32 - London Calling

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In tre settimane avevo scritto cinque scene di Romeo e Giulietta e scelto tutti gli attori per le parti principali. Skylar, Louis, Zayn, Harry ed io ci vedevamo tutti i giorni per aiutarci a vicenda e lo spettacolo stava lentamente prendendo forma. Jade e Cindy si occupavano dei costumi, andavano tutti i pomeriggi nei negozi di abiti usati e in quelli di stoffa per realizzare i vestiti che mancavano. Avevamo già due canzoni originali: la prima l’avrebbe cantata Louis, cioè Romeo, ed era una riflessione su come lui fosse innamorato di una ragazza che non ricambiava il suo amore. La seconda l’avrebbe cantata Skylar, cioè Giulietta, ed era il brano che avrebbe accompagnato la terza scena, quindi la preparazione della ragazza per il party in cui avrebbe dovuto incontrare – e potenzialmente conquistare – il figlio del governatore. Quello in cui, invece, avrebbe conosciuto Romeo. Avevamo deciso di ispirarci all’opera originale e al film con Leonardo Di Caprio, ma di metterci anche qualcosa di nostro. Lo spettacolo sarebbe stato fenomenale e Louis continuava a dire che il pubblico si sarebbe alzato in piedi per applaudire alla fine.
“Sei pronta per domani?” Mi domandò Niall, dandomi un bacio sul naso e sorridendo. In quei giorni mi ero obbligata a non rimanere più completamente sola con Harry a meno che non fosse strettamente necessario o inevitabile, così quando non ero con il gruppo di teatro uscivo con Niall e le cose stavano andando decisamente bene. Ero innamorata, lo sapevo. Il mio cuore batteva forte quando eravamo insieme. Quel giorno avevamo approfittato dell’assenza dei miei genitori per spingerci un po’ più in là rispetto ai baci. Il fatto che Niall avesse visto Charlotte nuda e che avesse tutta quell’esperienza, però, continuava a mettermi a disagio e avevo paura di non essere all’altezza dell’altra ragazza, quindi non mi ero ancora convinta del tutto ad andare a letto con lui. Volevo farlo, ma ero imbarazzata.
“Non vedo l’ora.” Mormorai, rannicchiandomi contro il suo fianco. Ci eravamo rifugiati sotto le coperte del mio letto, entrambi ancora in biancheria intima perché anche quella volta non avevo avuto il coraggio di andare fino in fondo, ma ero comunque felice, perché mi ero sentita più vicina a Niall. Sapevo che i miei genitori sarebbero tornati a casa da lì a pochi minuti, così mi rivestii e guardai la valigia vicino alla porta della mia stanza. Era piena e pronta per il giorno successivo.
“Due settimane intere a Londra, ti immagini cosa potrà succedere? Senza genitori!” Esclamò Niall, imitandomi e infilandosi la t-shirt che era volata per terra.
“Già.” Replicai. Tre settimane erano davvero volate, soprattutto perché avevo passato tutto il mio tempo libero a lavorare allo spettacolo o a fare i compiti. Avevo guardato il film almeno quattro volte, letto il libro originale almeno due e fatto ricerche su ricerche per assicurarmi di non far rivoltare Shakespeare nella tomba. Non mi sembrava vero che il pomeriggio successivo sarei stata su un aereo per Londra.
“Ehi, per caso sai cosa sta succedendo tra Skylar e Louis?” Mi chiese improvvisamente Niall dopo essersi rimesso i pantaloni. Mi voltai per guardarlo negli occhi e scossi la testa.
“Hai notato anche tu che sono strani, vero?”
“Sì. O meglio, peggio del solito.”
“Non lo so, Sky mi dice di chiudere la bocca ogni volta che cerco di cominciare quella conversazione. Non ho proprio idea di cosa sia successo.” Risposi, stringendomi nelle spalle.
“Lo scoprirai, ne sono sicuro.” Disse lui, avvicinandosi per darmi un bacio. “Adesso è meglio che vada, prima che arrivino i tuoi genitori e mi becchino qui.” Aggiunse.
“A domani.” Replicai. “Niall?”
