Nikka andava tutti i giovedì a salutare il suo amato. Ultimamente però lo trovava strano quel ragazzo. Era smerpe perso nei sogni. Forse c'era qualcosa che lo preoccupava. E non aveva tutti i torti, la prigione è proprio un brutto posto.
-Sicuro che stai bene? - gli chiedeva.
- Su tranquilla. Tu, piuttosto, come stai? -
- Come vuoi che stia. Sto cercando un modo per aiutarti. -
- Non ti devi preoccupare. -
- Certo che mi preoccupo. Tu non ti meriti di stare qui. -
- E tu non ti meriti di preoccuparti per me. -
- Perché non dovrei? -
-Perché sono io l'adulto qui. -
- Davvero? Credevo che una coppia dovesse appoggiarsi a vicenda, invece mi stai allontanando da te. Marta ci sta... -
-Non parlare di lei, chiaro?! - disse a voce alta: - lei non c'entra niente. -
- Come non c'entra niente? È per colpa sua che siamo in questa situazione... Io non so più che ti prende... Sono qui per te... -
- Non devi venire! Chiaro?! -
Si alzò ed uscì.
Nikka rimase lì, ferma, seduta, mentre tutti quei carcerati la mangiavano con gli occhi.