gruppo, sedendomi tra Harry e Sky.
“Devo ancora darti il mio regalo.” Disse Harry, rivolgendomi un sorriso e fingendo di non aver visto nulla. Tutti i miei amici continuarono a chiacchierare e a ridere come se non avessero mai ricevuto quella foto e fui loro veramente grata. Avevo bisogno di normalità. Ero terrorizzata, perché quell’e-mail era stata mandata con il mio account della scuola, quindi se qualcuno l’avesse fatto presente al preside – ed ero sicura che Katy l’avrebbe fatto – il giorno successivo sarei stata probabilmente chiamata nel suo ufficio per spiegarmi. Avrebbero chiamato i miei genitori e sarebbe stata la mia fine.
“Grazie.” Dissi. Il ragazzo mi prese una mano e la strinse, poi mise un braccio intorno alle mie spalle e mi attirò a lui, facendomi sentire protetta e al sicuro. Sapevo che anche Niall era tornato al falò ed evitai di cercarlo con lo sguardo perché non volevo vedere la sua espressione.
 
Per il resto della serata nessuno nominò quella foto nemmeno una volta. Niall mi mandò un messaggio, chiedendomi di vederci il pomeriggio successivo a casa mia, ma non parlammo di persona. Louis si offrì di accompagnarmi a casa con la sua Jeep, in modo da lasciarmi la sedia da regista che mi aveva regalato il gruppo di teatro, e Harry si unì a noi. Salutai tutti, abbracciandoli e ringraziandoli almeno un centinaio di volte per tutto quello che avevano fatto, e salii in auto con i ragazzi. Il viaggio fino a casa mia durò davvero poco, perché abitavo a pochi passi dalla spiaggia, ma apprezzai il passaggio. Louis insistette per trasportare la sedia pieghevole fino alla mia porta e Harry recuperò una scatola dal sedile posteriore e me la porse quando rimanemmo soli. Notai che i miei genitori avevano spostato la mia Jeep dalla strada di fianco alla spiaggia al vialetto di casa nostra.
“E’ il mio regalo.” Disse con un sorriso. “Non sono riuscito a trovare l’originale, così te ne ho preso un altro.” Aggiunse.
Quando scartai il regalo capii perché il ragazzo aveva passato giorni a farmi domande strane sul mio peluche a forma di delfino. Nella scatola ce n’era uno quasi identico a quello che avevo da bambina.
“Harry!” Esclamai, estraendo il peluche. “E’ morbido come Dido!” Aggiunsi. Il ragazzo sorrise e lo abbracciai forte, inspirando il suo profumo.
“Ho provato a chiedere ai tuoi genitori, ma mi hanno detto che purtroppo non sanno nemmeno loro che fine ha fatto quello originale. Così con le risposte che mi hai dato tu e quelle che mi hanno dato loro… ecco Dido Due!”
Il delfino era un regalo all’apparenza stupido, ma che significava tantissimo per me. Harry ci aveva pensato e aveva preso qualcosa che sapeva mi avrebbe fatto davvero piacere ricevere. Rimasi stretta a lui per qualche minuto, con il peluche in una mano. Il ragazzo stava accarezzando la mia schiena e la sua presenza vicino a me mi faceva sentire tranquilla nonostante tutto quello che stava succedendo.
“Grazie.” Mormorai. “Sei una delle persone migliori che conosca. Ti voglio bene, Harry.” Aggiunsi.
“Ti voglio bene anch’io, Holly.” Rispose, dandomi un bacio sulla guancia che mi fece provare un brivido. Perché provavo quelle sensazioni assurde e stupide? Erano fuori luogo. “Supereremo tutto insieme, okay?” Domandò poi, allontanandosi leggermente da me.
“Okay.” Dissi. Ci credevo sul serio. Harry avrebbe potuto dirmi che il giorno successivo saremmo andati sulla luna e ci avrei creduto senza battere ciglio. Louis ci raggiunse con un sorriso stanco.
“Forza, Styles. Dobbiamo andare a scuola domani mattina!” Esclamò, dando una pacca sul sedere al suo amico.
“Buona notte, Holly.” Disse Harry prima di attraversare la strada per raggiungere la sua casa.
“Notte!” Esclamò Louis, facendo il gesto di mandarmi un bacio. Un sorriso comparve automaticamente sul mio volto.