Il ragazzo si fermò davanti alla porta della mia stanza e mi guardò con aria sorpresa. Lo raggiunsi lo abbracciai.
“A domani, amore.” Mormorò lui, dandomi un bacio sui capelli.
 
Non avevo mai viaggiato per tanto tempo su un aereo. Il massimo erano state due ore per andare ad Aspen da Los Angeles. Non avevo idea di cosa aspettarmi. Da una parte immaginavo un viaggio allegro come quando andavamo in gita in autobus da bambini. Dall’altra pensavo che avremmo comunque dovuto trovare il tempo di dormire. La realtà fu che nessuno di noi ebbe tempo di chiacchierare da un sedile all’altro come avremmo fatto se fossimo stati su un pullmino e trovammo invece tanto tempo per guardare film e dormire. Sky, Ashley ed io ci eravamo sedute vicine in una fila da tre e avevamo passato poco tempo a chiacchierare tra di noi. Non ero riuscita a dormire molto, perché ero agitata. Continuavo a pensare a quello che sarebbe successo a Londra e cercavo di immaginare le sensazioni che avrei provato a camminare per le strade inglesi con le mie migliori amiche e Niall. Come sarebbe stata la scuola? Avrei conosciuto qualche ragazza o qualche ragazzo britannico con cui sarei poi rimasta in contatto? Oppure avremmo conosciuto persone provenienti da tutto il mondo? Tante domande continuavano a vorticare nella mia mente e non vedevo l'ora di scendere da quell'aereo. Anche perché dopo undici ore e mezza non ne potevo davvero più. Ero indolenzita e stanca. 
 
La prima cosa che notai dell'Inghilterra fu il freddo assassino. Nel corridoio che portava dall'aereo al terminal dell'aeroporto sentii un gelo simile a quello di Aspen a dicembre. Mi strinsi nella giacca che stavo indossando e affrettai il passo verso  un'area più calda. 
"Siete tutti qui?" Domandò il professor Sanders, contandoci. Aveva i capelli arruffati, un accenno di barba e le occhiaie, ma era sempre bellissimo. La professoressa Clare, di fianco a lui, sembrava fresca e riposata. Il trucco, aveva rivelato a me e Sky mentre scendevamo dall'aereo, era portarsi una piccola trousse a bordo e andare in bagno a sistemarsi prima di scendere. Una rinfrescata al viso, una lavata ai denti e un filo di trucco ed eri una donna nuova.
"Adesso dobbiamo fare la fila per il controllo passaporti." Disse l’insegnante.
"Ma le valigie?" Chiese Elizabeth Nelson con aria preoccupata.
"Quelle si recuperano dopo. Ma non sei mai stata in aeroporto?" Sbottò Katy con aria indignata. Nessuno di noi aveva capito come la ragazza avesse fatto a convincere i suoi genitori a lasciarla venire a Londra dopo quello che aveva fatto. Anche Jonathan Parker ci aveva graziato della sua presenza, purtroppo. Tutta la classe al completo aveva partecipato a quella gita scolastica.
"I bagagli si recuperano dopo il controllo passaporti, Elizabeth, non preoccuparti." Rispose con gentilezza il professor Sanders.
"Ehi, Holly!" Mi chiamò Sky, improvvisamente. "Ash!" Aggiunse.
La mia amica ed io ci voltammo verso di lei.
"Sì?" Replicò Ashley.
"Benvenute nelle due settimane più fighe dell'universo! Totale libertà e ragazzi inglesi bellissimi!" Esclamò la ragazza con un sorriso enorme. Si aggiustò il cappello di lana sulla testa e si guardò intorno. Notai che il suo sguardo era rivolto verso Louis, che stava parlando con Zayn e sembrava meno allegro del solito. Niall mi si avvicinò da dietro e mi diede un bacio sul collo.
"Ci divertiremo tanto in queste due settimane." Mormorò nel mio orecchio, facendomi solletico al collo ad ogni parola. Provai un brivido lungo la schiena e sorrisi.
