14 - Ai Tre Manici di Scopa

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Mi giro e rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno, così dopo dopo due ore decido di alzarmi, infilare le ciabatte, mettermi una vestaglia e andare in Sala Comune per leggere un libro senza disturbare nessuno.
Una volta arrivata prendo posto sul divano più vicino alla vetrata che da sul Lago Nero in modo tale da poterlo ammirare per un po' mentre penso al corso della mia vita e com'è cambiato da quando ho scoperto di essere una maga.

Dopo svariati minuti scuoto la testa e decido di concentrarmi sul libro. Lo apro e mentre lo leggo sento dei rumori provenire dalla stanza, ma cerco di ignorarli, fino a quando non si fanno più vicini. Allora distolgo lo sguardo dal libro e intravedo una figura maschile che riconosco immediatamente fra tante a partire dalla chioma platinata che ormai sembra perseguitarmi, fino all'abbigliamento che è tipico di Malfoy: una camicia bianca con un paio di bottoni aperti e dei pantaloni lunghi e neri, "Ti pareva se veniva in pigiama".

Lo squadro e dopo, mentre lui si avvicina, abbasso il capo per ritornare a leggere il mio libro, ma ovviamente lui mi interrompe «Un saluto non sarebbe un gesto maleducato» sottolinea il fatto che non l'ho salutato.

«Dopo quello che è successo oggi-» mi blocco e mi ricordo che dovrebbe essere già passata mezzanotte e prima che lo potesse fare il biondo, mi correggo e continuo «ehm, ieri, non dovresti neanche parlarmi».

Lui si... Si è seduto accanto a me! «Merlino cosa fai?! Siediti da un'altra parte» esclamo stranita e stizzita cercando di contenere il tono di voce.

Sono ancora intenta a leggere il libro, ma quel maledetto furetto con un elegante movimento me lo toglie dalle mani le quali rimangono aperte come se avessi ancora il libro. Così subito dopo serro la bocca, stringo i pugni e chiudo gli occhi sbuffando. Successivamente li riapro e lo guardo «Ridammi immediatamente il libro» gli intimo stizzita.

«Mh... E perché mai?» mi chiede con voce canzonatoria mentre si rigira il libro fra le mani guardandolo.

Io alzo gli occhi al cielo «Forse perché è mio e vorrei leggermelo con calma senza qualcuno che mi scassi i boccini?» gli domando retorica con tono ovvio.

Il biondino sorride e si morde il labbro inferiore sorridendo senza proferire parola, mentre io lo guardo annoiata con occhi sbarrati, poi mi giro verso la vetrata e gli chiedo ciò che mi domando da stamattina «Cosa ti sta succedendo? Sei sempre fra i piedi e pretendi di fare la mia guardia del corpo. So che odi Harry, ma saranno fatti miei se voglio stare con lui».

Non so che faccia ha, ma sento dalla voce che è abbastanza innervosito «Mi da fastidio il fatto che una Serpeverde parla con un Grifondoro, per giunta con Potter» a quelle parole mi giro e noto che ha un'espressione da sfacciato dipinta sul volto «specificando tu e Potter» conclude poggiando la schiena sullo schienale del divano e incrociando le braccia mentre alza la testa per osservare qualcosa sul soffitto, ha ancora il libro in mano.

Allora io scatto in piedi «Non sono affari tuoi. Che ti importa se parlo con un Grifondoro, con un Tassorosso o con Harry? Nulla. Quindi ridammi il libro, finiamo qui la conversazione sperando che mi lascerai in pace e buona notte» sbotto innervosita.

Il ragazzo mi guarda e ghigna «E se decidessi di non restituirti il libro?» mi chiede stuzzicandomi più di quanto stesse già facendo.

Io incrocio le braccia e porto il mio peso su una gamba «Me lo riprendo con la forza» affermo decisa aggrottando le sopracciglia come per dire che è ovvio quello che ho detto.

Lui riorna a guardarmi e ghigna «Fammi vedere» mi invita alzando per un attimo le sopracciglia.

«Non ti conviene sfidarmi» lo avverto scandendo le parole.

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