“Buona notte, ragazzi. Grazie di tutto.” Risposi prima di prendere il delfino e la sedia pieghevole e rientrare in casa.
 
Il giorno successivo mi svegliai dopo una serie di incubi e cominciai ad essere agitata perché non volevo andare a scuola. Se al mio compleanno il gruppo dei miei amici aveva assolutamente fatto finta di nulla, sapevo che a scuola non sarebbe stato così. Ci sarebbe stata Katy, l’autrice di quello stupido scherzo. Quando arrivai nei corridoi della Santa Monica High ero un fascio di nervi. Ashley e Sky rimasero al mio fianco per tutto il tempo e ci sedemmo vicine durante l’ora di storia con Sanders. Alla fine della lezione il professore mi chiese di rimanere in classe per un momento.
Sky mi guardò con aria incuriosita, ma non disse nulla e uscì dall’aula insieme a Ashley.
“Sì, professore?” Domandai, chiudendo il libro e avvicinandomi alla cattedra su cui era seduto.
“Va tutto bene, Holly?” Mi chiese. Lo guardai per qualche istante prima di annuire. “Ho sentito dei pettegolezzi questa mattina. Non… di solito non faccio caso a queste cose, ma ho sentito quello che è successo. Hai bisogno di parlare con qualcuno? Vuoi che fissiamo un appuntamento con lo psicologo della scuola?”
“P-perché?” Domandai.
“Non ti voglio giudicare, Holly, ma credo che il modo che hai scelto per attirare l’attenzione non sia il migliore.”
“Di cosa sta parlando, professore?” Chiesi ancora.
“Della foto che è stata ricevuta da tutta la scuola.” Rispose Sanders. Oh, no. Lo sapevano anche i professori! Gli occhi mi si riempirono di lacrime e avrei voluto scappare.
“Non sono stata io.” Mormorai. Il libro di storia scivolò dalle mie mani, cadendo con un tonfo per terra e spargendo tutti i fogli dei miei appunti sul pavimento. Perfetto, pensai. Ci mancava proprio questa. Mi abbassai per raccogliere tutto, pensando a cosa dire al professore. “E’ stato uno scherzo crudele di qualcuno.” Spiegai, alzando lo sguardo per incontrare quello del professore, che mi stava guardando con apprensione.
“Se hai bisogno di parlare con qualcuno, Holly, vieni da me, okay?” Disse prima di alzarsi dalla cattedra e aiutarmi a raccogliere il resto dei miei fogli. Annuii e uscii velocemente dalla classe per raggiungere la lezione di inglese. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era che i professori si accorgessero di quello che stava succedendo.
 
Come se la mia giornata non potesse andare peggio, durante la lezione sentii l’annuncio della segretaria del preside risuonare in tutta la scuola.
“La signorina Holly Young è attesa nell’ufficio del preside.” Disse la voce un po’ metallica. Tutti i miei compagni di classe si voltarono a guardarmi e desiderai sparire. Raccolsi i miei libri velocemente, mi scusai con la professoressa Robertson e raggiunsi la presidenza. L’ultima volta che ero stata in quell’ufficio avevo ricevuto una punizione per qualcosa che non avevo fatto. Quella volta, però, la situazione era più grave. Trovai ad aspettarmi mia madre e la sua espressione non era felice. Anzi.
“Signorina Young.” Disse il preside quando entrai e mi sedetti su una delle sedie di fronte alla sua scrivania. Mia madre mi guardò con aria preoccupata. Sicuramente la storia della foto aveva fatto il giro della scuola ed era arrivata alle orecchie del signor Bellard e sarei stata espulsa. Mi resi conto che stavo tremando e appoggiai le mani ai braccioli della sedia per farle stare ferme.
“Signor preside, scusi il ritardo.” Ci interruppe il professor Sanders, entrando nell’ufficio e guardando prima mia madre e poi me. Ero confusa, cosa ci faceva il mio professore di storia in quella stanza? Forse aveva avvisato lui Bellard di quello che stava succedendo?
“Signorina Young.” Ripeté il preside. “E’ stata chiamata in presidenza per due motivi.” Continuò l’uomo. “Il primo è che ci è giunta voce del suo uso improprio dell’indirizzo e-mail scolastico.”
Chiusi gli occhi e mi trattenni con tutte le forze dallo scuotere la testa. Ovvio che qualcuno l’aveva avvisato.