"Già." Dissi. A qualche passo da noi, Harry e Jade si stavano tenendo la mano e la ragazza stava tubando qualcosa nell'orecchio di lui. Non erano una bella coppia. Lei era più alta di lui e stonavano insieme. Mi costrinsi a smettere di pensare a quelle cose irrazionali, così mi voltai verso Niall e gli presi la mano. Lui sorrise, sorpreso da quel gesto, e mi diede un leggero bacio sulla guancia. Sì, avremmo passato due settimane indimenticabili. E Londra suonava come il posto perfetto per fare l'amore per la prima volta con il mio ragazzo.
 
I dormitori erano in un palazzo altissimo dove alloggiavano studenti provenienti da ogni parte del mondo. Disposti sui vari piani c'erano anche una palestra, una sala comune e una mensa enorme per chi non voleva utilizzare le cucine condivise con altre stanze. Era tutto bellissimo e non vedevo l'ora di vedere la stanza che avrei chiamato casa per due settimane insieme a Sky, Ashley e Charlotte.
“Quindi siamo partiti sabato da Los Angeles e adesso è domenica.” Rifletté ad alta voce Sky. I professori avevano organizzato tutto in modo che avessimo tutto il giorno per riprenderci dal fuso orario prima di andare a lezione il giorno successivo. I nostri compagni di classe erano tutti sullo stesso piano e noi quattro condividevamo una cucina con Liam, Louis, Harry e Zayn. Niall, che era in camera con Jonathan Parker, invece ne condivideva una con Katy e Samantha, che avevano voluto stare in una camera doppia, e Jade e Cindy, anche loro in una stanza da due. A poca distanza da noi Chris, Chuck, Jacob e Carlos si erano sistemati in una quadrupla e condividevano la cucina con Elizabeth Nelson e Alexandra Martinez.
“E siamo a Londra.” Puntualizzò Ashley, guardando fuori dalla finestra. Eravamo al nono piano e riuscivamo a vedere il traffico sulla strada. Il palazzo era poco lontano dalla stazione di King’s Cross e passavano tantissimi autobus rossi a due piani.
“E fa un freddo allucinante!” Esclamò Charlotte, stringendosi nel piumone del suo letto. Sorrisi, guardandomi intorno. La stanza non era enorme, ma era abbastanza spaziosa. Ci stavano comodamente quattro letti singoli, quattro scrivanie e un armadio a quattro ante. Avevamo un bagno privato e due finestre che davano sulla strada trafficata.
“Non riesco a credere di essere in Europa.” Commentai, spostando lo sguardo sulle mie amiche.
“Già, nemmeno io! E ho già visto un ragazzo su questo piano che è un figo da paura.” Disse Sky con un sorriso.
“L’unica fregatura è che i letti sono singoli.” Disse Charlotte con un sorrisetto. Scoppiammo tutte a ridere e notai che anche Ashley, come me, era diventata completamente rossa.
“Qui qualcuno sta pensando a darsi da fare!” Esclamò Skylar. “Ehi, se dovesse servirvi la camera ditecelo e noi spariamo.” Aggiunse.
“Sky!” Protestai. Mi sentivo in imbarazzo anche perché Niall era l’ex ragazzo di Charlotte.
“Oh, non preoccuparti. Ho superato del tutto quello che c’è stato tra di noi.” Mi rassicurò la ragazza, come se mi avesse letto nel pensiero. “Anche perché ho cominciato a uscire con Zayn.” Confessò poi, sorridendo e abbassando lo sguardo.
“Veramente?” Esclamai.
“Charlotte Crowley! Vogliamo tutti i dettagli!” Disse Skylar, lanciandole un cuscino con finta aria indignata. Era bello il rapporto che si era creato tra di noi. Certo, a volte ripensavo al momento in cui Charlotte mi aveva lasciata in mutande davanti a tutta la scuola o a quando aveva ordinato a Chris di entrare nella mia camera da letto per farmi una foto senza reggiseno, ma l’avevo perdonata ed ero andata avanti. Avevo imparato che non dovevo mai giudicare una persona prima di conoscerla davvero, perché lei era una brava ragazza. Aveva solo bisogno di amici veri e di smettere di uscire con quelle arpie di Katy e Samantha. Anche Ashley e Sky l’avevano accettata e la cosa mi aveva resa davvero felice.
“Mi ha chiesto di uscire prima delle vacanze invernali.” Raccontò, arrossendo leggermente. “E’ stata una sorpresa, perché ero convinta di non interessargli, invece ci troviamo benissimo insieme!” Aggiunse.
Un sorriso automatico comparve sul mio volto. A quei due era servita una spintarella, ma alla fine si erano trovati.
“E il sesso com’è?” Domandò Sky, allungandosi in avanti per avvicinare il viso a Charlotte, che era seduta sul letto di fronte al suo.
“Ma Skylar!” La ammonì Ashley, roteando gli occhi al cielo e scoppiando a ridere.
“Che c’è? Ero solo curiosa. E tanto sai che sono tutte domande che farò anche a te quando arriverà il momento con Liam.” Rispose l’amica. “E anche a te, Holly. Non mi sfuggirete.” Scoppiammo di nuovo tutte a ridere.
“Non vi racconterò nessun dettaglio.” Replicò Ashley, che era diventata paonazza e non sapeva più in che modo evitare i nostri sguardi.
“Certo, come no. Ti stresserò talmente tanto che alla fine sarai costretta a dirmi tutto per non sentirmi più.”
“Contaci.” Rispose Ashley. Scoppiai di nuovo a ridere.
“Guarda che la stessa cosa succederà anche con te, te lo assicuro.” Mi disse Sky dopo pochi secondi. “Non mi sopporterai più e mi dirai tutto.”
“Ehi, tu vuoi sapere tutto di noi, ma non ci dici nulla. Se mi dici cos’è successo con Louis potrei pensarci.” Ribattei. La ragazza cambiò espressione e abbassò lo sguardo.
“Differenze di opinione.” Disse lentamente. “Lui voleva che diventassimo una coppia vera e propria ed io l’ho lasciato.”
“Ma…” Cominciai.
“Ve l’avevo detto che per me era solo un passatempo.”
Mi costrinsi a non ribattere e invece annuii e basta. Quindi quello era il motivo per cui Louis sembrava così spento nell’ultimo periodo. E anche Sky era strana, ma non riuscivo a capire esattamente perché. Teneva a Louis più di quanto volesse ammettere persino a se stessa? Oppure era semplicemente scocciata perché il suo “passatempo” aveva cominciato a provare sentimenti per lei?
“Comunque, per rispondere alla domanda originale, il sesso è okay.” Disse Charlotte dopo qualche minuto di silenzio imbarazzato. Tutte ci voltammo verso di lei.
“Okay?” Domandò Sky, imitando le virgolette con le dita. “Non mi sembri felice.”
“No, è okay perché in realtà siamo stati insieme solo una volta e… la prima volta con una persona nuova è sempre un po’ imbarazzante. O almeno per me è così.” Rispose Charlotte.
“Beh sì, ho sentito altre ragazze dire la stessa cosa. Con Tomlinson non mi è successo però, sarà che eravamo entrambi ubriachi.” Disse l’altra ragazza con aria pensierosa.
Ashley ed io ci scambiammo un’occhiata complice e, senza dire una parola, ci capimmo. Sky trattava i ragazzi come passatempi e diceva di non essersi mai innamorata di nessuno, ma sapevamo entrambe che con Louis era diverso e aveva solo paura di ammetterlo.
“Liam ed io abbiamo pianificato tutto.” Mormorò dopo qualche minuto Ashley. Eravamo tutte perse nei nostri pensieri e stanche per il viaggio e il jet lag. La guardammo e lei arrossì di nuovo. “Ne abbiamo parlato tanto, perché sapete che io ho bisogno di organizzare tutto. Sarà bellissimo e romanticissimo.”
“Ne sono sicura.” Dissi. Improvvisamente cominciai a pensare a Niall. A tutto quello che avrebbe potuto succedere, a come rimanere da soli in una delle stanze, a tutto. Non ne avevamo mai parlato apertamente, gli avevo solo detto che non ero pronta e lui aveva capito. Perché avevo quel blocco con lui?

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