“Uso improprio di che tipo?” Domandò mia madre.
“Distribuzione di materiale pornografico.” Rispose Bellard. La donna cambiò immediatamente espressione da preoccupata a scioccata e si voltò verso di me.
“Non sono stata io.” Mormorai. “Lo giuro, non sono stata io.”
“Cos’è successo?” Domandò mia madre. Come avrei fatto a raccontarle tutta la verità? Avrei dovuto dirle della festa, di quello che stava per succedere con Niall, del fatto che avevo bevuto troppo… sarei stata in punizione per il resto della mia vita e mi avrebbero tolto la Jeep prima ancora di poterla usare per la prima volta.
“Una foto della signorina Young senza vestiti è stata inviata dal suo indirizzo e-mail a tutta la scuola.” Spiegò Bellard al mio posto.
“Ma non sono stata io.” Ripetei.
“Chi è stato?” Domandò immediatamente mia madre. “E come hanno ottenuto una tua foto nuda?” Aggiunse, alzando la voce.
“Qualcuno l’ha scattata la sera della festa a casa, mentre dormivo.” Confessai, ormai in lacrime.
Mia madre non urlò e non fece una scenata, invece mi rivolse la solita espressione di delusione mista a rabbia che mi fece sentire ancora peggio.
“Chi è stato?” Domandò mia madre.
“Chris Johnson.” Dissi. Bellard parlò velocemente con la sua segretaria e le disse di chiamare anche il mio compagno in presidenza.
“E chi l’ha inviata dal tuo indirizzo e-mail?”
“Non lo so.” Mentii.
“E’ stato lui?”
“Non lo so.” Ripetei. Non avrei potuto dire che era stata Katy. Avrebbe reso la mia vita ancora più impossibile di prima. Se quella era stata la sua vendetta per averle tolto una parte nel musical della scuola, non volevo nemmeno immaginare di cosa sarebbe stata capace di fare se avessi detto al preside che era stata lei a distribuire quella foto.
Bellard sospirò e scosse la testa.
“Il secondo motivo per cui è stata chiamata nel mio ufficio, signorina Young, è questa e-mail anonima che ha ricevuto la mia segretaria poco fa.” Aggiunse l’uomo, porgendomi due fogli. Cominciai a leggere il testo e sgranai gli occhi ad ogni riga.
“Signor Bellard, le scrivo per denunciare una situazione davvero grave. Qualche tempo fa il professor Sanders mi ha confessato di essere innamorato di me e mi ha chiesto di andare a casa sua dopo la scuola, ma io ho rifiutato e sono sempre stata troppo imbarazzata per dirlo a qualcuno. Pensavo che fosse successo solo a me finché oggi, passando in corridoio, ho visto la scena rappresentata in foto con i miei occhi. La studentessa si chiama Holly Young, è del terzo anno e dall’immagine è chiaro che sta facendo delle cose al professor Sanders. Signor Bellard, non riuscivo a credere ai miei occhi! Ho pensato alla possibilità che Sanders avesse sedotto anche lei come ha cercato di fare con me, ma dopo la foto di Holly che ho ricevuto ieri sera non ne sono più tanto sicura. Credo che lei abbia sedotto lui. Holly Young e il professor Sanders hanno una relazione e trovo la cosa rivoltante. Dovrebbe licenziare quell’uomo a cui piacciono le ragazzine minorenni ed espellere Holly per aver sedotto un professore!”
Guardai il secondo foglio e notai una foto che sì, sembrava molto compromettente. Il professor Sanders era seduto sulla cattedra con le gambe semiaperte e io ero in ginocchio di fronte a lui con lo sguardo rivolto verso il suo. Sembrava che stessi davvero facendo qualcosa che non avrei mai dovuto fare.
Rivolsi lo sguardo verso il preside, poi mia madre, che aveva letto la lettera e aveva gli occhi lucidi e stava scuotendo la testa. Infine mi girai verso Sanders, nella speranza che dicesse a tutti la verità, ma era immobile e aveva socchiuso la bocca in un’espressione di sorpresa. Ero sicura che quell’e-mail anonima era stata mandata da Katy e questa volta si era spinta davvero troppo in là. Sarei stata espulsa, il professor Sanders sarebbe andato in prigione e non sarei mai stata ammessa a nessun college. E, probabilmente, i miei genitori mi avrebbero mandata in convento per il resto della mia vita.

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